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Iblea Acque sotto accusa: UNC Modica diffida il gestore idrico per fatturazioni irregolari

Tempo di lettura: 2 minuti

Modica, 12 luglio 2025 – Una dura contestazione si abbatte su Iblea Acque S.p.A., il gestore del servizio idrico integrato. L’Avv. Antonino Di Giacomo, nella sua duplice veste di utente e di corresponsabile della sede locale dell’Unione Nazionale Consumatori (UNC) di Modica, ha formalmente diffidato la società, accusandola di violazioni reiterate e sistematiche della normativa vigente in materia di frequenza di fatturazione. Nel mirino, in particolare, le direttive contenute nelle Delibere ARERA n. 655/2015/R/IDR e 547/2019/R/IDR.

Secondo l’Avv. Di Giacomo, la condotta di Iblea Acque non è solo “contra legem”, ma anche “gravemente lesiva degli interessi degli utenti”. Questi ultimi, a suo dire, si troverebbero costretti a sopportare “costi ingiustificati e disagi ripetuti” a causa di una gestione “errata, sistematica e arbitraria della fatturazione”.

Il caso personale dell’Avv. Di Giacomo, relativo all’utenza del suo studio legale a Modica, è emblematico. Nonostante avesse segnalato un credito pregresso e l’assenza quasi totale di consumi idrici da oltre un anno e mezzo, Iblea Acque ha continuato a emettere bollette in acconto con cadenza trimestrale, “del tutto scollegate dalla realtà dei consumi”. A ciò si aggiunge il mancato riscontro da parte del gestore, nonostante l’obbligo di legge. Una situazione analoga è stata riscontrata anche per altre due utenze personali dell’Avv. Di Giacomo, sempre con consumi annui inferiori a 100 m³, ma fatturate illegittimamente con frequenze quadrimestrali o trimestrali.

La diffida si basa sull’Art. 40 della Delibera ARERA n. 655/2015/R/IDR, che stabilisce chiaramente la frequenza massima di fatturazione in base ai consumi annui. Per le utenze con consumi fino a 100 m³ all’anno, come quelle citate, la normativa prevede un massimo di due fatture semestrali all’anno. La prassi di Iblea Acque, che emette bollette con maggiore frequenza, viene definita dall’Avv. Di Giacomo “non conforme, arbitraria e abusiva”.

Questa irregolarità, inoltre, genera costi accessori ingiustificati per gli utenti. Ogni bolletta comporta costi fissi di riscossione o commissione (circa 2,50 euro a fattura), che si traducono in un aggravio economico di circa 10 euro annui per utenza, anziché i 5 euro previsti con due sole emissioni. L’Avv. Di Giacomo ha inoltre dichiarato di non voler autorizzare la domiciliazione bancaria, data la “frequenza e gravità degli errori riscontrati nelle bollette in acconto”.

Alla luce di quanto esposto, l’Avv. Di Giacomo ha formalmente diffidato Iblea Acque S.p.A. a:

Adeguare la frequenza di fatturazione a non oltre due bollette semestrali annue per le utenze con consumi inferiori a 100 m³/anno.
Sospendere l’invio di fatture in acconto non basate su letture reali.
Rettificare le fatture già emesse e riconoscere eventuali crediti derivanti da versamenti in eccesso.
Riconoscere l’indennizzo previsto per la mancata risposta al reclamo e per condotte scorrette.
Fornire un riscontro scritto entro 30 giorni.
In caso di mancato adeguamento, l’UNC Modica annuncia azioni severe: verrà inviata una segnalazione formale allo Sportello per il Consumatore ARERA, sarà promosso ricorso presso l’Autorità Giudiziaria e verrà data ampia diffusione mediatica alla questione per sensibilizzare l’opinione pubblica.

