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Fiume Irminio, Legambiente lancia l’allarme: “Acque inquinate da decenni, le istituzioni intervengano subito”

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Ragusa, 1 agosto 2025 – I risultati della recente campagna di monitoraggio di Goletta Verde di Legambiente confermano una realtà amara e purtroppo non sorprendente per la provincia di Ragusa: le acque alla foce del fiume Irminio sono inquinate. I dati, che rivelano una presenza di enterococchi intestinali superiore a 200 UFC/100 ml e/o Escherichia Coli superiore a 500 UFC/100 ml, accendono nuovamente i riflettori su una situazione di degrado che, come sottolineano i Circoli Legambiente della provincia, si protrae da almeno trent’anni senza che siano stati adottati provvedimenti risolutivi.

L’inquinamento del fiume Irminio non è una novità. Già alla fine degli anni ’90, una pubblicazione del biologo Antonino Duchi evidenziava l’impatto negativo degli scarichi nel fiume. Queste preoccupanti conclusioni sono state poi corroborate da diverse fonti ufficiali, tra cui la Carta Ittica Provinciale, i campionamenti dell’ARPA effettuati fino al 2017 e i primi dati della Carta Ittica di Bacino dell’Irminio. Nonostante questa mole di evidenze scientifiche e persino la documentazione di morie ittiche nel fiume e nei suoi affluenti, l’inerzia delle istituzioni preposte è stata pressoché totale.

“Questo dato purtroppo non ci sorprende affatto,” affermano i Circoli Legambiente della provincia. “Nonostante questa mole di dati e nonostante che vi siano state addirittura morie ittiche sia nell’Irminio sia negli affluenti, praticamente nulla è stato fatto in 30 anni dagli Enti preposti per risolvere tale grave situazione.”

Oltre all’inquinamento, Legambiente denuncia anche una gestione inadeguata delle acque del fiume Irminio. Il circolo Legambiente Ragusa “Il Carrubo” aveva già sollevato la questione il 18 giugno 2025, chiedendo una corretta regolamentazione del flusso idrico dalla diga di Santa Rosalia. L’obiettivo era garantire un flusso costante lungo tutto il corso del fiume, essenziale per la sopravvivenza della fauna ittica e la salute dell’ecosistema. A questa richiesta, purtroppo, non è stata data alcuna risposta, e a tutt’oggi, il fiume presenta tratti in secca, aggravando ulteriormente la situazione di degrado ambientale.

Di fronte a questa grave e persistente problematica, Legambiente rivolge un appello stringente alle Istituzioni competenti, chiedendo interventi immediati e concreti, ovvero adozione di una regolamentazione vincolante dei rilasci idrici dalla diga Santa Rosalia: È fondamentale stabilire regole chiare e inderogabili per la gestione dei flussi, garantendo un apporto idrico minimo costante; rispetto del deflusso ecologico del fiume Irminio secondo normativa vigente: Occorre assicurare che il fiume mantenga un livello idrico sufficiente a sostenere l’ecosistema fluviale, come previsto dalle normative ambientali; trasparenza dei dati relativi ai rilasci e allo stato del fiume: I dati sui rilasci idrici e le condizioni del fiume devono essere pubblici e facilmente accessibili per consentire un monitoraggio da parte della cittadinanza e delle associazioni; trasparenza sui dati qualitativi delle acque in uscita dal depuratore di Ragusa e sullo stato attuale dei lavori di riqualificazione in corso: È essenziale conoscere la qualità delle acque trattate e lo stato di avanzamento degli interventi sul depuratore per valutare l’efficacia delle azioni intraprese; controlli approfonditi sulla presenza di eventuali sversamenti illegali da parte di abitazioni o aziende agricole nel tratto basso del fiume: La lotta agli scarichi abusivi è cruciale per eliminare una delle principali cause di inquinamento; istituzione di un tavolo di cogestione partecipata tra enti competenti, associazioni ambientaliste e cittadini attivi: Solo attraverso una collaborazione sinergica tra tutti gli attori coinvolti sarà possibile individuare e implementare soluzioni efficaci e durature.

Legambiente conclude con una nota di speranza ma anche di avvertimento: “Se queste proposte verranno tenute in considerazione, molto probabilmente riusciremo ad arrivare al campionamento della prossima campagna di Goletta Verde con una qualità delle acque migliorata, con conseguenti benefici per l’ambiente, per la popolazione e per l’immagine del nostro territorio, a forte vocazione turistica e di grande valore dal punto di vista naturalistico e paesaggistico.” Il futuro del fiume Irminio e del territorio ragusano dipende ora dalla volontà delle istituzioni di agire.

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