
Pozzallo – La nave Sea-Eye 5 è stata posta sotto sequestro nel porto di Pozzallo. Il provvedimento, disposto dall’autorità giudiziaria, è giunto dopo il salvataggio di 65 migranti avvenuto sabato scorso nel Canale di Sicilia. La notizia è stata confermata dalla stessa ONG tedesca Sea-Eye, che a bordo della nave aveva raccolto anche diverse persone ferite.
Gorden Isler, presidente di Sea-Eye, ha duramente criticato il sequestro, definendolo “un atto politico e un grave attacco ai salvataggi in mare”. Isler ha denunciato una “precisa strategia” volta a imporre regole “incompatibili con gli standard di sicurezza”, punendo le organizzazioni che si rifiutano di conformarsi. La ONG ha contestato, in particolare, le indicazioni del MRCC (Maritime Rescue Coordination Center) di trasbordare solo i soggetti fragili su una motovedetta della Guardia Costiera. Tali indicazioni sono state ritenute insufficienti dalla ONG, che ha evidenziato la necessità di cure per tutte le persone soccorse.
In merito all’accusa di un presunto ritardo nella richiesta di assegnazione del porto di sbarco, Sea-Eye ha precisato di aver contattato più centri di coordinamento, inclusi quelli di Brema e Roma, fornendo la documentazione a supporto delle comunicazioni. Dopo l’iniziale assegnazione del porto di Taranto, la nave ha fatto presente l’impossibilità di affrontare una tale distanza, sia per i limiti tecnici della Sea Eye 5 sia per le precarie condizioni delle persone a bordo. La nave è stata quindi costretta ad attendere sei ore al largo di Pozzallo, durante le quali una donna incinta è stata infine trasferita su una motovedetta.
Il sequestro della Sea-Eye 5 riaccende il dibattito sulle operazioni di soccorso in mare e sulle politiche migratorie in Italia.