
foto: EFE
(gr) L’attacco mortale è stato rivendicato dall’Esercito di Liberazione del Balochistan (BLA), un gruppo separatista della regione, perpetrato il giorno che coincide con l’anniversario della morte di un suo leader beluci nel 2006. Si tratta di uno dei degli attacchi più mortali, commessi dai separatisti che subito dopo aver controllato la provenieneza identitaria dei passeggeri del bus di linea hanno iniziato le esecuzioni sommarie. Secondo il primo ministro pakistano, Shehbaz Sharif, questi attacchi cercano di frenare gli investimenti cinesi nel Corridoio economico Cina-Pakistan (CPEC), un progetto infrastrutturale del valore di 60 miliardi di dollari. La Cina da parte, ha espresso “forte condanna”degli attacchi terroristici delle ultime ore in Pakistan, inviando le sue più sentite condoglianze alle famiglie delle vittime attraverso il portavoce del ministero degli Esteri Lin Jian. Cina disposta a rafforzare ulteriormente la cooperazione antiterrorismo e di sicurezza con il Pakistan per salvaguardare la pace e la sicurezza regionale”, ha affermato il portavoce. Il Balochistan, regione ricca di risorse naturali come oro, gas naturale e rame, è stato teatro di tensioni per decenni. I gruppi separatisti accusano il governo di Islamabad di sfruttare queste risorse senza offrire un equo risarcimento alla regione. Negli ultimi anni, gli attacchi anche contro cittadini cinesi in Pakistan sono aumentati, esacerbando le tensioni. Islamabad ha collegato l’aumento della violenza alla presa del potere da parte dei talebani in Afghanistan nel 2021. Il primo ministro Sharif ha concluso che gli insorti “si sbagliano se credono di poter stabilire il loro controllo uccidendo pakistani e cinesi innocenti”, aggiungendo che il governo pakistano continuerà gli sforzi per garantire la sicurezza e far avanzare i progetti del CPEC, nonostante le minacce degli separatisti beluci.
3 commenti su “Pakistan. Attacco a bus, dopo controllo documenti uccise 22 persone”
La foto mi fa venire in mente la dichiarazione di una messianica di El Paso, Texas, tale Elizabeth Silverman che dice di essere ebrea, insegnante e orgogliosamente islamofoba. Questa signora ha pubblicato una foto con delle persone morte tra cui una donna e un bambino uccisi dallo stato terrorista di Israele avvolti in teli dove diceva testualmente: “Gaza ha bisogno di più sacchi per la spazzatura”.
Anche in questo caso nessuna indignazione perchè assente dalla propaganda occidentale.
Questi attacchi indiscriminati o esecuzioni sommarie non succedono solo in Pakistan, in Israele sono all’ordine del giorno. L’esercito israeliano ieri ha sparato un missile contro un convoglio di aiuti umanitari facendo fuori cinque volontari giustificando la cosa dicendo che erano combattenti di Hamas. Il convoglio era organizzato dall’organizzazione no-profit American Near East Refuge Aid (ANERA) con sede a Waschington e stava consegnando rifornimenti medici e carburante all’ospedale di Rafat. Tutto questo nonostante il percorso del convoglio era stato coordinato con l’esercito israeliano.
Ormai prendere di mira le organizzazioni umanitarie per Israele è una questione di orgoglio, dal 7 ottobre lo stato terrorista di israele ha ucciso più di 280 operatori umanitari.
In questi giorni più di 300 mila israeliani protestano e scioperano contro il loro governo per la liberazione degli ostaggi dopo che ne hanno ritrovati sei morti. Solo per questo scioperano e protestano, non per la mattanza e il genocidio che il loro presidente porta avanti da quasi un anno. Evidentemente il popolo d’Israele è all’oscuro di quello che combina il loro presidente!
Diversi operatori dell’ONU hanno partecipato all’attacco del 7 ottobre,
Per dire di che operatori di pace si trattava
Anche quel insulso di Gutier l’ha dovuto ammettere.
Non sono operatori di pace sono fiancheggiatori di Hamas travestiti .
Bene fa Israele a renderli inoffensivi
Israele per il suo bene e per il bene della regione deve estirpare hamas dai tunnel e metterli con i rarichi o suli .
Fino a quando ci saranno Miliziani e enti benefici fiancheggiatori non ci sarà pace .
Amo Modica, cisgiordania, luglio 2023, ben prima del 7 ottobre. Si guardi bene agli obiettivi di Israele e la scia mortale che lascia per perseguirli, o ai casus belli che vengono pompati.