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La morte dello sciclitano Buonuomo. Quattro condanne

Arrivano le condanne per la morte dello sciclitano Rinaldo Buonuomo, in un incidente sul lavoro avvenuto sette anni ga a Sevegliano di Bagnara Arsa. L’operaio, 47 anni, morì dopo essere caduto dal tetto di un capannone di cui stava ripristinando la copertura. Il giudice monocratico del Tribunale di Udine, Carla Missera, ha inflitto un anno e sei mesi di reclusione ( 2 anni e mezzo chiesti dal pm), a Nevio Franzot, 57 anni, di Terzo d’Aquileia, direttore di cantiere della “Sai Ambiente srl” di Gradisca d’Isonzo, società di cui Buonomo era dipendente da appena tre giorni.
Un anno e quattro mesi la condanna per Alberto Fabri, 62, di San Vito al Tagliamento, che era il legale rappresentante della Sai Ambiente, per Ambrogio Morandini, 64, di Martignacco, direttore tecnico della Edilfognature, e David Pitta, 41 anni, di Cordroipo, responsabile unico del procedimento del Comune di Bagnaria Arsa. Erano accusati di omicidio colposo in concorso. Riconosciute a tutti le attenuanti generiche e la sospensione condizionale della pena. Il magistrato li ha condannati, in solido, al pagamento dei danni da liquidarsi in separata sede, con provvisionale di 10 mila euro per ciascuno dei fratelli, 20 mila al padre, 30 mila alla figlia (tutti costituiti parti civicli con l’avvocato Matteo Gentile) e 15 mila alla convivente.

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