
Ci sono utenti che continuano a lanciare grido di allarme, riguardo al malfunzionamento della divisione di urologia dell’ospedale Giovanni Paolo II. Per tale ragione, il sig. Salvatore, non riuscendo a trovare un interlocutore che lo ascoltasse, ha deciso di prendere carta e penna, e rivolgersi alla nostra redazione, raccontandoci passo passo tutto quello che ha dovuto subire, nel corso degli anni. Lo ha fatto, dopo aver tentato un’interlocuzione col Direttore generale dell’Asp, (ma la nota di protesta pare sia rimasta impigliata tra le varie scartoffie). Quello che vi raccontiamo sono i fatti accaduti a Salvatore.
– “Anno 2005: primo intervento per carcinoma del colon con ricanalizzazione;
– Anno 2009 intervento per K della vescica, intervento chirurgico di cistectomia e posizionamento di tutori ureterali bilaterali con esiti di I.R.C.;
– Il 5 ottobre, a seguito di forti dolori alla regione lombare sx, vado al pronto soccorso di Ragusa, in cui hanno stabilito di trasferirmi al reparto urologia, dove l’urologo di turno ha chiesto di chi ero paziente, non essendo suo paziente mi dovevo rivolgere al mio medico. Dopo i vari tentativi dal pronto soccorso di convincere l’urologo di turno, visti i forti dolori che in quel momento accusavo e un forte tremolio per la febbre alta, si decideva a visitarmi. Vista la situazione e il mio stato, mi ha sottoposto a rimozione dei tutori ureterale destro e sinistro con tentativo di riposizionamento, purtroppo, non riuscito e rimandato a casa.
– Il 6 ottobre, visto che i dolori diventavano sempre più insopportabili, sono tornato al pronto soccorso, dove veniva fatto un secondo tentativo dal tecnico del reparto urologia che si adoperava in sala Angiografia, al controllo/sostituzione del catetere sx, nelle difficoltà a trovare dove inserire il catetere, finalmente dice il medico, (parole sue) “sono riuscito a trovare il buco, dove inserire il catetere, che ho avuto una botta di culo”, poiché lui era riuscito a trovare il buco dove mettere il catetere, ma anche stavolta nada de nada, esito negativo, per cui è stato necessario il ricovero;
– Il 7 ottobre, nonostante i forti dolori, e i pochi liquidi nella sacca, a dimostrazione che anche questa volta qualcosa non era andata nel modo giusto, mi fanno consultare da un’anestesista, che mi ha chiesto se qualcuno nel corso della mia “odissea” mi aveva parlato di possibile presenza di metastasi, chiedendomi di visionare le mie cartelle cliniche dei vari interventi. A questo punto, ho capito che dovevo andarmene prima possibile altrove dove sicuramente non andavano per tentativi. Ho messo firma insieme ai miei familiari, facendomi dimettere, contro il parere dei medici, perché nei due giorni di permanenza non ho avuto nessun riscontro positivo, con la diagnosi di sepsi severa in paziente con idronefrosi sx;
– Visti i dolori persistenti e nessuna soluzione per poterli lenire, ho pensato bene di recarmi all’ospedale Cannizzaro di Catania, dove mi veniva rilevato un grave stato settico e grave I.R.C., quindi, sottoposto a sostituzione dei tutori ureterali, con conseguente ricovero nel reparto malattie infettive, fino alla risoluzione della criticità. A oggi – ha detto il sig. salvatore – non mi sono mai pentito di essermene andato dall’ospedale di Ragusa contro il parere dei sanitari, poiché ho riscontrato poca professionalità, a differenza dell’ospedale di Catania, dove sono stato accudito immediatamente, mi sono stati posti i tutori a regola d’arte, che ancora oggi, mi permettono di vivere in modo adeguato, nonostante qualche dolore che riesco a sopportare. Ciò che conta per me adesso – ha detto Salvatore – e di non essere in pericolo di vita, grazie al personale e medici dell’ospedale di Catania, che si sono dimostrati dei veri professionisti e mi hanno salvato la vita”. Questa che abbiamo oggi riportato è la storia di un cittadino “qualunque” che ha dovuto patire quello che la sanità riesce a offrire oggi. per “fortuna” non sempre è così!
