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Modica, D’Antona sul bilancio consolidato

Sull’intervento dell’Assessore al Bilancio del Comune di Modica col quale ”spiega” cos’è il bilancio consolidato, dove ritiene “ .. inutile e sterile ogni ulteriore valutazione e commento, peraltro fuori dalla sede istituzionale di competenza .. “, interviene Vito D’’Antona(nella foto) di  Sinistra Italiana, secondo cui  l’amministratrice   “ha sposato la teoria di qualcun altro sulla base della quale non sarebbero ammesse opinioni diverse o critiche all’operato dell’amministrazione”.

“Noi invece riteniamo – spiega l’ex consigliere comunale – che oltre al diritto di illustrare la “sua lezione”, noi abbiamo il diritto, che esercitiamo, di avere risposte, in merito alle partecipate del Comune, a tante questioni ancora aperte.

Perché il Comune di Modica ha deliberato recentemente la costituzione di altre due  società con attività simili alle prime, difformemente da quanto prevede il testo unico sulle partecipate, che impone una riduzione del numero delle società partecipate?

Perché la Spm, a distanza di sei mesi dalla scadenza, non ha ancora approvato il suo bilancio del 2018, sottoponendosi a sanzioni di legge, oltre che rendere inattuale lo stesso bilancio consolidato approvato dal Consiglio, del quale si forniscono tanti altri dettagli?

Si può sapere con quali risorse e quando saranno pagati gli oltre otto milioni di debiti delle due società, che a loro volta sono i debiti del Comune (socio unico) verso le società?

Perché si mantiene in vita un paradossale e costoso contenzioso in Corte d’Appello tra il Comune e la sua società, la Multiservizi, sulla esatta determinazione del debito iscritto in bilancio, quando ci si potrebbe sedere attorno a un tavolo e in mezz’ora risolvere il problema con una transazione?

E lo stesso Assessore, in sede di approvazione del bilancio della Multiservizi, non ha manifestato dubbi sull’esatto ammontare del credito iscritto in bilancio?

L’incremento contestuale dei crediti e dei debiti nel bilancio consolidato rispetto all’anno prima non rappresenta una criticità legata alla mancanza di disponibilità liquide con il conseguente  costoso ricorso ad anticipazioni di cassa?

E quando saranno colmati i ritardi nei pagamenti, come avviene nei confronti dei dipendenti con mesi di arretrati da percepire, e dei quali non si discute mai?

In assenza di risposte – conclude D’Antona – è legittimo il dubbio che si vogliono scaricare i problemi delle partecipate, con il loro carico di debiti, sui futuri amministratori comunali?

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