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Realtà virtuale, esercizio fisico e dieta aiutano le persone colpite dal Parkinson

Tempo di lettura: 2 minuti

“Finirò su una sedia a rotelle o mi trascinerò come uno zombie”, erano i brutti pensieri che attraversavano la mente del signor Wilson quando gli fu diagnosticato per la prima volta il morbo di Parkinson. Aveva appreso in un seminario online gestito da un gruppo di ricerca britannico sul Parkinson che la mancanza di dopamina aveva causato la sua condizione, scoprendo presto che una scarica di adrenalina lo faceva sentire meglio. L’adrenalina e la dopamina sono chimicamente simili, gli aveva detto il suo consulente sanitario. L’adrenalina può anche aumentare temporaneamente i livelli di dopamina.

Realtà virtuale

Dopo la fine dell’emergenza COVID-19, Wilson aveva pianificato un viaggio con sua moglie e suoi figli. Solo quella settimana,era salito sulle montagne russe una trentina di volte con i ragazzi, avvertendo un miglioramento delle sue  condizioni di salute. La moglie di Wilson ha tuttavia sottolineato che alcuni dei suoi giri in “giostra” erano reali, ma anche virtuali, impegnandosi di trovare un modo per ricreare questa esperienza a casa. Dopo aver appreso che le montagne russe virtuali erano disponibili tramite visori per realtà virtuale (VR), ne hanno acquistate due, e i risultati sono stati sorprendenti. “L’uso della VR ha ripristinato il mio senso di equilibrio e mi ha dato molta più energia. Stimola le parti sottoutilizzate del cervello, che aiuta a compensare la perdita di dopamina, ha detto” Wilson. La sua esperienza è in linea con la ricerca su come le attività guidate dalla dopamina possono aiutare a gestire i sintomi del Parkinson, un concetto che ha attirato l’attenzione degli esperti. Il Parkinson è spesso visto come una condizione al di fuori del controllo personale, ma il viaggio intrapreso da Wilson sfida questa nozione.

“Penso che il suo approccio sia stato eccellente, ha detto  il dottor Sulagna Misra, un professionista della medicina integrativa. Ha affermato che l’integrazione di metodi non tradizionali, come la realtà virtuale con trattamenti standard, può portare a risultati migliori rispetto ai soli farmaci.

“La dopamina ha molti ruoli, ma nel Parkinson il suo impatto più riconosciuto è sulla funzione motoria. La trasmissione del segnale nervoso è il modo in cui il cervello invia messaggi al corpo per controllare il movimento e altre funzioni. Nella malattia di Parkinson, bassi livelli di dopamina disturbano questi messaggi, rendendo più difficile per il corpo muoversi correttamente. Il movimento rallenta, l’andatura e l’equilibrio diventano difficili e spesso si sviluppano tremori. Tuttavia, la dopamina influenza anche la motivazione, il piacere e l’attenzione. Ciò significa che, oltre alle sfide motorie, il Parkinson può avere effetti significativi ma meno ampiamente riconosciuti sulla salute mentale”, ha affermato la nutrizionista K. Norris.

Esercizio Fisico

Un studio pubblicato nel 2024 su Parkinson’s Disease ha scoperto che sei mesi di intenso esercizio fisico hanno contribuito a migliorare i livelli di dopamina nel cervello delle persone con malattia di Parkinson precoce, dimostrando che l’esercizio fisico può influenzare positivamente il sistema della dopamina del cervello.

Il nostro Wilson ha affermato che l’esercizio è una pietra angolare del suo piano di gestione del Parkinson. Nel 2024, le sue avventure nel mondo reale includevano il giro in bicicletta per lo Zuiderzee in Olanda, l’affrontare l’Haute Route nelle Alpi e l’escursionismo sulla West Highland Way in Scozia.

Sia l’allenamento cardiovascolare che quello della forza muscolare sono importanti, ha detto la Norris. È stato dimostrato che l’allenamento cardiovascolare migliora il fattore neurotrofico derivato dal cervello, descritto come “miracolo grow“ per il cervello e aiuta a guarire i neuroni, ha detto.

L’allenamento della forza può offrire altri importanti benefici, come preservare i muscoli, che è fondamentale poiché la perdita muscolare è comune nel Parkinson. Può anche contrastare la rigidità e la debolezza muscolare che spesso accompagnano la condizione, migliorando la mobilità e la flessibilità complessive, ha aggiunto. L’esercizio riduce il rischio di sviluppare il Parkinson e promuovere la crescita di nuove cellule cerebrali e vasi sanguigni.

Il ruolo della dieta

Oltre alle strategie che hanno funzionato per Wilson, potrebbero essere utili anche alcuni altri fattori legati allo stile di vita, tra cui dieta. Se i livelli di zucchero nel sangue fluttuano e lo zucchero in eccesso circola nel flusso sanguigno, può legarsi alle sostanze del corpo, formando prodotti finali di glicazione avanzata. Questi composti nocivi contribuiscono al danno nel corpo e svolgono un ruolo nella progressione delle malattie neurodegenerative. Ridurre l’assunzione di zuccheri e carboidrati raffinati è una strategia efficace per stabilizzare la glicemia, in quanto questi alimenti tendono a causare rapidi picchi dei livelli di zucchero nel sangue. Includere proteine e grassi sani nei pasti aiuta invece a rallentare l’assorbimento dei carboidrati, promuovendo un rilascio più graduale del glucosio nel flusso sanguigno e a stabilizzare la glicemia, ha concluso la dr.ssa Norris.

da E.T./gr

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