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Sfratto coatto nello sciclitano. Forconi sul piede di guerra

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Giorgio Occhipinti  deve rispettare obbligatoriamente due ordini giudiziari emessi dal  Tribunale  di Ragusa. Per lui è pronto lo sfratto che sarà attuato la prossima settimana.

“Quello  che sta vivendo Occhipinti – denuncia Mariano Ferro del movimento I Forconi – è ingiusto e sbagliato ma nessuno intende chiarirlo e tanto meno trovare una soluzione.

Non esiste un Giudice a Ragusa in grado di risolvere in maniera chiara la contraddizione che si è creata e a pagare il prezzo più alto sarà il malcapitato cittadino.

Succede questo: Occhipinti deve pagare tutti i suoi debiti con i frutti della sua azienda agricola ma il Tribunale acconsente che quella stessa azienda agricola di Scicli gli venga tolta, perché è stata venduta all’asta.

Anzi, ancor più grave è che Occhipinti ha oramai pagato tutti i suoi debiti, ma allo stesso tempo ha perso la sua azienda, la sua unica casa, i suoi animali e le sue colture: le stesse che il Tribunale gli aveva assicurato di lasciargli se avesse pagato i debiti.

Mentre lui ha mantenuto gli impegni presi, il Tribunale no”

Lo sfratto è stato fissato per il prossimo sette aprile. Occhipinti aveva subito un pignoramento immobiliare nel lontano 1984 (procedura esecutiva immobiliare iscritta al n° 82/1984 R.G.Es.Imm. del Tribunale di Ragusa ed alla quale sono state in seguito riunite le procedure esecutive immobiliari n° 49/1985 R.G.Es.Imm., n° 102/1998 R.G.Es.Imm. e n° 26/2009 R.G.Es.Imm.).

Il 28 ottobre 2016 l’imprenditore depositava innanzi il Tribunale di Ragusa una proposta di accordo ex art. 9 della L. n° 3/2012 (legge anti-suicidio) registrata al n. 1237/2016 R.G.V.G. del Tribunale di Ragusa con cui si impegnava a pagare i creditori con le proprie forze, attraverso i profitti della propria azienda agricola.

Il 19 novembre dello stesso anno il Tribunale di Ragusa si riservava di valutare la proposta. Appena un mese dopo, mentre si attendeva la decisione, gli immobili che compongono l’azienda agricola venivano venduti all’asta.

Appena 5 giorni dopo lo stesso Tribunale sospendeva la procedura esecutiva e, con il consenso del 97% dei creditori, omologava il piano di pagamento proposto da Occhipinti.

Il Tribunale riconosceva valida la proposta perché Occhipinti aveva dimostrato di potere pagare attraverso il lavoro dell’azienda agricola.

L’uomo dal 2018 ad oggi sta pagando puntualmente le rate del piano omologato, versando  1.863,84 euro al mese. “Non ha mai saltato una sola rata ed ha già pagato tutti i creditori privati, versando oltre 146.168,22 euro e sta pagando il residuo alla Riscossione Sicilia Spa.

Nonostante questo, il Tribunale di Ragusa non ha annullato l’asta e sta permettendo a chi aveva acquistato i suoi terreni, di portarglieli via, buttandolo fuori da casa sua e dalla sua terra.

Occhipinti deve continuare a pagare i debiti ma deve contemporaneamente lasciare tutti i suoi terreni, i suoi animali (più di 120 capi di bestiame) e la sua unica casa, nella quale vive da oltre 45 anni!

Se la legge antisuicidi è stata voluta per garantire ai debitori di salvare la casa, l’azienda e ogni loro bene, questo per Occhipinti non è valso!

Lui deve pagare i debiti attraverso l’azienda agricola ma deve anche lasciare l’azienda agricola e la propria abitazione il 7 aprile prossimo!

Tutto questo accade perché lo stesso Tribunale non riesce a dire quale decisione sia quella giusta.

Come sia possibile? Non è dato saperlo.

E’ certo però che Occhipinti ha dovuto iniziare più di 25 processi sino ad oggi per chiedere giustizia, per implorare il Tribunale a risolvere la questione e fino a oggi nessun Giudice trova la soluzione (o vuole trovarla) lasciando il povero Occhipinti in balia degli eventi e della buona sorte.

A cosa serve dunque rivolgersi alla Giustizia se poi quella stessa Giustizia ti abbandona?

Come se non bastasse il sig. Occhipinti per salvaguardare la sua terra ha denunciato di avere subito un’estorsione e l’asta in cui sono stati venduti i beni è stata turbata: la Procura ad un certo punto ritiene sia davvero così, fa le indagini ed ottiene che lo stesso Tribunale di Ragusa rinvii a giudizio l’imputato.

Quindi in Tribunale è in corso il processo penale contro chi avrebbe commesso questi reati ma lo stesso Tribunale nulla fa per impedire che Occhipinti venga privato dei suoi beni”

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