
“Certo, è quantomeno risibile che l’assessore Barone abbia risposto alle nostre critiche sollecitandoci di rivolgere una lettera aperta al Governo nazionale. Cosa dovrebbe fare di più l’esecutivo di Conte rispetto a tutti i provvedimenti già assunti? Il problema, purtroppo, è uno. E cioè che l’assessore Barone continua ad avere questi atteggiamenti da prima donna che, infatti, sono stati ben compresi dai colleghi degli altri Comuni i quali, guarda caso, non si sono presentati alla convocazione di lunedì scorso da lui promossa”.
A sostenerlo è il capogruppo del Movimento Cinque Stelle Ragusa, Sergio Firrincieli, che controreplica alle dichiarazioni dell’esponente della Giunta Cassì a proposito del vertice tenutosi lunedì scorso negli uffici comunali di contrada Mugno e a cui hanno partecipato solo tre assessori su dodici tra quelli presenti nell’area iblea. “Ci piacerebbe, piuttosto, sapere – continua Firrincieli – quali dovrebbero essere le misure che lui assieme ai suoi colleghi dovrebbero adottare visto che le stesse, considerata la fluttuazione di informazioni e di atteggiamenti da adottare alla luce delle indicazioni che arrivano dal Comitato tecnico scientifico, potrebbero già non avere più un senso un minuto dopo l’approvazione. Ci faccia capire, insomma, quali sono le iniziative che intende mettere in campo fermo restando che nessuna misura o rassicurazione in questo momento potrà convincere i potenziali turisti dal mondo, o gli italiani di altre regioni del Belpaese, a venire a passare le vacanze qui da noi e viceversa. Quindi, ci sembra in qualche modo un confronto che non porterà ad alcunché di concreto a parte un articolo sul giornale per una passerella politica. L’unica cosa che Barone potrebbe fare è quella di mettere mano al portafogli e di risarcire, per i mancati introiti, le strutture ricettive o quelle realtà che si occupano di somministrazione, e a seguire tutte le attività che di questa epidemia risentiranno più o meno pesantemente. Ma è chiaro che non può accadere una cosa del genere. Mentre tutto il resto sono parole dette in libertà che non spostano di un millimetro quello che già abbiamo avuto modo di affermare con forza e cioè che la riunione di lunedì scorso, sull’emergenza coronavirus, si è risolta, giocoforza, in un flop, così come, ahimè, lo sarà la prossima”.