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Ispica, salario minimo, sicurezza sul lavoro e rispetto contratti collettivi: il Pd invoca impegno formale dell’Amministrazione

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Ispica – Le imprese e quanti in genere impegnati in appalti, sub appalti, servizi, attività su concessione di beni comunali o anche indirettamente riferibili al Comune rispettino contratti collettivi di lavoro e norme di sicurezza, riconoscendo ai lavoratori un salario minino orario non inferiore a nove euro. Lo chiede il Partito Democratico di Ispica che sull’argomento ha depositato una mozione di indirizzo da sottoporre al voto del Consiglio comunale.

“Sul tema – spiega il consigliere comunale del PD Gianni Stornello – c’è un’iniziativa forte del partito ai vari livelli, registrando una significativa unità di intenti delle forze progressiste del Paese. Dove siamo forza di governo locale, lo stiamo peraltro concretamente attuando. All’Assemblea regionale siciliana l’intero gruppo parlamentare del Partito Democratico, primo firmatario il nostro on. Nello Dipasquale, ha depositato un Disegno di legge che riguarda i lavoratori dipendenti e quelli riconducibili all’amministrazione regionale. Lo stesso – prosegue Stornello – stiamo facendo in tutti i consigli comunali, partendo dal fatto che in Italia gli stipendi ed i salari sono fra i più bassi di tutta l’Europa e che negli ultimi anni si è avuta una progressiva decrescita del loro potere di acquisto. Riteniamo prioritario tutelare la dignità del lavoro e garantire la sicurezza, a maggior ragione nei lavori a finanziamento pubblico o che utilizzano beni pubblici”. L’esponente del PD pone l’accento sul particolare che “in appalto diretto o indirettamente tramite subappalto ci sono lavoratori che prestano la loro opera in servizi o beni comunali, sia pure dipendenti da privati. Con la mozione che, qualora approvata sarà vincolante per l’Amministrazione e gli uffici comunali, chiediamo che le offerte con cui si partecipa alle gare di appalto vadano ritenute “anormalmente basse” se formulate in violazione delle norme dettate dalla legge e dei contratti collettivi con riferimento agli obblighi previsti in materia sociale e del lavoro e che costituiscano motivo di esclusione dalle gare le infrazioni alle norme dettate dalla legge e dai contratti collettivi in materia di tutela della salute e della sicurezza. Chiediamo anche di introdurre il cosiddetto ‘salario minimo’, cioè l’obbligo di corrispondere ai dipendenti una retribuzione non inferiore ai nove euro lordi per ora di lavoro, nel caso in cui il contratto collettivo applicabile preveda una retribuzione inferiore. Visti il proliferare di vecchie e nuove forme di sfruttamento e la diffusa mancanza di sicurezza sui luoghi di lavoro, crediamo che occorra ribadire il valore e la specificità sociale del bene comune. L’ente pubblico non può comportarsi come un privato e deve chiedere ai privati che operano per suo conto il rispetto del lavoro e di chi lavora”.

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