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Ecco tutti i termini finanziari del 2017

Sui mercati finanziari il 2017 è stato un anno molto positivo e caratterizzato da avvenimenti del tutto inaspettati. L’anno è stato infatti caratterizzato da una crescita euforica a Wall Street, con i principali listini che hanno fatto segnare record su record, in particolare il Dow Jones che è arrivato a toccare quota 25.000 punti. Ma il 2017 non sarà ricordato per questo. A rubare la scena ci ha pensato la vera rivelazione dell’anno, ovvero il Bitcoin. La criptovaluta è infatti passata da una quotazione di circa 1000 dollari a gennaio a quota 20.000 dollari a fine dicembre. Ma non solo, il Bitcoin in questo 2017 è stato ufficialmente consacrato come una forma di investimento, alternativa a quelle sui mercati regolamentati. La criptovaluta ha guadagnato popolarità, riempiendo quasi quotidianamente gli articoli di giornali e anche i discorsi della gente comune. Insomma, ora è una parola di uso comune ed è senza dubbio il termine finanziario che più rappresenta i dodici mesi scorsi.

Per comprendere meglio il momento storico che stiamo vivendo sui mercati finanziari, abbiamo raccolto i principali termini finanziari che hanno acquisito importanza nel 2017. Infatti, oltre al vocabolario classico che ogni trader deve conoscere – termini come punto base, leva finanziaria forex, mercato bear e bull, Iso, contratti forward e future, derivati e molti altri – ogni anno nuove parole diventano di uso comune nel settore finanziario. Ecco quindi tutti i termini che è assolutamente necessario conoscere per investire con consapevolezza oggi.

Bitcoin

Il Bitcoin è una valuta virtuale, o criptovaluta, basata sulla tecnologia Blockchain, di cui rappresenta una delle prime applicazioni su vasta scala. Il Bitcoin è stato creato nel 2009 da Satoshi Nakamoto, la cui identità è tuttora avvolta nel mistero, tanto che non si sa nemmeno se sia una singola persona o un gruppo di lavoro. Il Bitcoin nasce come valuta alternativa alle valute fiat, cioè le valute a corso legale, per ovviare agli svantaggi e ai limiti di queste ultime. In particolare, tra i vantaggi del Bitcoin ci sono il fatto che non richiede intermediazione, non richiede un ente che faccia da garante per il valore scambiato, vanta costi e tempi di transazione bassi ed infine non è tracciabile.

Se nei primi anni il Bitcoin era conosciuto solo dagli addetti ai lavori, dal 2013 comincia ad attirare l’attenzione degli investitori: in quell’anno infatti passa da meno di 100 dollari a oltre 1000 dollari. Il 2014 è l’annus horribilis per la criptovaluta, il cui valore crolla nel mese di febbraio a causa della bancarotta della principale piattaforma di scambio, Mt. Gox. Dopo oltre un anno, a partire dal 2015 la quotazione ricomincia a salire fino ad arrivare a quota 1000 dollari ad inizio 2017, l’anno in cui comincia la corsa che porterà fino al picco di 20.000 dollari a dicembre.

Il Bitcoin non viene scambiato in un mercato regolamentato ed infatti è caratterizzato da una fortissima volatilità, che lo rende un investimento ad alto rischio. Se dai suoi sostenitori è considerato la moneta del futuro e uno dei migliori investimenti possibili in questo momento storico, non mancano ovviamente le critiche. Queste fanno leva soprattutto sulla scarsa tracciabilità – che favorisce le attività illecite – e sulla eccessiva instabilità che non lo rende adatto agli scambi commerciali. Da molti viene considerato l’oro del futuro, in quanto bene rifugio (è in pratica un file che va conservato in un portafoglio virtuale), ma anche un fenomeno puramente speculativo che ha assunto le caratteristiche di una bolla.

Blockchain

Con il termine blockchain, letteralmente “catena di blocchi”, si intende un database di informazioni che non vengono gestite da un solo ente centrale, ma che è invece “distribuito”. La catena di informazioni cresce costantemente aumentando il numero di dati, rappresentati dai “blocchi”, che vengono connessi tra loro e sottoposti a verifica tramite la crittografia.

Aggiungere un blocco significa modificare tutti i successivi e ricalcolare l’intera catena per validare l’operazione, perché tutti i blocchi sono legati tra loro: ogni “faccia” del blocco contiene una parte delle informazioni di quelli che sono venuti prima e una parte di quelli che andranno dopo.

Per modificare le informazioni è necessaria una enorme potenza di calcolo, non raggiungibile da un computer singolo. Per questo la tecnologia blockchain si basa su un network peer-to-peer in cui chiunque può contribuire mettendo a disposizione la propria risorsa di calcolo, dal momento che il protocollo è aperto (open source). In questo senso la blockchain si dice “distribuita”, perché non c’è un’entità centrale che gestisce la catena. Grazie a queste caratteristiche la tecnologia blockchain è considerata sicura e può registrare in modo permanente e verificato una transazione tra due parti, garantendo anche il loro anonimato.

Anche se la tecnologia blockchain è conosciuta soprattutto grazie alle criptovalute, in realtà è stata elaborata alcuni anni prima. Nel 1991, infatti, un gruppo di ricercatori iniziò a sviluppare una tecnologia per tenere traccia della creazione e della modifica di un documento nel corso del tempo. La blockchain venne ripresa ed evoluta nel 2009 da Satoshi Nakamoto con la creazione del Bitcoin, che ha reso questo protocollo famoso in tutto il mondo.

