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La Polizia maschera due esperte del cyber crime. Hanno colpito piccoli artigiani e studi professionali di Ragusa e di altre province italiane

Sono state smascherate dagli uomini dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura di Ragusa due donne esperte di cyber crime che agivano da diverse province venete. Le donne, una di origine rumena e l’altra di origine moldava, hanno colpito nella provincia ragusana, in quella torinese e in quella campana provocando notevoli danni economici alle vittime che di solito erano piccoli artigiani o professionisti di vari settori.
Due i casi risolti dai poliziotti, guidati dal Commissario Capo Filiberto Fracchiolla, che hanno acquisito i primi elementi dalle denunce presentate in Questura, in cui le parti offese erano in entrambi i colpi, due studi di amministrazione condominiale di Ragusa.

Dall’attenta analisi delle segnalazioni acquisite sono emersi notevoli analogie fra i due casi registrati. Infatti, in entrambi, l’amministratore condominiale aveva ricevuto via mail la fattura emessa da una ditta e relativa al corrispettivo dei lavori condominiali commissionati.
Successivamente le fatture sono state saldate con un bonifico disposto a favore del conto corrente indicato nelle stesse, riconducibile al codice IBAN segnalato.
Dopo alcuni giorni, a seguito delle rimostranze del titolare della rispettiva ditta, lo stesso amministratore si rendeva conto che il bonifico era stato emesso a favore di un conto corrente differente rispetto a quello intestato alla ditta che aveva eseguito i lavori.
Nel primo caso il danno è stato di circa 9.000 euro. Soldi che nello stesso giorno di accredito sono stati interamente prelevati dal truffatore.
Nel secondo caso la somma, di circa 18.000 euro è stata tempestivamente bloccata dalla banca operante che è riuscita a stornare per tempo l’intero importo indebitamente accreditato.
Tutti gli elementi che hanno condotto i poliziotti sulle tracce delle due indagate sono emersi a seguito dello studio effettuato sugli estratti conto in causa ed intestati a diversi soggetti di varie nazionalità.
L’esame incrociato delle operazioni bancarie effettuate sugli stessi, con numerosi accrediti e pagamenti anche di pochi euro, ha portato all’individuazione di due giovani donne, una di nazionalità rumena e l’altra di nazionalità moldava residenti in due distinte province venete segnalate all’Autorità Giudiziaria per i reati di accesso abusivo a sistema informatico e frode informatica.
E’ molto probabile che in entrambi i casi le parti offese siano cadute nella trappola del truffa on line, nota come “Truffa del falso codice Iban”.
La tecnica utilizzata dagli esperti di questo crimine informatico è composta da vari passaggi.
Il primo step è finalizzato all’installazione abusiva di un virus sul computer della vittima, di solito attraverso una email cd. esca.
Ottenuto così il controllo da remoto del computer, i malfattori intercettano una email fra cliente e fornitore, nella quale, quest’ultimo invia in allegato una fattura con i dettagli per il pagamento.
A questo punto interviene il truffatore che modica la predetta fattura sostituendo il codice iban del creditore con quello proprio.
La fattura così modificata viene inviata al cliente che procede al bonifico sul codice iban che vede indicato in fattura e che non è quello del creditore.
Nello stesso giorno dell’accredito l’intestatario del conto corrente provvede a prelevare l’intera somma.
“Non potendo escludere che altri sistemi informatici possano essere stati infettati si raccomanda alla massima attenzione nel caso in cui si effettuano dei pagamenti con le modalità descritte, accertando sempre la corrispondenza del codice iban con quello del reale beneficiario, prima di effettuare l’operazione. Inoltre è sempre buona norma difendere i propri computer e gli account di posta elettronica con passwords robuste che vanno cambiate spesso e con sistemi antivirus efficaci”.
Ulteriori attività sono in atto al fine di verificare la complicità di altri soggetti.

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