
MODICA, 20/11/2025 – La città di Modica è in fermento. Mentre il comitato di L’Alternativa Socialista Modica accende i riflettori sulla necessità di un’audace rigenerazione urbana — con la proposta di demolizione del fatiscente Bagno Diurno di Modica Bassa per creare una nuova piazzetta funzionale — il dibattito si sposta anche sul fronte della gestione dei servizi sociali, evidenziando una più ampia richiesta di responsabilità e azione da parte dell’Amministrazione. Le recenti polemiche sul Centro Diurno per persone con disabilità in Via Sacro Cuore hanno infatti messo in luce la tensione tra l’Amministrazione e le forze di minoranza. La riapertura del Centro Diurno, avvenuta in ritardo, è stata subito accompagnata dalle critiche mosse dalla consigliera comunale del gruppo DC, Rita Floridia. L’assessore alle Politiche Sociali, Concetta Spadaro, aveva annunciato l’avvio del servizio con l’introduzione della mensa e l’estensione dell’orario fino alle 17:00. Tuttavia, Floridia ha sollevato un punto cruciale riguardante la richiesta di un contributo mensile di 200 euro alle famiglie. “Già è inconcepibile il ritardo nell’apertura,” ha detto Floridia. “A ciò si aggiunge la richiesta di un contributo delle famiglie di 200 euro al mese che non accettiamo, dal momento che sono stati stanziati fondi previsti dalla Legge Regionale 3/2025, che ammontano a 100 mila euro, di cui 60 mila già liquidati al Comune e finalizzati esplicitamente al funzionamento del Centro Diurno.” La controversia sui fondi evidenzia un gap tra le risorse disponibili e le richieste avanzate ai cittadini, ponendo in discussione la corretta gestione delle finanze destinate ai servizi essenziali.
Sia la richiesta di Alternativa Socialista Modica per l’abbattimento del Bagno Diurno, sia le polemiche sollevate dalla minoranza sui servizi sociali, convergono verso un unico e pressante appello: l’Amministrazione deve intervenire con coraggio e concretezza. La città chiede che si superino le incertezze e i ritardi per intervenire con demolizioni e riqualificazioni (come nel caso del Bagno Diurno) per migliorare l’estetica, la sicurezza e la socialità dei quartieri e garantire servizi essenziali senza oneri ingiustificati sulle famiglie, assicurando la piena fruizione dei fondi stanziati dalla Regione. Il dibattito politico modicano si conferma così acceso, con l’opposizione e le associazioni civiche che chiedono una maggiore responsabilità istituzionale per sbloccare sia le opere pubbliche che i servizi alla persona.
Nella foto Via Santa Elisabetta rigenerata