“Questa iniziativa, ha sottolineato l’Avv. Di Giacomo, coadiuvato dall’Avv. Stefano Di Giacomo, non ha solo una valenza personale, ma un interesse collettivo diffuso. Numerosi cittadini di Modica e dei comuni limitrofi serviti da Iblea Acque hanno segnalato analoghe criticità, rendendo urgente il ripristino di “trasparenza, correttezza e legalità” nella gestione del servizio idrico, con particolare attenzione alle famiglie economicamente più fragili”.

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13 commenti su “Iblea Acque sotto accusa: UNC Modica diffida il gestore idrico per fatturazioni irregolari”

  1. Suggerisco all’avv. Di Giacomo di passare in rassegna anche altre delibere dell’ARERA: troverà numerose altre violazioni delle disposizioni impartite dall’Autorità da parte di Iblea Acque. era ora che ci fosse qualcuno che ne richiamasse il rispetto e l’osservanza, come sto dicendo da mesi!!

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  2. Avv. Di Giacomo,
    Quanto esposto accomuna tanti cittadini stretti nella morsa di uno strozzinaggio pubblico, ma le vorrei fare una domanda?
    Da quel famoso referendum sull’acqua uscì fuori che l’acqua non doveva essere privatizzata. Ora loro hanno creato una società a suo dire partecipata, per la precisione
    “Iblea Acque Società per Azioni in house” che poi viene definita anche “Società integrata”. Con questa formula mi dicono che l’acqua non è privata in quanto i soci sono i Sindaci della provincia però ora i sindaci di recente hanno fatto ricorso a loro stessi e il TAR glielo ha rigettato. Poi al punto 6 dello statuto è citato:

    Art. 6 Versamenti e finanziamenti soci

    I soci avranno facoltà di eseguire, anche su proposta dell’organo amministrativo o
    dell’assemblea dei soci, ed in conformità alle disposizioni di legge ed alla disciplina
    regolamentare del CICR vigenti, finanziamenti sia fruttiferi che infruttiferi, ovvero versamenti
    a fondo perduto a copertura perdite o versamenti in conto capitale.
    In caso di versamenti in conto capitale, le relative somme potranno essere utilizzate
    anche per la copertura di eventuali perdite, ovvero imputate ad aumento del capitale, previa
    delibera assembleare.
    COMUNE DI GIARRATANA Prot. n. 0003019 del 22-04-2022 arrivo
    I finanziamenti dei soci possono essere anche non proporzionali alle quote
    possedute.
    Qualora i soci, per ragioni di carattere ecologico o sociale ed in relazione ai propri fini
    istituzionali, prevedano che la Società effettui un servizio o svolga un’attività il cui costo,
    intero o parziale, non sia recuperabile dai fruitori del servizio né mediante contributi di altri
    enti, ovvero non sia indicato nel contratto di servizio o nel bilancio di previsione, provvedono
    in ogni caso ad assicurare la copertura del costo corrispettivo.
    E’ vietata alla società la raccolta di risparmio tra il pubblico a sensi delle vigenti
    disposizioni di legge in materia bancaria e creditizia.

    La domanda è, l’acqua è privatizzata o no? Se si, quanto legittima è Iblea Acque costituzionalmente se il referendum è stato chiaro sulla privatizzazione?

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  3. La stessa cosa succede a me e a tanti altri utenti, sarebbe ora di smetterla.
    Invito chi si trova in questa situazione a segnalarlo intanto in questo giornale, in modo da fare massa critica

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  4. Salvatore Vindigni

    Credo di non segnalare niente di nuovo, denunciando quello che accade a me , ma come a tanti altri. Da quando è subentrata Iblea Acque continuo a ricevere trimestralmente fatture su 2 contatori senza consumi da anni , con letture di presunti consumi precedenti (esagerati ed inesistenti) che puntualmente contesto con PEC e foto dei contatori ed invito a mandare un lettore per accettarlo, senza ottenere alcun risultato. Puntualmente arriva la fattura e segnalando tra l’altro tutto un arretrato da pagare.
    Sarebbe opportuno che una associazione magari di consumatori, promuova una class action a tutela di tutti gli utenti, perché è diventato ormai quasi una persecuzione, perché prima o poi nascerà un contenzioso.

