
Sai qualcosa del tabacco cubano? In tutta l’isola caraibica sanno che questa è una storia molto lunga, che quando il nonno dice la prima parola, le frasi si concatenano, le storie si collegano tra loro, e poco a poco, costruendo un cammino di parole che gira intorno a Cuba, prende la via del mare e fa il giro del mondo, finché la parola tabacco finisce nella bocca persino di uno delle Kiribati. Il punto di partenza di questa narrazione sono state, per più di due secoli, le mani della gente di Pinar del Río, gente dell’ovest, mani semplici che hanno scelto la tradizione come fonte di sostentamento. Tra i discendenti moderni c’è la signora Mileidys, insegnante per vocazione, ma che di fronte alle vicissitudini della vita, non ha avuto altra scelta che dedicarsi al lavoro della terra. Sette anni fa suo marito mancò, e poiché la produzione di tabacco rappresentava il reddito principale della sua famiglia, si impegnò per far proseguire l’attività della fattoria. Ma le loro battaglie non sono state poche. L’anno scorso Cuba ha registrato uno degli uragani più violenti di tutti i tempi, Ian di categoria 3, si è abbattuto sull’isola proprio nella località di La Coloma, non lontano dalla fattoria della Mileidys, che ci ha raccontato: “Quando ho fatto un giro nel territorio, delle 59 tabaccherie che possedevano questi terreni, solo 6 erano rimaste in piedi. Sarò sincera, non pensavo che la mia tabaccheria sarebbe stata rasa al suolo, non era nuova, ma non era neanche così male, ma invece quel ciclone l’ha completamente distrutta. La parte più difficile è stata dopo che la tempesta è passata, alla visione di tutti questi campi completamente devastati”. E già l’uragano aveva completamente distrutto la produzione di Pinar del Río. La Mileidys, con gli occhi gonfi di lacrime, non sapeva cosa fare, i suoi figli erano scoraggiati, pensavano che sarebbe stato impossibile realizzare nuovi raccolti, perché mancavano le risorse. Pur tuttavia, non lasciando spazio all’angoscia, la nostra Mileidys racconta che lei e i suoi figli hanno costruito un sogno basato sulle macerie, hanno salvato il legno e lo zinco come potevano, affrontando di petto la disperazione. Hanno rimesso piede sulla terra e sono riusciti ad essere anche uno dei pochi produttori che hanno potuto ripiantare, dopo un lungo procedimento di selezione, nella loro terra. Con la tabaccheria realizzata a metà, la famiglia ha ottenuto più del 50 per cento delle sovvenzioni stanziate per le calamità naturali. La vita di Mileidys se vogliamo paragonarla a qualcosa, è una sorta di odissea, un’incarnazione di Omero. Questa indomita cubana non si è arresa, non ha smesso di pensare che il futuro era quello di rimboccarsi le maniche e ripartire, guardando avanti. “Il tabacco – ha detto la Mileidys – richiede molta dedizione, ma la soddisfazione più grande è quando vedi il risultato finale, quando hai guadagnato i soldi per i bisogni primari della famiglia che rendono la tua vita più umana. Cari amici, la storia del tabacco è lunga, ma ci sono sempre nuove bocche che la raccontano, abili a svelare i misteri nascosti nelle foglie e tra il fumo di un fumatore, si sente la voce degli indios Taíno, la voce che sussurra “Cohiba” l’eccellenza del sigaro cubano, esportato, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo.