
Il giornalista modicano Angelo Di Natale è comparso davanti alla Commissione Parlamentare Antimafia a Palazzo San Macuto insieme all’ex sindaco di Racalmulto, Salvatore Petrotto. Di Natale, ex dipendente Rai fatto fuori con un sistema non chiaro, ha prlato del cosiddetto ‘Sistema Montante’ venuto alla luce nel processo di Caltanissetta e riferito a Vincenzo Morgante caporedattore di Tgr Sicilia da ottobre 2003 a ottobre 2013 e direttore della Tgr da ottobre 2013 a settembre 2018(da allora è direttore di Tv 2000, l’emittente di cui è editrice la Cei, Conferenza episcopale italiana, di cui è imminente la sentenza della Corte d’Appello, un sistema che sarebbe stato molti operante nell’informazione Rai della Tgr, prima in Sicilia) e poi anche altrove.
Di Natale è stato invitato dalla Commissione bicamerale a chiarire le fasi del suo rapporto di lavoro con la Rai e il suo licenziamento disciplinare disposto dall’azienda concessionaria del Servizio pubblico: una reazione punitiva e ritorsiva, secondo il giornalista, per avere egli tentato in quegli anni di fare riflettere e discutere la redazione sull’asservimento del prodotto informativo del Servizio pubblico ad interessi privati e a centri di potere esterni come, appunto, il ‘Sistema Montante’ di cui già allora emergevano chiari i primi segnali e che il processo di Caltanissetta ha svelato in modo perentorio.
Rispondendo alle domande di diversi parlamentari della Commissione e del presidente Nicola Morra, Di Natale ha illustrato gli ambiti, i temi, le dinamiche e gli intrecci secondo cui le decisioni dell’allora caporedattore Morgante sui contenuti dell’informazione regionale erano strumentali e funzionali al ‘Sistema Montante’ e ai suoi interessi, privati e non di rado illeciti, in un patto corruttivo che ha comportato un furto di verità in danno dei cittadini-utenti-contribuenti e la mercificazione, per fini privati, delle funzioni del Servizio pubblico.
Molte conferme dell’esistenza opprimente di tale ‘sistema’ in Rai sono venute anche dal processo penale per calunnia nei confronti di Di Natale conclusosi di recente dinanzi al Tribunale di Palermo con sentenza di assoluzione, rivenuta irrevocabile per mancata impugnazione sia del Pm che della parte civile, Morgante dalla cui querela è scaturito il processo.
Per decisione della presidenza della Commissione alcune fasi dell’audizione sono state escluse dalla divulgazione pubblica. Inoltre su tutto quanto dichiarato, considerata la rilevanza dei fatti anche alla luce della gravità di taluni sviluppi, a Di Natale sono state chieste integrazioni e documentazioni che il giornalista ha detto di potere rendere al più presto disponibili.
2 commenti su “Di Natale in Commissione Antimafia: il “sistema Morgante” in RAI”
Se l’informazione pubblica italiana è scesa dal 43° al 58° posto mi appare un regalo da parte di chi redige questa graduatoria.
Quasi ogni giorno su striscia il famoso Pinuccio mette a nudo il marcio della Rai in quanto ente pubblico.
Il giornalismo in Italia ormai è un romanzo di fantascienza costruito e montato secondo le necessità del momento e secondo le necessità di chi li paga o di chi gli garantisce una brillante carriera. Mi spiace per i tanti che sono legati e tenuti al guinzaglio e non parlano per timore di ritorsioni o perchè ricattati.
Angelo Di Natale l’ho visto sempre un giornalista serio e se oggi si deve difendere perchè ha detto delle verità scomode, significa che quelle verità costituiscono un’offesa. Oggi è questo il grado di verità!
Angelo, una persona x bene,umile,preparato e professionale..spero tanto che sia fatta giustizia