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#FuturoAlLavoro, l’Ust Cisl Ragusa Siracusa con 200 lavoratori, pensionati e dirigenti sindacali alla manifestazione nazionale unitaria del 9 febbraio a Roma

Sono 200 i lavoratori, i pensionati, i dirigenti sindacali che la segreteria dell’Ust Cisl Ragusa Siracusa porterà sabato 9 febbraio a Roma, in piazza San Giovanni, per partecipare alla manifestazione nazionale unitaria #FuturoalLavoro proclamata da Cgil, Cisl e Uil. “Una manifestazioni in cui – spiega il segretario generale dell’Ust Cisl Ragusa Siracusa Paolo Sanzaro – oltre ad appoggiare i contenuti della piattaforma unitaria con cui si avanzano una serie di proposte per chiedere al Governo Conte di aprire un confronto serio e di merito sulle scelte da prendere per il Paese, metteremo in evidenza le criticità del nostro territorio, della parte più a Sud di un Mezzogiorno che ancora una volta rischia di essere dimenticato dalle politiche di rilancio. Sotto i riflettori, naturalmente, la questione infrastrutturale, dalla Ragusa-Catania all’autostrada Rosolini-Modica, ma anche le infrastrutture immateriali per non parlare del trasporto ferroviario sempre fermo all’anno zero. E ancora, come sindacato, vogliamo scommetterci sul rilancio dell’industria compatibile con la tutela ambientale del nostro territorio per non parlare della più complessiva questione della sicurezza. E poi c’è il triste fenomeno dei giovani che continuano a migrare, a lasciare il territorio per cercare speranze di realizzazioni professionali altrove”. Il segretario Sanzaro aggiunge che “il nostro obiettivo è quello di portare a Roma la fotografia dei disagi del territorio ma anche la triste problematica delle nuove povertà. In sintesi, tutte le contraddizioni di un Sud Est che, purtroppo, non riesce a decollare. E che difficilmente potrà farlo se non si guarda a questa parte del Mezzogiorno con un’attenzione differente rispetto alle numerose emergenze che attanagliano il Paese. Chiediamo risposte. Ma che siano concrete e reali. Risposte in grado di risolvere i tanti nodi ancora irrisolti che non mettono in condizione l’intero territorio di potersi assicurare quei risultati di crescita al sistema produttivo, fatto per lo più di piccole e medie imprese, e quell’incremento di benessere che porterebbe sollievo non solo ai lavoratori ma anche alle fasce più deboli, compresi i pensionati”.

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