
“Avevamo indetto una conferenza stampa per metterci ancora una volta la faccia, come abbiamo sempre fatto. Volevamo spiegare le ragioni per cui si è presa la decisione di fermarsi, ma al momento non è possibile poterla indire per vari motivi, anche di ordine pubblico”. Così le prime righe di una nota a firma del direttore sportivo, dello staff tecnico e della rosa della prima squadra del Città di Ragusa, formazione impegnata nel Campionato di calcio di Eccellenza dove occupa l’ultimo posto della classifica e che domenica scorsa non si è presentata in campo. “Chi sarebbe disposto ad andare a lavorare senza percepire il compenso pattuito – dice il gruppo – Noi lo abbiamo fatto per sei mesi e mezzo, abbiamo continuato a vivere di promesse, abbiamo ricevuto solo 2 mensilità, quelle di agosto e settembre (la mensilità di settembre ricevuta dopo Natale). Malgrado tutto abbiamo continuato a credere alle rassicurazioni che giungevano dalla società, aspettando quel domani che non arrivava mai”. L’apice è stato toccato il 31 gennaio scorso quando, malgrado tecnici, dirigenti e squadra avessero in mano dei titoli. “Ci è stato chiesto ancora una volta di spostarli a data da destinarsi (tali titoli prevedevano i rimborsi di ottobre e novembre). Malgrado tutto abbiamo affrontato altre due partite dando come termine ultimo il venerdì prima della partita con il Sant’Agata. È ovvio che questa situazione ci distrugge nell’anima. Se siamo a Ragusa è solo per giocare e mai avremmo voluto fare né conferenze, né comunicati. Ribadiamo che noi siamo pronti in qualsiasi momento a raggiungere Ragusa per fare il nostro ma vogliamo certezze, nessuna promessa, nessuna data da destinarsi. Il Ragusa calcio è un bene di tutti, allora che ognuno si dia da fare, noi abbiamo sempre fatto il nostro”.