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L’ASP di Ragusa e le liste d’attesa: una circolare che solleva interrogativi

Tempo di lettura: 2 minuti

Ragusa, 07 Agosto 2025 – Il dibattito sulle lunghe liste d’attesa nel servizio sanitario pubblico è una questione sentita in tutta Italia. Recentemente, un documento dell’ASP di Ragusa ha riacceso la discussione, suscitando perplessità e sollevando interrogativi su un approccio che sembra sminuire il problema anziché risolverlo.

La circolare, indirizzata a medici di base e specialisti, affronta il tema delle attese per prestazioni specifiche come colonscopie ed esofagogastroduodenoscopie. Tuttavia, il tono e le argomentazioni del documento hanno destato scalpore. Invece di proporre soluzioni concrete, la circolare sembra puntare il dito contro i medici, accusandoli di prescrivere esami “non del tutto necessari”.

Questo punto – spiega  Rosario Gugliotta, presidente Comitato Civico Articolo 32 – suggerisce che la colpa per le lunghe attese sia da attribuire a un eccesso di zelo da parte dei professionisti sanitari. Una tesi che il Comitato Civico Articolo 32 contesta fermamente, sottolineando come l’eccessiva attesa, a volte di un anno, non possa essere imputata a un presunto eccesso di scrupolo dei medici.

Un altro passaggio, altrettanto controverso, sostiene che un aumento dell’offerta di servizi non comporti necessariamente una riduzione dei tempi di attesa. Una dichiarazione che il Comitato Civico Articolo 32 definisce “a dir poco discutibile”, paragonandola a un’assurdità: ovvero che aumentando il numero di vigili del fuoco e di mezzi, l’attesa per gli interventi non si ridurrebbe.

“Questo approccio sembra giustificare l’esistente, scoraggiando l’adozione di misure correttive e limitandosi a un richiamo al rispetto delle norme ministeriali, un’indicazione considerata ovvia ma insufficiente”.

Il punto più delicato sollevato dal Comitato Civico riguarda la figura del dirigente che ha firmato la circolare. Si tratta di un medico che ricopre il ruolo di dirigente del reparto di gastroenterologia dell’ASP di Ragusa e, allo stesso tempo, dirige un centro gastroenterologico privato.

Se da un lato il Comitato riconosce che il professionista è probabilmente autorizzato a svolgere entrambe le funzioni, dall’altro solleva la questione del conflitto di interessi. È innegabile che se l’attesa per un esame nel pubblico è di un anno, chi può permetterselo si rivolgerà a una struttura privata. E se questa struttura privata è diretta dalla stessa persona che gestisce il servizio pubblico, il dubbio di un conflitto di interessi diventa inevitabile.

“Questa situazione –  sottolinea il Comitato Civico – mina il principio del diritto alle cure in tempi ragionevoli, un diritto sancito dalla Costituzione. Le lunghe liste d’attesa nel pubblico, insieme alla contemporanea gestione di una struttura privata da parte di un dirigente pubblico, creano una condizione in cui il diritto alla salute sembra non essere più garantito per tutti”.

Il caso sollevato dal Comitato Civico Articolo 32, con la circolare dell’ASP di Ragusa, pone l’accento su una problematica più ampia, che riguarda la gestione della sanità pubblica e la percezione di un sistema che, in alcuni casi, sembra favorire il privato a discapito del pubblico.

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4 commenti su “L’ASP di Ragusa e le liste d’attesa: una circolare che solleva interrogativi”

  1. Salvatore Rando

    Non è piu facile scrivere ai medici generici che non devono prescrivere assolutamente niente per non disturbare la sanità pubblica inghiottita dal privato. Occorre chiarezza da parte della politica non è possibile essere dipendente pubblico ed avere uno studio privato. Il motivo della distruzione della sanità pubblica, oltre al taglio di risorse, carenza di personale, chiusura di piccoli ospedali tagli sconsiderati di posti letto, attese per le prestazioni nel pubblico occorre qualche anno se paghi ol giorno dopo. Non si può stare con un piede in due scarpe. La politica ha un obbligo morale nei confronti dei cittadini o rilanciare il SSN o il privato, a mio avviso da tempo ha scelto il privato evi risultati sono sotto gli occhi di tutti. Non si può fare finta di niente i francesi scendono nelle piazze a manifestare per difendere i propri diritti, in Italia protestiamo nella tastiera, così non funziona perché la politica ha capito gli italiani, infatti orima gli affari.

  2. Come già detto altre volte, i Medici che lavorano nell’amministrazione pubblica non devono avere in nessuno modo studi privati, in altre parole carriere separate o pubblico o privato. Non hanno interessi a fare funzionare il pubblico, quando in privato guadagnano fior di euri e molti in nero, naturalmente qualcuno si salva.

  3. Tonino Spinello

    Quando l’infamia, l’inganno e l’avidità si uniscono, sei fottuto!
    Un’altra domanda da porsi è: Perchè glielo facciamo fare? Perchè c’è gente che nonostante tutto li difende, li asseconda e li sostiene attivamente?
    Cosa sarebbero queste persone senza i loro cortigiani? Niente!

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  4. I vari governi, da quello regionale a quello nazionale devono intervenire, considerata la mancanza di medici nelle strutture pubbliche, si devono utilizzare tutte le strutture private ed i costi devono essere sostenuti dal SSN.
    Un poco tempo si risolverebbe il guaio delle liste di attesa.
    Cosa possono fare i direttori generali se non hanno medici e specialisti ed i pochi sono dedicati agli ospedali (molti poi ricevono in privato creando un enorme conflitto di interessi)
    Non ci sono altre possibilità!
    Purtroppo sappiamo che i privati non accetteranno perché sono abituati a guadagnare il doppio, ma almeno buttateli fuori dalle strutture pubbliche e dagli ospedali direi.
    Ma sappiamo che i governi sono deboli con i forti e forti con i deboli.
    Giorgia Meloni e Renato Schifani muovetevi, anche se gli italiani ed i siciliani dormono, voi muovetevi.
    La sinistra non riuscirebbe a fare niente, serve la vostra “autorità” di persone di destra, imponete regole apprezzate da tutti i cittadini almeno una volta.

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