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Operazione “Easy credit”. Domiciliari all’imprenditore di Modica

Tempo di lettura: 2 minuti
Arresti domiciliari per il modicano 55enne arrestato un mese e mezzo fa nell’ambito dell’operazione “Easy credit”, ovvero “Credito facile”, che ha visto indagate 6 persone, residenti in Sicilia, Lombardia e Puglia. Tra questi anche l’imprenditore di Modica, l’unico finito in manette per la truffa allo Stato sul sisma bonus. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia nel carcere di Ragusa l’uomo si era avvalso della facoltà di non rispondere. I suoi legali avevano quindi avanzato richiesta di revoca della misura cautelare o di una sua attenuazione. Ora sono quindi stati concessi i domiciliari all’indagato, su decisione del tribunale del riesame di Catania. Secondo quanto ricostruito dalla guardia di finanza, la società riconducibile al modicano sarebbe esistita solo sulla carta, gli interventi edilizi sarebbero stati solo fittizi, ma il guadagno di 2 milioni 800.000 euro sarebbe invece stato più che concreto. Erano stati sequestrati beni per circa 3 milioni e mezzo di euro, l’equivalente dei crediti indebitamente maturati nell’ambito del raggiro. Stando a quanto emerso dalle indagini, 5 persone compiacenti avrebbero falsamente attestato di aver ricevuto una serie di lavori di ristrutturazione edilizia per il rischio sismico, su immobili che non erano mai stati nella loro disponibilità, da parte di una società riconducibile all’imprenditore modicano, formalmente operante nel settore della costruzione di edifici residenziali. La società facente capo all’indagato, di fatto risultata una “cartiera”, avrebbe acquistato i crediti d’imposta generati dai fittizi lavori mediante l’opzione dello sconto in fattura. Gli immobili utilizzati per l’inserimento nelle comunicazioni, inviate all’agenzia delle entrate dagli indagati, sarebbero risultati di proprietà di altre persone, all’oscuro di tali operazioni. All’imprenditore di Modica erano quindi state sequestrate 8 auto e altrettanti immobili. Nel dettaglio il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Ragusa aveva disposto il sequestro di quote societarie, beni, disponibilità finanziarie degli indagati, nonché il blocco sul portale dell’agenzia delle entrate dei crediti compensabili nei cassetti fiscali riconducibili a 8 imprese e 3 risultati cessionari finali dei fittizi crediti di imposta. I crediti fittizi sarebbero stati difatti ceduti più volte a terzi per consentire poi la monetizzazione tramite intermediari finanziari del bonus sisma e la successiva dispersione del profitto del reato. In tal modo gli indagati, secondo gli inquirenti, si sarebbero dunque assicurati i proventi illeciti che sono stati in gran parte auto riciclati per far perdere ogni traccia delle origini fraudolente delle risorse economiche illecitamente percepite.
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4 commenti su “Operazione “Easy credit”. Domiciliari all’imprenditore di Modica”

  1. Ha ragione Francesco, la gente crede che “rubare” soldi allo stato non sia una cosa degna di indignazione. Purtroppo tutti questi atti delinquenziali alla fine fanno enormi danni e tutti, ma proprio tutti i cittadini pagheranno indirettamente.
    Ecco perchè il problema più grave in Italia sono la poca moralità dei cittadini, capisco che ora arriverà il commento di gente che si offende per questo, ma è la pura realtà.
    Una politica che non tiene conto dell’altissima percentuale di “imbroglioni” a tutti i livelli in Italia è una politica superficiale.

  2. Francesco
    Ormai siamo sempre indignati. Per tutto! Diciamo che siamo rassegnati. In Italia non esiste la certezza della pena. E basterebbe restituire il malloppo. Non ci sarebbe bisogno della carcerazione. Un detenuto ha un costo.

  3. Tanta delinquenza perché il gioco vale la candela!!! Non è solo la certezza della pena che manca, ma l’amministrazione sana della giustizia nel suo intero. I domiciliari sono una stranezza!!! Il reato non merita alternative al carcere.. la restituzione del malloppo e il risarcimento di ogni danno dovrebbe essere senza esitazione….ma campa cavallo che l’erba cresce….!!!! chi delinque a certi livelli non è mai da solo, agisce in società che non è quella dei polli…il caso in questione ne è esempio. La cosa che indigna oltre, é la tutela che si vuole dare al soggetto, omettendone il nome. Disparità di trattamento anche nella cronaca…

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