
Ragusa, 12 novembre 2025 – Sebbene la violenza maschile contro le donne rappresenti un fenomeno largamente diffuso, ancora oggi risulta di non facile identificazione. Questo perché le relazioni tra uomini e donne sono caratterizzate da uno squilibrio di potere indiscusso che affonda la sua origine nella storia e nella cultura dell’umanità. Il processo di emancipazione e l’acquisizione di diritti hanno trasformato gradualmente il ruolo sociale e familiare della donna, causando la rottura dell’ordine patriarcale e facendo crollare quella netta suddivisione tra sfera privata e sfera pubblica sulla quale ha retto per millenni la superiorità del maschile. Oggi la violenza che agita gli uomini nei confronti delle donne può essere letta come il rifiuto ad attribuire loro una libertà inedita nel tentativo, spesso disperato, di ristabilire la supremazia del maschile. E’ la base di partenza da cui muove l’organizzazione del convegno promosso per venerdì 14 a palazzo della Provincia, a Ragusa, a partire dalle 10, dal dipartimento Famiglia di Forza Italia dell’area iblea sul tema “Uomini autori di violenza: quali strumenti di contrasto e strategie di prevenzione?”. Il convegno, che si rivolge a forze dell’ordine, psicologi, assistenti sociali, avvocati, medici e insegnanti, con il patrocinio dello stesso ente provinciale di viale del Fante, vedrà gli interventi del questore di Ragusa, Marco Giambra, del sindaco di Modica, Maria Monisteri, della coordinatrice provinciale Azzurro donna Sabrina Micarelli, della senatrice Daniela Ternullo, responsabile del dipartimento Famiglia presso il Senato della Repubblica. A concludere gli interventi il segretario provinciale di Forza Italia, Giancarlo Cugnata. A organizzare l’appuntamento Giusy Caccamo, responsabile provinciale del dipartimento Famiglia Forza Italia in provincia di Ragusa e responsabile della casa protetta “La forza della vita” che relazionerà su “La gestione della condotta maltrattante nella casa protetta: il fenomeno della violenza assistita”. Le altre relazioni saranno curate da Giovanna Blanco, psicologa e psicoterapeuta, responsabile del “Nucleo trattamento maltrattanti Donne a Sud” che parlerà de “I percorsi di recupero degli autori di violenza: un viaggio nella complessità psico-educativa” e da Rossana Caudullo, avvocato, responsabile centro antiviolenza Donne a Sud, sul tema “Responsabilità e cambiamento: il ruolo dei centri antiviolenza nel percorso di recupero degli uomini autori di violenza” oltre che dall’avvocato Neva Guccione, consulente legale casa protetta “La forza della vita”. “Durante il convegno – afferma la dottoressa Caccamo – vogliamo discutere dell’importanza di un approccio multidisciplinare che coinvolga giuristi, psicologi e operatori sociali per confrontarci sugli interventi giuridici ed educativi già attivi e quali nuove strategie adottare per contrastare la condotta maltrattante”.













1 commento su “Ragusa. Promosso convegno sulla violenza contro le donne, a cura del Dipartimento Famiglia Forza Italia”
Quando vi fu la rivoluzione bolscevica, fra I primi provvedimenti presi vi fu quello di legalizzare il divorzio, mentre allo stesso tempo si chiedeva/obbligava alle donne di lavorare al pari degli uomini.
Successivamente si inventarono gli asili, allo scopo di facciata di parcheggiare i figli, in realtà per indottrinarli.
Successivamente fu legalizzato l’aborto, utilizzato a tal punto che veniva praticato quale metodo contraccettivo, con donne che abortivano di prassi più e più volte.
Da noi, si è partiti col divorzio, si è arrivati all’aborto, con tutti i problemi psicologici noti conosciuti e comprovati da studi su studi, mentre in parallelo, la propaganda, instillava nelle donne il concetto di emancipazione, ossia una donna poteva sentirsi realizzata non prendendosi cura della famiglia, educando ed essendo presente per i figli e dedicandogli la sua amorevole e costante presenza, mentre l’uomo provvedeva al mantenimento, bensì mettendole in testa che poteva sentirsi realizzata solo lavorando, imitando l’uomo e mettendosi in competizione.
Da una parte, quindi, si ha avuto l’effetto di far calare gli stipendi, dall’altra di avere più persone da tassare, e con gli asili vediamo lo stato quali ideologie cerca di instillare, essendo ormai I bambini obbligati (per moda o necessità), ad andarci.
Vi sono analogie con i passi compiuti dal regime comunista? Tutte, passo per passo, la sostanza è identica.
Il problema attuale non nasce dall’uomo perché si sente scavalcato, ma dalla donna perché cerca di rivestire un ruolo che non è quello naturale, proprio perché da millenni così è stato, essere nel 2025 non significa dover cambiare la famiglia naturale e modificare ciò che dà sempre è stato per naturalezza e spontaneità biologica.
Mancando la presenza di una madre, i figli come possono crescere, quale amore e quali esempi possono avere, chi e come li educa? Questo è il problema societario, di derivazione comunista.
Strano che la politica non conosca determinati passaggi storici, non approfondisca le cause sociologiche e spari luoghi comuni ad pendula canem, soprattutto non veda lo stesso copione di un regime comunista di un secolo fa ripetersi, addirittura lo sostiene pur essendo di parte avversa.
Professionisti, non c’è che dire.