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ASU e l’imbuto del dissesto. CdL Modica: “Stabilizzazione a rischio per i Precari

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Modica, 22 Ottobre 2025 – Nonostante i proclami e le riunioni ai “massimi livelli” in Regione, la questione della stabilizzazione dei lavoratori ASU (Attività Socialmente Utili) impiegati negli enti locali in dissesto in Sicilia sembra essere precipitata in un vicolo cieco istituzionale. Il dramma di questi precari, che lavorano fianco a fianco con colleghi garantiti, è tornato al centro del dibattito, ma senza risposte concrete.

Risulta essersi tenuta, alcune settimane fa, una riunione della I Commissione all’ARS, alla presenza del Governo Regionale, dell’ANCI e di altri soggetti, per affrontare il nodo della stabilizzazione. Tuttavia, l’esito di questo incontro cruciale resta avvolto nel silenzio.

L’ipotesi più probabile è che tutte le parti abbiano convenuto sulla necessità di coinvolgere il Governo nazionale. Una mossa prevedibile, ma che solleva forti perplessità sulla reale utilità della convocazione regionale. La ragione è chiara: la competenza per le assunzioni di personale negli enti locali, specialmente quelli in dissesto, è di natura statale.

Per gli enti in dissesto, la normativa nazionale richiede non solo che i bilanci siano regolarmente approvati, ma anche un preventivo parere autorizzativo di un’apposita Commissione ministeriale.

“Se l’esito della I Commissione è stato quello di spostare tutto ad una interlocuzione col Governo nazionale e il Ministero competente non aveva senso convocarla per discutere un problema che la norma vigente rimanda alle prerogative statali. Lo si sapeva prima,” denuncia Salvatore Terranova, Segretario della Camera del Lavoro di Modica, che parla di “giochetti di bassa politica”. L’accusa è di aver creato un “strombazzata pubblica” e un impegno “pro-ASU” che in realtà non c’è, con la consapevolezza che solo Roma ha le chiavi per sbloccare la situazione.

Secondo Terranova, la vera motivazione di questo impegno “a intermittenza” è di natura elettorale: “La realtà è quella che tutti conoscono: gli asu servono per il consenso in determinate circostanze o momenti della vita pubblica quando la legislatura è in dirittura di arrivo e necessita coinvolgerli promettendo loro la terra promessa.”

Il riferimento è chiaro: tra quasi due anni, in Sicilia, si terranno le elezioni per il Presidente della Regione e per il rinnovo dell’ARS.

La maggior parte degli enti locali siciliani in dissesto presenta problemi insormontabili per la quadratura dei bilanci stabilmente riequilibrati. Si parla di anni prima che possano raggiungere tale obiettivo. Alla luce della normativa vigente, questi enti sono oggettivamente impossibilitati ad avviare le procedure di stabilizzazione, anche se il costo di queste assunzioni, come previsto in Sicilia, è interamente a carico del bilancio regionale fino al raggiungimento dell’età pensionabile dei lavoratori.

“È inaccettabile – sottolinea il sindacalista modicano – che lavoratori ASU, impiegati a tutti gli effetti negli uffici comunali, restino in una condizione di precarietà assoluta, senza tutele e senza previdenza, solo perché il loro Comune non riesce, anche dopo 5/6 anni dalla dichiarazione di dissesto, ad approvare i bilanci riequilibrati”.

La CGIL chiede un’azione immediata e decisiva: la Sicilia deve sollecitare e ottenere un intervento statale per la predisposizione di una norma di deroga.

Questa norma dovrebbe consentire la deroga alla normativa vigente in materia di assunzioni, limitatamente al personale ASU impegnato negli enti dissestati. L’obiettivo è permettere l’avvio immediato delle stabilizzazioni, a condizione che Il costo rimanga interamente a valere sul bilancio regionale; si  deroghi all’obbligo del bilancio riequilibrato; si bypassi il parere autorizzativo della Commissione ministeriale.

“Diversamente la stabilizzazione degli asu sarà solo chiacchera,” conclude Terranova, che annuncia l’impegno della CGIL a convocare tutti i parlamentari nazionali siciliani per aprire una “discussione seria e costruttiva”. L’unica strada è un intervento normativo dello Stato che ponga fine alla precarietà degli ASU in Sicilia.

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