
Il giudice unico del Tribunale di Ragusa, Elio Manenti, ha assolto perchè il fatto non costituisce reato il fotoreporter-giornalista modicano Giovanni Antoci, accusato di calunnia dall’ex comandante della Compagnia Carabinieri di Modica, Alessandro Oddo.
L’inchiesta scaturì da un esposto plurifirmato. Antoci è stato difeso dall’avvocato Giovanni DiPasquale(nella foto), mentre Loddo si era costituito parte civile con l’avvocato Michele Gentiloni Silveri.
Tutto scaturì a seguito dell’indagine sui villaggi turistici Marsa Siclà su Baia Samuele, nata dall’esigenza di chiarezza sulle cause che vedevano le spiagge di Sampieri e Marina di Modica invase in estate, a orari ben precisi, da lunghe strisce di schiuma maleodorante. In realtà il fenomeno era già presente negli anni precedenti e lo fu anche in quelli successivi, ma in particolare, in quell’estate del 2012 fu così intenso e insistente da costringere il sindaco dell’epoca, Antonello Buscema, a presentare un esposto contro ignoti per inquinamento marino.
Le indagini furono affidate dalla Procura di Modica ai Carabinieri di Modica e alla Capitaneria di Porto di Pozzallo.
Ad inchiesta avviate, nei primi giorni di settembre del 2012, erano arrivati a Marsa Siclà quattro arabi provenienti da Dubai, accompagnati da Vincenzo Matarrese, noto costruttore pugliese, e da una donna di origini marocchine, nelle vesti d’interprete.
Durante il soggiorno “per ferie” uno dei quattro arabi, il più anziano e probabilmente il più influente del gruppo, lo sceicco Saeed Saif Jaber Jumaa, facoltoso imprenditore immobiliare, incontrò un noto imprenditore modicano. Con la mediazione della donna marocchina, che fungeva anche da interprete, i due imprenditori parlarono di possibili investimenti nel settore delle costruzioni, sia in Sicilia che in Arabia. L’incontro si concluse con un nulla di fatto poiché “…non c’erano le condizioni per portare avanti trattative commerciali”.
Gli ospiti arabi lasciarono con tre giorni di anticipo la struttura e, avendo pagato l’affitto della suite con piscina per tutta la settimana, ne diedero disponibilità all’autista che li aveva accompagnati qualche volta durante il soggiorno.
L’accusa era di “traffico illecito di reflui”, quindi concernente un reato talmente grave da richiedere l’intervento della Procura Antimafia di Catania che avocò a sé l’indagine.
Alla fine il dissequestro fu consentito a luglio 2013 – quindi dopo sette mesi e a stagione inoltrata – senza che nessuna di queste strutture avesse modificato alcunché nei suoi impianti di depurazione e, a tutt’oggi, si è in attesa delle decisioni della magistratura antimafia di Catania. La struttura di Marsa Siclà, nel frattempo, ebbe a subire un notevole deprezzamento, sì da renderla facile preda di manovre speculative “al ribasso”.
Sempre ai primi di quello stesso mese (luglio 2013) Giovanni Antoci, fotoreporter, rendeva dichiarazioni spontanee ai Carabinieri di Ragusa e, il giorno successivo (9 luglio), alla Guardia di Finanza di Ragusa circa un presunto interesse privato del capitano Loddo nell’indagine a lui affidata, condotta in maniera tale da favorire la propria compagna, la mediatrice culturale e immobiliare, nell’affare di compra-vendita del villaggio Marsa Siclà a prezzi di “realizzo”. L’indagine sull’ufficiale, affidata dalla Procura di Modica al capitano della Finanza Vincenzo Bovi, ipotizzava, dunque, il reato di abuso d’ufficio(inchiesta che si concluse con l’archiviazione). All’esito del provvedimento della Procura, Loddo presentò querela per calunnia contro Giovanni Antoci. Da qui il processo, durante il quale furono escussi, tra gli altri, il capitano delle Fiamme Gialle, Vincenzo Bovi, che confermò in ogni punto la relazione sulle indagini riguardanti il pari grado carabiniere, e Patrizia Buscema, dipendente per ann della struttura di Marsa Siclà. Quest’ultima reso noto un fatto abbastanza singolare e cioè che l’autista degli arabi, colui che guidava la lussuosa Mercedes a disposizione dei facoltosi sceicchi fosse un appuntato dei Carabinieri di Modica al quale, peraltro, fu lasciata la disponibilità della suite per i rimanenti giorni pagati. Il difensore di Antoci fece rilevare a quale titolo il carabiniere in servizio presso la caserma di Modica e autista di Loddo, era nelle vesti di chauffeur a disposizione degli arabi?
2 commenti su “Marsa Siclà. Processo Loddo/Antoci. Assolto il giornalista”
Quando ci illustrerete per intero tutta la storia ?
Anche perchè c’è qualcosa che non ci avete ancora detto .
Questa è stata una vicenda molta complessa ed articolata , che ha di molto arrecato danni al territorio .
Posso dirvi , e vi garantisco , che non appena la sentenza sarà resa pubblica , avrò modo di portarvi a conoscenza di certe verità che sono emerse nel corso dell’inchiesta e del dibattimento .
Essendo stato imputato (impropriamente) , e dopo essere stato escusso come teste del PM nel procedimento Giudiziario presso la Corte d’Assise in Siracusa , ne ho da raccontarvi .
Quando un individuo viene querelato per “calunnia”(reato gravissimo) , bisogna provare quanto esposto in denuncia con prove e testi nelle varie udienze .
Ma se i testi “scompaiono” e le prove non “emergono” , il cittadino sotto accusa ne esce”riabilitato”.
Pertanto è mia intenzione fare chiarezza e portare a Tutti quanto in mia conoscenza, come mio modo d’Essere , su tutta la vicenda .
Nonostante i miei trascorsi ho sempre avuto Fiducia nella Giustizia e nell’Operato dell’Arma Benemerita .
Ma è corretto : “Dare a Cesare quanto e di Cesare …”