
MODICA, 27 Novembre 2025 – L’episodio che ha visto l’incendio delle auto della Guardia di Finanza di Modica nella notte del 27 novembre 2025 non è solo un fatto di cronaca; è un segnale d’allarme che squarcia il tessuto della sicurezza urbana e della fiducia nelle istituzioni. Due, in particolare, sono gli aspetti di questa vicenda che destano una profonda e legittima inquietudine.
La prima e più grave implicazione risiede nella natura stessa del gesto. Fatta salva l’ipotesi (estremamente improbabile, data la metodologia) che si sia trattato dell’atto isolato di un folle, l’incendio, avvenuto a ridosso della caserma e diretto contro i mezzi di servizio, assume inequivocabilmente il sapore di un attacco frontale e premeditato alle Istituzioni. Non è un semplice atto vandalico o un furto; è un’intimidazione mirata, un guanto di sfida lanciato contro l’autorità dello Stato e contro la legalità che la Guardia di Finanza è preposta a tutelare.
Un gesto così plateale in una città come Modica, che cerca di mantenere salda la propria identità di comunità civile e operosa, richiede non solo una condanna verbale, ma una reazione immediata e tempestiva su più livelli. La solidarietà espressa dalle forze politiche e dal Sindaco è fondamentale, ma deve essere solo il punto di partenza per una risposta investigativa che sia altrettanto decisa. L’obiettivo degli inquirenti non è solo identificare gli esecutori materiali, ma soprattutto disvelare l’eventuale mandante e la matrice: se si tratta di vendetta, di intimidazione o di una manifestazione di insofferenza criminale verso il lavoro di controllo svolto dalle Fiamme Gialle. L’onore delle Istituzioni e la percezione di sicurezza dei cittadini passano dalla rapidità e dall’efficacia con cui verrà assicurato alla giustizia chi ha osato colpire lo Stato in questo modo.
Il secondo elemento di inquietudine è un amaro paradosso tecnologico che rivela una falla nel nostro sistema di sicurezza locale. Siamo nel 2025: in città si parla di smart city, si investe in videosorveglianza pubblica, le attività private installano decine di telecamere, si discute di Intelligenza Artificiale per l’analisi dei flussi di traffico e la sicurezza predittiva. Eppure, per compiere un danno ingente, mettere a repentaglio l’incolumità pubblica e lanciare un chiaro messaggio criminale, sembra essere ancora sufficiente “un passamontagna di due euro”.
In conclusione, l’incendio di Modica non brucia solo automobili. Brucia la convinzione che la tecnologia da sola basti a garantire l’ordine e riaccende il dibattito sulla necessità di affiancare agli strumenti moderni una presenza capillare, una strategia coordinata delle Forze dell’Ordine e una responsabilità civica che non abbassi la guardia. La sfida lanciata alla Guardia di Finanza è una sfida a tutta la comunità di Modica.