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  5. Avv. Antonino Di Giacomo

    Sig Stornello Cerchiamo di analizzare l’ affermazione dell acqua che non può essere privatizzata .
    Acqua: Bene Pubblico e Gestione “In House”
    L’affermazione “l’acqua non può essere privatizzata ma può essere affidata ad una società in house” riflette una realtà normativa e gestionale complessa, specialmente in Italia.
    L’Acqua come Bene Pubblico
    In Italia, il concetto di acqua come bene pubblico essenziale è fortemente radicato e ha trovato conferma in diverse pronunce giurisprudenziali e, soprattutto, nel referendum del 2011. Quest’ultimo ha abrogato alcune norme che aprivano alla gestione privatistica dei servizi idrici, riaffermando con forza che la gestione dell’acqua non deve mirare al profitto. L’acqua è considerata una risorsa universale e inalienabile, la cui disponibilità e qualità devono essere garantite a tutti, indipendentemente dalla logica di mercato.
    La Gestione “In House”
    Se la privatizzazione completa dell’acqua è esclusa o fortemente limitata, la gestione può comunque essere affidata a soggetti specifici. Qui entra in gioco il concetto di società “in house”.
    Una società “in house” è un organismo di diritto pubblico o una società di capitali il cui capitale sociale è interamente detenuto da uno o più enti pubblici (come Comuni, Province, Regioni). La caratteristica fondamentale è che la società deve esercitare la propria attività principalmente a favore dell’ente o degli enti pubblici che la controllano, e questi ultimi devono esercitare sulla società un controllo analogo a quello esercitato sui propri servizi interni. In altre parole, la società “in house” è considerata una sorta di “longa manus” dell’ente pubblico.
    Vantaggi della gestione “in house” per il servizio idrico:
    * Controllo Pubblico: dovrebbe Mantenere un controllo diretto sulla gestione di un servizio essenziale come quello idrico, garantendo che le priorità siano il bene comune e l’efficienza del servizio, piuttosto che il profitto.
    * Trasparenza: Essendo soggetta al controllo pubblico, la gestione “in house” è spesso tenuta a standard di trasparenza più elevati. Dovrebbe !
    * Rispetto dei Principi Pubblici: Permette di rispettare i principi di universalità del servizio, equità tariffaria e tutela della risorsa idrica, che sono alla base della gestione pubblica dell’acqua. Dovrebbe !
    * Evitare Gare d’Appalto: L’affidamento a una società “in house” consente agli enti pubblici di non dover ricorrere a complesse e lunghe procedure di gara d’appalto per l’affidamento del servizio idrico, a patto che siano rispettati i requisiti del controllo analogo.
    In sintesi, l’affermazione è corretta: l’acqua in Italia è riconosciuta come bene pubblico e, pur non potendo essere completamente privatizzata nel senso di una gestione finalizzata al profitto, la sua erogazione e gestione possono essere delegate a soggetti che, seppur formalmente distinti dall’ente locale, ne mantengono la natura pubblica attraverso il meccanismo del controllo “in house”. Questo modello cerca di conciliare l’efficienza gestionale con la salvaguardia del carattere pubblico di una risorsa vitale.
    Ecco perché l’ iblea acqua dovrebbe assicurare agli utenti legittimità , parità di trattamento , equità e rispetto della normativa e il rispetto della normativa e delle delibere Arera

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  6. Con buona pace di tutti possiamo dire che non c’è alcuna privatizzazione dell’acqua.
    Poi dire che la società di gestione funzioni è altra cosa.

  7. Ben vengano queste iniziative , nella speranza che portino ad un cambio di rotta da parte del gestore. Con l’occasione direi ci fosse pure la necessità di fare emergere all’attenzione pubblica la gestione del cimitero di modica , e specificamente ai costi necessari per sepolture realizzazione lapidi ecc che devono essere eseguiti dal gestore e con costi al di fuori di ogni logica di mercato…consapevole di essere fuori tema ma ho voluto cogliere l’occasione .

