
“Non ero disperso ma ferito”. L’escusionista modicano, N.C., di cui si sono occupate le cronache nelle scorse ore, circa un smarrimento sull’Aspromonte in Calabria, ci spiega come sono andati, in realtà, i fatti. “Insieme col mio amico – precisa . stavo effettuando la prima tappa del sentiero del Brigante da Gambarie a Piano di Carmelia e dopo aver percorso circa 11 km nell’attraversare un torrente mi si è bloccata la caviglia. Il mio collega ha cercato di contattare il 112 per il soccorso ma nel posto in cui ci trovavamo c’erano problemi di ricezione”. A questo punto il compagno di avventura ha ha continuato fino al rifugio per potere meglio gestire o il soccorso. “E’ giusto chiarire che eravamo forniti di gps con tutte le tracce delle sette tappe previste quindi non ero disperso e non sono stato ritrovato, bensi avevamo solo richiesto il soccorso in quanto non riuscivo a camminare. Colgo l’occasione per ringraziare il titolare del rifugio “Il Biancospino” per la professionalità e l’assoluta cognizione del luogo essendo una guida alpina”.