5 commenti su “Ospedale di Ragusa. L’odissea di un paziente in urologia. Riceviamo”
Anche io sono un paziente di tale reparto e comprendo le difficoltà riscontrate dal sig. Salvatore, eppure, a mio parere c’e’ un bravo urologo in tale reparto e di cui ho avuto una buona impressione.La mia vicenda è presto detta: sottoposto a visita per sospetta prostata ho chiesto, se possibile, un accertamento diagnostico quale RM multiparametrica prima di essere sottoposto a biopsia. Apriti cielo: io non potevo sapere di tale esame diagnostico e avendo riscontrato in seno alla mia cartellina personale degli appunti che io diligentemente avevo annotato per poco non venivo invitato ad andare a zappare. La moltivazione principale del diniego era nel fatto che ero in avanti con gli anni e quindi che cosa cercavo.E siamo sempre alla solita solfa: l’anziano non ha diritto ad una cura specifica.
Io di una certa età rimpiango il vecchio ordinamento della sanità prima della modifica negli
anni andati ( mi riferisco alla rivoluzione apportate dalla Bindi nel sistema sanitario).
Fare il medico purtroppo non è più una missione ma una professione.
Non conosco le storie personali di chi ha fatto i due precedenti interventi. Per quanto mi riguarda, posso invece dire che io di recente, ed ancor prima mio padre e mio suocero, parlo da dieci anni orsono ad oggi, abbiamo “usufruito” della professionalità di questo reparto (prima al Civile e poi ove ora si trova), professionalità sempre chiarissima ed indiscutibile, legata alla “umanità” di tutto il personale (dalla signora delle pulizie, agli Osa, agli infermieri ed a tutto il corpo medico).
Non più tardi di un mese fà, ricoverato, sono stato loro “ospite” per dieci giorni, e sono stato trattato benissimo e con tanta umanità.
Per dovere di cronaca: sicuramente lo hanno trattato bene data la Sua qualifica.
Io non ho detto che il reparto non funziona ma ho semplicemente detto ciò che mi è accaduto e quanto detto di essere stato stato trattato da persona anziana e un pochino anche da ignorante purtroppo lo hanno messo per iscritto : testuali parole ” data l’età non si ritiene opportuno consigliarre e/o procedere con la RM”.
Tanto a chiarimento.
Anch’io ho avuto un’odissea in Ospedale locale, che non sto a dilungarmi, la soluzione si è ristabilita brillantemente con un intervento chirurgico durato 4 ore all’Ospedale Garibaldi Nesima di Misterbianco/Catania. Se invece non avessi firmato dimettendomi, adesso non sarei quì a poter raccontare la mia vicissitudine dopo 8 anni dall’intervento risolutivo,
All’Ospedale Garibaldi Nesima appena mi hanno ricoverato, mi hanno detto “”…chi sono stati questi incompetenti?””, una delle battute più ragionavoli da poter scrivere/riferire quì!!!
E sempre così i piccoli ospedali , raramente hanno dei buoni professionisti, perché non vengono pagati bene , perché non hanno a disposizione attrezzature all’altezza, perché non possono fare pratica di continuo come in un grande ospedale, dove operarano molto più spesso, dobbiamo capire che in medicina uno più uno non fa sempre due , cioè i medici non sono tutti uguali, quindi negli ospedali più piccoli ecco che trovi un’urologo che non ti visita per non so quale scusa , e poi dopo non ci azzecca , cioè è uno sotto la media a cui la laurea non doveva essere data .
È così e sarà sempre così.
È una questione di numeri .
Faccio una parentesi , alla clinica del Mediterraneo c’è una squadra specializzata nella procreazione assistita, nell’ibernamento degli ovuli ,e altre tecniche per favorire la nascita di una vita , Ebbene quasi tutti i ginecologi e i centri esami la BOICOTTANO, ti mandano Palermo ,a Roma ,a Torino , praticamente ti indicano una strada costosissima, visto i tanti viaggi da fare , I pernotti ecc .
Lo fanno per ignoranza, per invidia ,o PER SOLDI ???
Adesso grazie al Gruppo Radenza , che sta sponsorizzando questo squadra della clinica del mediterraneo, di cui sono venuto a conoscenza tramite un bel video dove si racconta il percorso di una coppia che dopo 10 anni di varie cure ,grazie a questa squadra adesso hanno un bel bambino .