Le applicazioni della tecnologia blockchain possono essere tante, in settori diversi tra loro. Nel comparto bancario, ad esempio, consentirebbe a chiunque di trasferire denaro ovunque nel mondo con costi molto ridotti e, proprio per questo, ci sono già alcune banche che stanno investendo in questa tecnologia per rendere le transazioni più veloci e sicure.

ICO

Con la sigla ICO, acronimo per Initial Coin Offer, si intende uno strumento per raccogliere fondi sui mercati finanziari non regolamentati. Letteralmente significa “offerta di moneta iniziale” ed è una forma di crowdfunding che si è sviluppata soprattutto con il fine di raccogliere denaro per nuove criptovalute, anche se oggi viene utilizzata anche per altri scopi. La celebre moneta Ethereum, ad esempio, nel 2014 ha raccolto i fondi necessari al suo lancio attraverso una ICO. In cambio del denaro offerto, vengono ceduti dei token ma, dal momento che l’operazione non è regolamentata (a differenza delle OPA, offerte pubbliche di acquisto) potrebbe non garantire alcun diritto successivo nel progetto. Anche per questo motivo, le legislazioni di diversi stati hanno vietato le ICO oppure stanno cercando di regolamentarle.

MIFID 2

Con questa sigla si fa riferimento alle nuove regole stabilite dall’Unione Europea per regolamentare il settore finanziario. La nuova normativa, il cui nome esteso è Markets in Financial Instruments Directive, rappresenta l’evoluzione del primo corpo di regole introdotte nel 2008 dopo la crisi finanziaria. La MiFID 2 è entrata in vigore il 3 gennaio 2018 e avrà effetti importanti sugli investitori e sui mercati. Infatti, sarà interessato dalla nuova normativa chiunque compra o vende azioni, bond, valuta estera, commodities o ETF.

FAANG

FAANG è l’acronimo con cui si indicano le cinque principali aziende tecnologiche americane quotate nel listino Nasdaq. Esse sono: Facebook, Apple, Amazon, Netflix e Google (anche se quest’ultima oggi è quotata con il nome della sua parent company, Alphabet). Dal momento che sono le compagnie del settore tecnologico (tech companies) più importanti raggruppano una buona parte degli scambi e della capitalizzazione. Inoltre, negli ultimi anni sono state caratterizzate da performance di crescita a tripla cifra – Facebook è cresciuto di oltre il 500%, Netflix di oltre il 400% – che hanno trascinato al rialzo entrambi i listini Nasdaq e Standard & Poor 500.

Impact Investing

Il termine inglese Impact Investing indica una tipologia di investimenti finalizzati ad avere, oltre che un ritorno economico, un impatto sociale positivo. In questi investimenti l’investitore è spinto dalla motivazione di associare ad un rendimento finanziario, derivante dal capitale privato, anche uno scopo sociale. Caratterizzati da un’elevata trasparenza, gli impact investing possono favorire un flusso di capitale da utilizzare per sostenere diverse problematiche sociali. Ad esempio il disagio abitativo, l’inserimento lavorativo, il sostegno dell’infanzia e degli anziani, la valorizzazione della cultura.

Intelligenza Artificiale

L’intelligenza artificiale, indicata anche come IA in italiano o AI (Artificial Intelligence) in inglese, è una branca dell’informatica che studia la possibilità di sviluppare dei sistemi hardware e software che abbiano delle prestazioni e un comportamento comparabili con quelli di una persona umana. Lo scopo ultimo dell’IA è progettare macchine capaci non solo in grado di “agire umanamente” (ovvero con il risultato dell’azione che non è distinguibile da quello di un umano), ma anche di “pensare umanamente” durante il processo di risoluzione di problemi e di imparare dagli errori (“machine learning”).

Le possibili applicazioni della AI riguardano praticamente tutti i settori, dall’automazione industriale, al commercio online e al dettaglio, dal settore medico fino al giornalismo e molto altro ancora. Gli scenari possibili in futuro hanno però generato un forte dibattito etico e filosofico, oltre che tecnologico. L’intelligenza artificiale potrà rimpiazzare gli umani in molte professioni? In ogni caso oggi l’Intelligenza Artificiale è ampiamente utilizzata ed ha già dimostrato di poter competere con gli umani in numerose situazioni e, a volte, di fare pure meglio.

Millennials

Per Millennials si intende la generazione nata nei paesi occidentali tra i primi anni ’80 e i primi anni 2000. Indicata anche come Millennial Generation o Generazione Y, è caratterizzata da una maggiore capacità di utilizzo delle tecnologie digitali e dei media in generale (si parla in questo senso di “nativi digitali”). In particolare, le persone nate in questo periodo storico sono cresciute con la presenza costante di Internet, dell’email, degli SMS e di piattaforme come MySpace, Youtube, Facebook e Twitter.

Anche se il termine Millennials non appartiene propriamente al gergo finanziario, ma a quello demografico, ha acquisito importanza negli ultimi tempi perché questa parte di popolazione ha iniziato ad affacciarsi al mondo degli investimenti. Dal momento che presenta caratteristiche di comportamento, di preferenze e di consumo molto differenti dalle generazioni passate, risulta importante tenerne conto per comprendere i movimenti e le reazioni del mercato nei prossimi anni.

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