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  8. Grazie della risposta Avv. Di Giacomo, dalle sue parole non ho potuto non notare i condizionali a proposito della bontà che dovrebbe avere Iblea Acque. In pratica Iblea Acque dovrebbe essere una specie di missionario ed evangelizzare i cittadini per il bene comune e di prima necessità. Cioè l’acqua! Quell’acqua che vogliono impreziosire ad ogni costo per poi venderci la paura di perdere un diritto che non “andrebbe” pagato.
    Questa S.p.A. fa tutto questo, anzi, “dovrebbe” fare tutto questo senza trarne profitti? Io non ho mai visto una S.p.A. senza avere grandi profitti. Invece questa non appena nata già ha prodotto 40 milioni di debiti. Non ho ancora compreso chi pagherà questi debiti….
    Questo è il mio sentimento, poi possono inventarsi tutte le “House” che vogliono e tutte le altre paroline ad effetto, ma alla fine chi gestisce cosa?

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  9. Un modicano stufo

    A me le bollette forfettarie arrivano dall’ amministrazione Di Martino, e continuano pure adesso. Solo che adesso è praticamente impossibile farle sistemare, a differenza prima al comune me li sistemavano. Mi chiedo, come devo fare per sistemare questa cialtroneria? E come mai gli errori sono sempre in eccesso? La verità e che è una forma mascherata di privatizzazione, per colpa di leggi fatte appositamente per lucrare sui cittadini, cittadini che non sono tutelati da queste leggi farlocchie.

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  10. Non fanno letture e mandano bollette con false letture o senza letture, così non abbiamo nessun controllo.
    Pagare quelle bollette vuol dire perdere i soldi perchè non è possibile nessun conguaglio o aggiustamento nel tempo, per non parlare che gli oneri fissi vengono pagati più del necessario, per intenderci, se pago la bolletta annualmente come avveniva prima pagavo una sola volta gli oneri fissi, se li pago tante volte, addirittura senza alcun controllo, anche perchè le poste le consegnano (quando le consegnano) fuori tempo ed a volte non le consegnano, i costi degli oneri fissi sono quadruplicati o forse più ancora.
    Fra contatori guasti, letture non fatte e bollette pagate senza una reale gestione delle somme versate da parte di Iblea Acque, è evidente che si sia perso il controllo.

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  11. Roberto, lei dà un colpo al cuore a Spinello, perchè lui invece sà che l’acqua è privatizzata e sa “tira” rà sterna!
    La gestione di Iblea Acque è pessima per tantissimi motivi che a noi non interessano, ma stà saltando tutto anche in questo.

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  12. avv.antonino Di Giacomo

    Tenuto conto che per motivi tecnici e di spazio redazionale non è stato indicato la seguente nota che ritengo rilevante per il contribuente:
    riporto ” quanto stabilito dall’articolo 40 della Delibera ARERA n. 655/2015/R/IDR, così come modificato dalla Delibera 547/2019/R/IDR, riguardo alla frequenza minima di fatturazione del servizio idrico integrato in base al consumo medio annuo.
    Ecco una sintesi tabellare del contenuto:

    Consumo annuo (m³) Numero massimo di fatture/anno Frequenza

    Fino a 100 m³ 2 Semestrale
    Da 101 a 1.000 m³ 3 Ogni 4 mesi
    Da 1.001 a 3.000 m³ 4 Trimestrale
    Oltre 3.000 m³ 6 Bimestrale

    Note utili:
    Massimo di fatture significa che l’ente gestore non può emettere più fatture di quelle indicate in relazione alla fascia di consumo.

    Questo vincolo è stato introdotto per evitare fatturazioni troppo frequenti, che potrebbero risultare onerose per gli utenti, specialmente per i consumi contenuti.

    La delibera si inserisce nel quadro della regolazione della qualità contrattuale del servizio idrico integrato, che mira a rendere più trasparente e sostenibile il rapporto tra gestore e utente finale.

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