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Continuità didattica: a Ragusa il nodo del sostegno non si scioglie

Il caso di un alunno assegnato a due docenti diversi riaccende il dibattito. In Sicilia quasi la metà dei posti è coperta da supplenti in deroga
Tempo di lettura: 2 minuti

RAGUSA, 14 Settembre 2025 – Garantire la continuità del docente di sostegno è un pilastro fondamentale della scuola inclusiva. Le recenti normative nazionali, come il Decreto-legge 71/2024 e il Decreto Ministeriale 32/2025, hanno introdotto una novità importante: la possibilità per le famiglie di chiedere che lo stesso insegnante segua l’alunno con disabilità anche nell’anno successivo. L’obiettivo è chiaro: rafforzare il legame educativo e assicurare stabilità.

La procedura è stata definita per essere semplice: entro il 31 maggio la famiglia presenta domanda, e il dirigente scolastico, dopo aver sentito il Gruppo di Lavoro per l’Inclusione (GLI), valuta la richiesta. Se ci sono i requisiti, il docente viene confermato con priorità. Ma la realtà, spesso, è molto più complessa.

Anche a Ragusa non mancano le difficoltà. Un bambino con disabilità, per cui la famiglia aveva formalmente richiesto la conferma del docente di sostegno che lo aveva seguito, si è visto assegnare due insegnanti diversi. Nonostante l’impegno dell’Ufficio Scolastico provinciale per trovare una soluzione, la decisione ha disatteso le aspettative dei genitori, spezzando quella continuità didattica costruita con grande fatica.

“La vicenda – denuncia la Gilda Unams –  mette in luce una lacuna del sistema: la norma, infatti, assegna le cattedre in base alle operazioni di mobilità, lasciando la possibilità di applicare la continuità solo per le ore residue, un meccanismo che non sempre funziona a tutela degli alunni più fragili.

Il caso di Ragusa non è isolato, ma si inserisce in un contesto regionale ben più ampio e complesso. In Sicilia, quasi la metà dei posti di sostegno è coperta da supplenze in deroga. Una condizione che rende il principio di continuità strutturalmente fragile e difficile da applicare”. La Gilda degli Insegnanti, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico, sottolinea da tempo la necessità di regole più chiare e, soprattutto, di organici stabili per i docenti. L’unica via, secondo il coordinatore provinciale, è la stabilizzazione dei docenti precari, non solo per tutelare i lavoratori, ma soprattutto per garantire ai ragazzi più vulnerabili il diritto a una continuità educativa.

La vicenda di questo alunno ibleo dimostra quanto sia urgente e fondamentale rendere effettiva la continuità didattica, perché il diritto all’istruzione dei bambini e dei ragazzi più fragili non può essere interrotto da logiche burocratiche o carenze di organico.

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