
Ore 13, aeroporto di Comiso, il nulla. Se dovessimo tarare l’inizio di questa estate in provincia di Ragusa parlando di arrivi di turisti, la fotografia che hanno recapitato alla nostra redazione dell’aeroporto di Comiso, sarebbe la cartina di tornasole di numeri fallimentari, senza ombra di dubbio. Pochissime persone presenti all’interno dell’aeroporto, con l’unico bar, stando a quanto riferito, chiuso a metà giornata. La presenza di qualche agente e di pochissimi turisti, a pochi giorni dai due mesi più caldi della stagione, luglio ed agosto, certifica un flop già evidenziato lo scorso gennaio, da uno studio condotto da Assoeroporti, coi numeri e i dati equiparati al gennaio dello scorso anno. Un crollo sottolineato del 49,6 per cento rispetto al gennaio 2023. Comiso è già, grazie alla inefficace gestione catanese della Sac che è sotto gli occhi di tutti, una specie di cattedrale nel deserto. Lo scalo ha avuto una leggera ripresa solo quando l’aeroporto di Catania ha visto quel triste episodio dell’incendio. La domanda, dunque, che tutti rimarcano è sempre la seguente, da diversi anni a questa parte: “Ma l’aeroporto di Comiso a cosa serve?”.
Per il resto, una desolazione a causa dei pochissimi voli. Però siamo in estate e, quindi, ci dovrebbero essere tanti voli in più. Gli aeroporti minori hanno una sorte già segnata se non vengono gestiti da società che possano guardare allo sviluppo del traffico e del territorio piuttosto che ad un, seppur negato, timore concorrenziale. Saremo curiosi di vedere i dati, a fine estate, delle presenze di turisti in arrivo presso lo scalo comisano. Volete scommettere che saranno negativi anche quest’anno? Si accettano scommesse.