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Israele. Hamas perde alcuni pezzi da novanta dopo incursioni Idf

Tempo di lettura: 2 minuti

Perché Idf ha deciso di passare all’azione nella striscia di Gaza? Semplice, perché di fatto Hamas non ha mai smesso di colpire strutture militari e civili del paese Medio orientale. Dopo aver localizzato e centrato tutti bersagli (rampe di lancio, armi e altre infrastrutture militari) utilizzate da Hamas contro Israele, l’Idf  di fatto nella notte ha ripreso i combattimenti a Gaza. “Il cessate il fuoco in vigore da due mesi è stato interrotto dalle nuove operazioni militari in risposta ad azioni ostili ”, ha dichiarato il primo ministro Benjamin Netanyahu, visto anche il rifiuto di Hamas di liberare gli ostaggi. L’offensiva Idf oltre a colpire obiettivi strategici, ha eliminato alcuni dei vertici politici e militari di Hamas e suoi associati. Tra i terroristi uccisi, Mahmoud Abu Watfa, capo dell’apparato di sicurezza interna di Hamas e Muhammad Abu Ubaydah al-Jamasi, membro dell’ufficio politico dell’organizzazione. Anche Abu Hamza, portavoce militare della Jihad islamica, è finito sotto i raid Idf, eliminato insieme alla sua famiglia. Non è andata meglio a Hassan a-Na’am Abu Ali, altro alto funzionario della Jihad islamica a Khan Yunis. Incassato il via libera di Washington, Caroline Levitt, portavoce dell’amministrazione Trump, ha dichiarato: «Israele ha consultato l’amministrazione e la Casa Bianca prima degli attacchi. Come ha chiarito il presidente Trump, Hamas, gli Huthi, l’Iran e chiunque altro cerchi di terrorizzare non solo Israele ma anche gli Stati Uniti pagheranno un prezzo molto salato”.

Il problema ostaggi

Nel frattempo, il dolore delle famiglie degli ostaggi – 59 tra vivi e morti ancora a Gaza – si è trasformata in protesta. Dal Forum che li rappresenta è stato chiesto un incontro urgente con Netanyahu, il ministro della Difesa Israel Katz e la squadra negoziale per comprendere le prossime mosse dell’esecutivo su come intenda tutelare la vita di chi è ancora prigioniero nei tunnel di Gaza. «Matan è vivo e tornerà vivo», ha dichiarato Einav Tsengauker, madre di uno degli ostaggi sequestrati il 7 ottobre 2023. Assieme ad altri parenti, Einav si è recata sul confine con Gaza per chiedere l’immediata cessazione del conflitto. «Se Netanyahu decide di sacrificare mio figlio, anch’io sarò una vittima. Non resterò a casa ad aspettare che un soldato bussi alla mia porta», ha aggiunto con rabbia. Anche Yarden Bibas si è unito alle voci che chiedono al governo di fermare le ostilità. «Mia moglie e i miei figli sono stati rapiti vivi e uccisi in prigionia. Sono terrorizzato per i miei migliori amici David e Ariel Cuneo. La pressione militare mette in pericolo i rapiti, un accordo li riporta a casa», ha affermato Bibas.
Nonostante il riaccendersi del conflitto, vi sono ancora tentativi per ricucire un possibile accordo. Hamas ha dichiarato di essere impegnato nei colloqui con i mediatori e di voler completare l’attuazione dell’accordo di cessate il fuoco. Israele non si fida e chiede la totale smilitarizzazione della Striscia di Gaza così come la restituzione degli ostaggi, sia i 24 ritenuti ancora vivi sia le 35 salme ancora in mano ai terroristi palestinesi.

Torna in auge l’estrema destra

Chi non vuole l’accordo è l’estrema destra di Itamar Ben Gvir. Il capo del partito Otzma Yehudit, dopo aver lasciato il governo a gennaio per protesta con il cessate il fuoco siglato a Gaza, è ora rientrato nell’esecutivo. D’accordo con Netanyahu, Ben Gvir tornerà a ricoprire la carica di ministro per la Sicurezza nazionale, mentre i suoi compagni di partito, Yitzhak Wasserlauf e Amichai Eliyahu, saranno nuovamente ministro per il Negev e la Galilea e ministro per il Patrimonio storico.

 

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3 commenti su “Israele. Hamas perde alcuni pezzi da novanta dopo incursioni Idf”

  1. Più di 400 donne e bambini uccisi dai bombardamenti, hanno utilizzato anche una nave per colpire tende, semplicemente tende.

    Dopo aver violato il cessate il fuoco, i coraggiosi sionisti hanno minacciato la popolazione civile dichiarando che pagheranno loro il prezzo di tutto.

    Nel frattempo, 7.000 cristiani uccisi in siria per via del loro credo, anche tramite crocifissione, e nessuno ne parla, mentre l’UE promette miliardi e stringe mani ad assassini.

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  2. Tonino Spinello

    Sig. Paolo, Lei non capisce quali sono le esigenze dei poveri ebrei perseguitati nei tempi e non solo da Hitler.
    Una delle esigenze che spiega e alla quale non può prescindere il popolo eletto da Dio lo dice con chiare parole Daniela Weiss, capo dei coloni israeliani:
    “Gaza deve essere cancellata affinché i coloni possano vedere il mare. Per poter vedere il mare, tutte le case a Gaza devono essere distrutte. Non ci saranno più arabi a Gaza”. Mi sembra un’esigenza abbastanza ragionevole per questo popolo che non può vedere il mare, quello che i palestinesi non vogliono dargli perchè suo!
    Ricordo ai pochi informati che questa perseguitata e umana ebrea è candidata al Premio Nobel per la Pace. Quindi tutti zitti e fatevi i ca… vostri.
    Israele ha ripreso a bombardare quel poco che è rimasto a Gaza e sta intensificando la pulizia etnica in Cisgiordania per non passare alla seconda fase dell’accordo, cioè il ritiro da Gaza che rientrava nell’accordo delle parti. Quindi continuare il genocidio e dare la colpa ad Hamas è un’opportunità che non ci capiterà più fino a quando l’occidente ci sostiene e ci copre. Specie dall’opinione pubblica. Poi parlare di massacri di cristiani dev’essere tabù senno poi come giustificano la loro opera messianica?
    Questi sono gli israeliani, dei bugiardi criminali, nati con la menzogna, continuano a vivere nella menzogna e con la menzogna portano avanti una delle vergogne più colossali della storia. Tutto coperto e censurato dal democratico occidente.
    Ma penso che tutto questo durerà ancora per poco, dalle 800 mila pagine desegretate sull’assassinio di JFK presto il mondo conoscerà il vero volto del popolo eletto da Dio.
    Mala tempora currunt.

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  3. Già, sig. Spinello.
    Non solo, il mondo che vuol vedere realmente, sta guardando anche in Siria e vede che sono i russi a proteggere ed aiutare la popolazione che si rifugia nelle loro basi, contro i proclami di chi promette soldi e si fa fotografie.

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