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Occorre riprendere il filo antico dell’eredità dei saperi E’ il messaggio emerso al convegno di Cna pensionati Ragusa

La Cna Pensionati di Ragusa vuole provare ad avviare un nuovo percorso, sapendo di avere l’obbligo di provarci. La trasmissione dei saperi e delle competenze non può essere solo una mera enunciazione di principio, soprattutto in questa terra, ma deve diventare un punto qualificante dell’associazione di categoria. E per questo vanno costruiti rapporti con la scuola e con le associazioni giovanili, utilizzando tutte le strutture del sistema Cna a partire dall’Ecipa (ente di formazione dell’associazione) e dal patronato Epasa-Itaco. Questa la sintesi del convegno tenutosi mercoledì scorso nella sala conferenze Pippo Tumino di via Psaumida a Ragusa, organizzato da Cna Pensionati Ragusa che ha visto, tra gli ospiti, la presenza del presidente nazionale Giovanni Giungi, del giornalista Paolo Borrometi, oltre che degli studenti dell’istituto “Galileo Ferraris” con i giovani dell’associazione “Generazione Zero”. 
Gli ultimi dati Istat provinciali (31/12/2017) hanno messo in rilievo in particolare l’indice di vecchiaia: 164 anziani ogni 100 giovani; l’indice di dipendenza strutturale: 55 persone a carico ogni 100 che lavorano; l’alto indice di ricambio della popolazione attiva e l’alto tasso di disoccupazione giovanile, oltre il 50%. Si tratta di dati che dicono con chiarezza disarmante come in questa provincia ci sia non solo bisogno di lavoro, ma soprattutto di lavoro specializzato e qualificato, l’unico capace di far ripartire l’economia iblea. Per questo, come ha sottolineato il presidente Giungi nel suo intervento, “è utile mettere insieme la capacità di chi ha gestito per anni un’impresa artigiana e la competenza dei tanti giovani che conoscono e utilizzano con disinvoltura le nuove tecnologie digitali”.
Un incontro utile e indispensabile, ha evidenziato Paolo Borrometi, “soprattutto in un territorio dove la mafia, con le sue economie, si sta imponendo come un’agenzia educativa. L’economia criminale ha a cuore, per così dire, il percorso che conduce alla costruzione di nuovi affiliati,  i dati evidenziati precedentemente ne rafforzano il ruolo. Questo sta accadendo in molte realtà di questa provincia. Le cronache degli ultimi tempi ci raccontano come si stiano affermando fenomeni criminali guidati da giovani”.
Per questo motivo, sia il presidente territoriale Antonino Cavallo sia il responsabile territoriale Giorgio Stracquadanio hanno rimarcato come sia necessario “riprendere il filo antico dell’eredità dei saperi, della trasmissione delle conoscenze e della condivisione intergenerazionale. Serve rompere il diaframma di incomunicabilità tra giovani e anziani. E il primo passo per riprendere questo filo è quello di ridare consistenza alla nostra microimpresa, che è stata l’argine ad ogni forma di illegalità, ridare forza all’esperienza, alla possibilità di ridiscutere e di interpretare la nostra realtà, personale, professionale e formativa; tutto ciò può accadere meglio coinvolgendo e responsabilizzando le giovani generazioni”.

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