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Stabilimenti balneari a Marina di Ragusa. Il PD denuncia la grave responsabilità politica del Comune

Sollevati dubbi sulla trasparenza dell’iter amministrativo
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Marina di Ragusa – L’occupazione di ampie porzioni dell’arenile di Marina di Ragusa da parte di strutture private sta generando crescente malcontento tra cittadini e turisti, sollevando al contempo forti dubbi sulla trasparenza e regolarità del procedimento amministrativo che ha portato a tale situazione.
Il circolo cittadino del Partito Democratico di Ragusa interviene per fare chiarezza e individuare le responsabilità politiche dietro quanto sta accadendo nella località balneare.
“Il Comune di Ragusa – spiega l’avvocato Riccardo Schininà, segretario cittadino del PD – non ha mai completato l’iter di approvazione del Piano di Utilizzo del Demanio Marittimo (PUDM). Dopo una fase di pre-adozione, il procedimento è rimasto fermo. Ad oggi manca ancora la Valutazione Ambientale Strategica (VAS), passaggio obbligatorio per la definitiva approvazione del Piano”.
In assenza di un PUDM approvato, diverse aziende hanno ottenuto dall’Assessorato regionale del Territorio e dell’Ambiente autorizzazioni temporanee – della durata massima di 90 giorni – per l’installazione di strutture balneari amovibili che offrono servizi a pagamento. Il risultato è evidente: per l’intera stagione estiva, ampie porzioni di spiaggia risultano sottratte alla libera fruizione.
“Pur trattandosi di autorizzazioni rilasciate a livello regionale – prosegue Schininà – la responsabilità politica di quanto accade è da attribuire interamente all’Amministrazione comunale. Il Consiglio comunale aveva approvato il PUDM già nell’agosto 2022, ma l’Amministrazione ha omesso di avviare la procedura di VAS, impedendo il completamento dell’iter. Se il Piano fosse stato definitivamente adottato, avrebbe consentito una gestione regolamentata e trasparente delle concessioni, garantendo il giusto equilibrio tra gli interessi economici dei privati e il diritto dei cittadini a godere liberamente, e gratuitamente, di almeno metà delle nostre spiagge”.
Particolarmente preoccupante, secondo il segretario dem, è il fatto che, dopo quasi tre anni di totale immobilismo, l’Amministrazione comunale abbia riattivato improvvisamente il procedimento per la VAS solo lo scorso aprile.
“Questo tardivo risveglio – continua Schininà – ha paradossalmente generato un effetto contrario a quello auspicato: ha stimolato una corsa da parte dei privati a ottenere autorizzazioni temporanee prima che il Piano venga eventualmente approvato, sottraendo ulteriori spazi alla collettività”.
Altra anomalia riguarda la distribuzione delle autorizzazioni: le istanze riguardano aree diverse dell’arenile, evitando così qualsiasi sovrapposizione e quindi ogni procedura comparativa. Una coincidenza che fa temere una regia organizzata.
“C’è un legittimo sospetto – aggiunge Schininà – che esista un disegno dietro la proliferazione ordinata di queste richieste. Inoltre, alcune autorizzazioni insistono su porzioni di spiaggia che il PUDM comunale non aveva destinato a concessione, sollevando dubbi sulla legittimità di tali provvedimenti. Riteniamo che anche le autorizzazioni temporanee debbano rispettare quanto affermato dalla Corte Costituzionale con sentenza n. 108 del 5 maggio 2022, che ha dichiarato l’illegittimità di concessioni marittime su aree non previste dal piano demaniale”.
Il gruppo consiliare del Partito Democratico annuncia iniziative istituzionali per fare piena luce sulla vicenda.
“Presenteremo un’interrogazione al Sindaco e all’assessore competente – dichiarano i consiglieri comunali del PD, Peppe Calabrese, Mario Chiavola e Peppe Podimani – per chiarire l’iter seguito e le motivazioni dei ritardi nella procedura di VAS. È inaccettabile che, in piena stagione estiva, si continui a gestire in modo opaco un bene pubblico come il demanio marittimo. L’inerzia dell’amministrazione Cassì ha compromesso una pianificazione seria, all’altezza delle aspettative della comunità. Le spiagge sono un patrimonio comune, non un affare per pochi. Occorre una gestione trasparente, rispettosa della legge e dell’ambiente, al servizio dell’interesse pubblico”.

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