Cerca
Close this search box.

Trieste, caso di meningite meningococcica di un detenuto del Coroneo

Tempo di lettura: 2 minuti

Un detenuto del carcere, Ernesto Mari di Trieste è stato ricoverato lunedì 16 giugno 2025 presso l’ospedale di Cattinara, in terapia intensiva e isolamento, dopo che è stata confermata una meningite meningococcica causata dal batterio Neisseria meningitidis.

La diagnosi è stata resa nota dall’Azienda sanitaria universitaria giuliano isontina (ASUGI), che ha confermato l’origine batterica della malattia.

Le condizioni del paziente risultano stazionarie; rimane in isolamento e sotto monitoraggio intensivo.

Misure prese: profilassi ed emergenza sanitaria

È stata avviata una profilassi antibiotica preventiva a circa 60 detenuti e 50 agenti di polizia penitenziaria venuti a contatto con il paziente. Non sono stati segnalati nuovi casi all’interno della struttura, e l’ASUGI conferma il monitoraggio costante della situazione.

Cos’è il meningococco e perché è importante

Neisseria meningitidis è un batterio altamente aggressivo, causa di forme di meningite e sepsi invasive. Le modalità di trasmissione avvengono tramite goccioline respiratorie — scambi ravvicinati come colpi di tosse, starnuti, condividere stoviglie o spazzolini possono facilitare il contagio.

La profilassi dopo contatto diretto è cruciale: la somministrazione tempestiva (entro 24 h) di antibiotici riduce drasticamente il rischio di casi secondari.

Rischio attuale

Il focolaio è circoscritto al singolo caso ed è sotto stretto controllo sanitario, con nessuna nuova infezione registrata. Tuttavia, la prigione è un ambiente a rischio per privacy e sovraffollamento, viste le condizioni comuni nei carceri .

Cosa aspettarsi e prossimi sviluppi

1 Sorveglianza continua: l’ASUGI monitorerà eventuali sintomi tra detenuti e personale per i prossimi 7–10 giorni.

2 Esito del paziente: l’evoluzione clinica del detenuto è fondamentale per valutare ulteriori misure.

3 Comunicazioni ufficiali: eventuali nuove diagnosi o aggiornamenti dall’ASUGI o ministero della Salute.

 Conclusione

Il caso è gestito con la massima prontezza: isolamento del malato, profilassi rapida ai contatti e monitoraggio attivo. In carcere l’ambiente resta vulnerabile, motivo per cui la sorveglianza continua è essenziale.

569211
© Riproduzione riservata

I commenti pubblicati dai lettori su www.radiortm.it riflettono esclusivamente le opinioni dei singoli autori e non rappresentano in alcun modo la posizione della redazione. La redazione di radiortm.it non si assume alcuna responsabilità per il contenuto dei commenti e fornirà, eventualmente, ogni dato in suo possesso all’autorità giudiziaria che ne farà ufficialmente richiesta.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Articoli correlati

RTM per il cittadino

Hai qualcosa da segnalare? Invia una segnalazione in maniera completamente anonima alla redazione di RTM

UTENTI IN LINEA
Torna in alto