
Modica, 23 Luglio 2025 – Il fuoco, senza preavviso, si è fatto presenza, trasformando in fumo otto anni di cura, innesti, giovani alberelli e visioni. La passione, un tempo linfa vitale, ha incontrato la sua prova più feroce, ridotta a cenere l’azienda Cantina Frasca di Contrada San Filippo a Modica che martedì ha devastato l’area e distrutto anche un’azienda vivaistica e seriamente danneggiato la sala trattenimenti “Chimera”. Oggi, le parole di Cantina Frasca non sono dedicate al dolore, bensì alla gratitudine.
“In questo momento di sconforto – dicono i titolari dell’azienda vinicola – emerge un profondo ringraziamento verso coloro che, con coraggio e altruismo, hanno contribuito a contenere la furia delle fiamme e a salvare ciò che restava. Un grazie speciale va a Enzo Barone, che con lucidità e prontezza ha affrontato le prime fasi dell’incendio, lavorando fianco a fianco con noi.
Un sentito tributo è rivolto anche ai Vigili del Fuoco, definiti “custodi silenziosi di sogni altrui”, per il loro instancabile e fondamentale intervento. E poi, c’è un supereroe senza nome, un individuo misterioso che, a bordo di un Fiat Agri, ha tracciato delle linee tagliafuoco che, come carezze salvifiche, si sono rivelate vere e proprie corazze, riuscendo a salvare la struttura della cantina”. L’appello dei proprietari è chiaro: “Chiunque tu sia, fatti vedere”.
Le piante si sono fatte cenere, ma la terra, no. La terra ha memoria. E la vera passione, quella che affonda le radici nel cuore, non brucia mai veramente. Come recita un’antica frase, la Fenice risorge dalle ceneri. Ma c’è di più: la Fenice torna volontariamente nel fuoco, ogni volta che è il momento di rinascere.
“Oggi siamo quel momento”, dichiarano i proprietari con rinnovata determinazione. La loro promessa è di ricominciare, con le mani annerite dal fumo ma gli occhi pieni di luce, pronti a ricostruire il loro sogno dalle fondamenta. La storia di questa cantina diventa così un potente simbolo di resilienza e speranza, un inno alla capacità umana di rinascere anche dalle avversità più devastanti.
6 commenti su “La rinascita dalla cenere: la storia di Cantina Frasca colpita dal fuoco a Modica, tra dolore e gratitudine”
Si percepisce un profumo di rinascita assicurativa
Tiattru comu a chiddi ca rrruminannu anu a pinsioni rinvalidità e zuppienu quannu nun sunu suli
@Alessio, non capisco il tuo commento, anche io tempo fa ho avuto un danno di 250k e l’assicurazione me ne ha rimborsato la metà.
Ma calcola che io pago 20k di assicurazione all’anno.
E comunque da quest’anno per tutte le aziende l’assicurazione è obbligatoria.
Tra poco lo sarà anche per le famiglie, è tutta una questione di mentalità.
Invece di andare al ristorante un giorno si è un giorno no, per fare le foto sul gamberone, assicuratevi che potete ricostruire la vostre case.
Non è mentalità.
È l’abbraccio tra politici e assicurazioni , tra assicurazioni e banche , tutti a mangiare sulle spalle dei cittadini, aiutano le banche, aiutano le assicurazioni, infatti abbiamo Banche sempre più grandi che non fanno credito ma comprano altre banche, investono in borsa , tutto fanno tranne far girare l’economia, ricchi che diventano sempre più ricchi come se con i soldi si potesse acquistare l’immortalità, Assicurazioni sempre più grandi che comprano banche, ormai ogni assicurazione ha anche una banca,
Gli Italiani risparmiano portano i soldi in banca per un misero interesse, e le banche li usano per il loro potere ,
Signora Meloni vuoi far crescere l’Italia????
Fai in modo che nascono nuove banche solo di credito , e banche solo di affari , bisogna dividere le carriere delle banche, un paese senza accesso al credito non può crescere ,
Un paese dove le banche stanno prosciugando il denaro circolante è destinato a morire.
Noi paghiamo e loro si arricchiscono .
In questa assonanza di intenti e di solidarietà ed altruismo, da parte dei vigili del fuoco cito una bellissima lettera scritta da un vigile del fuoco, che lo scrivente ha trovato navigando in rete e che racconta dei sentimenti e delle emozioni che prova un pompiere, come dice lui, durante il suo lavoro.
Nella lettera parla dei suoi interventi, di quando ha soccorso una donna incastrata nelle lamiere della sua macchina, di quando ha convinto una persona a non suicidarsi, di quando è intervenuto in un incendio, della sua esperienza al terremoto de L’Aquila, di quando a fine turno torna a casa e abbraccia la moglie e la sua bambina. Lui dice, e cito testualmente alcuni passi della lettera, ”perché agli occhi della gente i vigili del fuoco sono eroi ma anche loro hanno un cuore e provano certe cose, anche se non le fanno apparire durante l’intervento”. Ricordando un rientro in sede dopo un intervento particolare, scrive ”dopo qualche ora rientriamo… nessuno parla… siamo tutti presi dai nostri pensieri… in caserma ancora per qualche minuto poi c’è il cambio turno… una doccia e saluto i colleghi”. E prosegue dicendo ”il nostro è un lavoro straordinario… ti permette di aiutare il prossimo… ti fa crescere… si diventa più sensibili davanti alla vita… ti fa conoscere gente straordinaria”. E conclude ”io scrivo queste cose per far capire a chi non è un vigile del fuoco quello che facciamo… tutti i giorni… di noi si parla solo dopo gravi calamità… ma noi tutti i giorni e tutte le notti siamo lì per voi… con voi sempre!!!
Devo dire una cosa , per mia esperienza, i vigili del fuoco sono intervenuti in due occasioni di incidenti stradali con mie mezzi , ho notato una grande serietà, un rispetto anche fra di loro , un rispetto per mezzi incidendati trattati con la massima attenzione .
Ho visto professionalità, e generosità.