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Ragusa-Catania, lettera dell’on. Dipasquale a Conte e Toninelli: “Non si chiuda definitivamente al progetto di finanza”

Sbagliato chiudere definitivamente all’ipotesi del progetto di finanza per la realizzazione dell’autostrada Ragusa-Catania: il Presidente del Consiglio Conte, il ministro Toninelli e i parlamentari nazionali di maggioranza di Siracusa, Ragusa e Catania non si assumano la responsabilità di far saltare per sempre la possibilità di realizzare un’opera che era a un passo dall’inizio dei lavori. Questo, in sintesi, il contenuto di una lettera che l’on. Nello Dipasquale, parlamentare regionale del Partito Democratico e segretario alla Presidenza dell’Assemblea Regionale Siciliana, ha inviato al Presidente Conte, al ministro delle Infrastrutture e ai deputati e senatori di Lega e Movimento 5 Stelle eletti nel Sud-Est Sicilia.
“Bocciare definitivamente il project financing per la Ragusa-Catania – scrive Dipasquale nella missiva – per far partire una nuova procedura, senza conoscerne alcun dettaglio riguardo ai tempi, al tipo di finanziamento e al provvedimento finanziario relativo, senza conoscere la procedura con la quale si dovrebbe procedere né quali sarebbero i costi da sostenere nei confronti del concessionario escluso, proprio mentre infuoca una crisi di Governo che consegna il Paese all’incertezza, significa compromettere irrimediabilmente la possibilità per la Sicilia sudorientale di vedere realizzata un’opera fondamentale”.
“Condivisibile o meno la questione relativa al costo del pedaggio – si legge ancora nella lettera – la realtà dei fatti è che ci trovavamo con l’iter per un’importantissima infrastruttura che, negli ultimi due anni aveva avuto un’eccezionale accelerazione, il progetto aveva ottenuto il finanziamento e, entro un anno, sarebbero partiti i cantieri. Mi permetto di suggerire, dunque, di lasciare una porta aperta all’ipotesi progetto di finanza: non assumetevi la responsabilità di privare di un’opera necessaria e attesa da decenni i cittadini di tre province (un bacino d’utenza di quasi due milioni di persone) e il tessuto produttivo di questo lembo di Sicilia”.

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