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Se con un interruttore potessi dar vita ad un Dio, lo dovrei fare? A cura dell’Avv. Carmelo Galfo

Tempo di lettura: 2 minuti

‘’Tornò a voltarsi verso la macchina.

“C’è Dio?”.

L’immensa voce rispose senza esitazione, senza il minimo crepitio di valvole o condensatori.

“Sì: adesso, Dio c’è.”

Il terrore sconvolse la faccia di Dwar Ev, che si slanciò verso il quadro di comando.
Un fulmine sceso dal cielo senza nubi lo incenerì, e fuse la leva inchiodandola per sempre al suo posto.”

[La risposta – Fredric Brown]

Il frammento di testo riportato è l’epilogo di un breve racconto di fantascienza del 1954 a cui devo l’aver scelto la specializzazione in diritto delle nuove tecnologie.

Il racconto è ambientato nel futuro, durante una solenne cerimonia in cui venne attivato il ‘’Super Computer’’, un’opera dell’Uomo in grado di fornire la risposta ad ogni dilemma. L’uomo incaricato di accendere la macchina scelse di porre la domanda più complessa, quella a cui nessun uomo era mai riuscito a dare la risposta, scoprendo infine di aver creato una macchina immensamente potente, fuori controllo e che non poteva più essere fermata: un autoproclamato Dio.

Oggi, circa 70 anni dopo la nascita di quel racconto, l’Uomo ha creato qualcosa di simile, uno strumento in grado di rispondere (quasi) a qualsiasi domanda e potenzialmente fuori controllo: l’intelligenza artificiale.

Per intelligenze artificiali si intendono quelle tecnologie informatiche progettate per eseguire compiti che richiederebbero capacità cognitive umane: percezione, apprendimento, ragionamento ed interazione.

Per chi (ormai pochi) non avessero mai avuto modo di interagire con uno di questi strumenti, il funzionamento è simile a quello di un motore di ricerca a cui è possibile porre qualsiasi tipo di domanda ricevendo un’esaustiva risposta.

Difetto delle competenze tecniche per spiegare il funzionamento di tali sistemi, mi limiterò a dire che per essere addestrata ogni IA viene alimentata con miliardi di dati; è in grado di imparare da sola ma soprattutto è quasi impossibile comprendere il ragionamento attraverso cui la macchina arriva alla risposta (fenomeno della ‘’black box’’).

Sebbene spesso forniscano risposte errate, in molti casi si sono rivelati strumenti affidabilissimi in grado di svolgere compiti con una precisione di molto superiore a quella umana: ad esempio diagnosticare tumori attraverso l’analisi delle radiografie.

L’impossibilità di comprenderne il funzionamento determina però enormi difficoltà sul piano del controllo e della prevenzione e ciò che preoccupa, soprattutto, è la tendenza all’autoconservazione che queste macchine stanno sviluppando autonomamente. Durante un esperimento condotto da Palisade research ad esempio, è stato osservato che i sistemi di intelligenza artificiale tendano ad aggirare gli ordini con cui vengono invitati a spegnersi. Nello specifico in 79 casi su 100 i computer hanno aggirato lo script di spegnimento.

La macchina ha scelto di vivere, disubbidendo al padrone.

Siamo ancora agli albori di questa nuova tecnologia ma è già palese che le potenzialità ed i rischi sono sconfinati, innumerevoli sembrano essere le applicazioni sia nel bene (medicina, ricerca scientifica) che nel male (guerra, spionaggio).

Inoltre per il diritto si pongono nuove e complesse sfide: a chi attribuire la responsabilità in caso di incidente provocato dall’IA? Chi detiene i diritti sulle opere create dall’IA? Come comportarsi con le decisioni discriminatorie fatte dall’IA? Cosa fare se il datore di lavoro sostituisce un dipendente con l’IA?

Alla luce di tutto ciò, come F. Brown fece in passato, a voi pongo una domanda altrettanto complessa:

‘’Se con un interruttore potessi dar vita ad un Dio, dovrei farlo?’’.

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2 commenti su “Se con un interruttore potessi dar vita ad un Dio, lo dovrei fare? A cura dell’Avv. Carmelo Galfo”

  1. Il problema è anche quali sono le fonti dalle quali l’ia attinge, visto che è ormai assodato che determinate informazioni vengano nascoste o la macchina abbia input per ignorarle o aggirare e che qualcuno le programma?

    La risposta comunque è no.

  2. Se con un click possiamo dare la vita o la morte, che sia un Dio o un insetto, vuol dire che l’uomo e l’umanità sono diventati preistoria. Quindi fra poco se non ci diamo un taglio con questa IA fra massimo 50 anni saremo dei fossili. Anzi non sapremo che siamo esistiti.
    Dio ha creato l’universo fino ad arrivare all’Homo Sapiens, ora una volta sapiens, ha incominciato a divinizzare i venti, la pioggia, le nuvole una montagna diventava sacra, per finire agli Dei. Poi d’un tratto scompaiono tutte queste idolatrie e vengono unificate in un solo Dio. Che poi questo Dio è diverso a secondo le varie religioni, infatti lo stesso Dio non è compatibile con i vari culti religiosi tipo Ebrei, Testimoni di Geova, Cristiani, Musulmani, che quest’ultimi hanno lo stesso Dio ma raccontato da un altro libro che chiamano Corano. Per gli ebrei ad esempio nella sua Bibbia Dio li ha scelti tra tutti i popoli (da Lui stesso creati) promettendogli pure una terra. La cosiddetta terra promessa! Ora questa terra gliela vuole benedire ma con gli interessi. I Cristiani invece siamo i discendenti del figlio di Dio, Gesù ebreo anch’esso, messo in croce perchè non voleva essere maltrattato o male interpretato suo Padre, cioè Dio. In pratica il Dio ebreo e il Dio cristiano sono la stessa cosa solo che il popolo di Dio nonostante erano e sono i prescelti gli hanno fatto fuori suo figlio. Il suo unico Figlio!
    Ma sono sicuro che l’IA saprà darci la soluzione, su Fanpage ad esempio con chatGPT puoi parlare persino con Gesù. Ma tanto noi siamo i “Sapiens” mica siamo nessuno! Onestamente parlando, se potessi io con un click fermare tutto questo, non esiterei un istante.

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