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Slc Cgil Ragusa. “Forte no alla privatizzazione delle poste”

Rischio di chiusura di sportelli a scapito dei servizi. In discussione i livelli occupazionali
Tempo di lettura: 2 minuti

Dopo un sit in Piazza delle Poste una delegazione della SLC CGIL guidata dal segretario generale della categoria di Ragusa, Elena Guastella, presente il segretario provinciale della CGIL di Ragusa, Francesco Maltese, è stata ricevuta dal Vice Prefetto, dr.ssa Cettina Pennisi, alla quale è stato consegnato un documento nel quale si evidenziano i motivi della vertenza in atto. E più in particolare il NO al progetto di privatizzazione di Poste Italiane è stato, ed è, ampiamente motivato:
• arretramento dei presidi territoriali per la chiusura di uffici postali, che impoverirebbero le comunità geografiche marginali, con conseguente impatto sulle fasce più deboli della società;
• lo stesso dicasi per gli effetti collaterali sul servizio universale del recapito, stante il basso margine economico del rapporto costo/ricavi, che non può interessare aziende e operatori con assetti strutturati al massimo profitto;
• svendita e dismissione di un asset strategico per il Paese, che si compirebbe attraverso un ricavo di poco oltre tre miliardi, che risulterebbero ininfluenti per la riduzione dell’immenso debito pubblico, a fronte della rinuncia ai dividendi azionari quantificati in oltre 250 milioni di euro;
• Riduzione degli organici e taglio occupazionale.
Nel caso che il Governo si privasse della maggioranza delle azioni, si legge nel documento, si determinerebbe il passaggio della proprietà dalla mano pubblica a quella privata (finirebbe il controllo pubblico dello Stato sulla più grande Azienda di Servizi del Paese), con logiche di mercato che prenderebbero il sopravvento sul servizio universale e sullo stesso ruolo sociale esercitato, da oltre 150 anni, da Poste Italiane in favore della Collettività, colpendo le fasce più deboli e marginali della Società e del tessuto imprenditoriale composto, nel nostro territorio, da piccole e medie imprese.
A parte le ricadute sul fronte sociale, l’operazione risulta essere, di per se, una autentica diseconomia sul fronte finanziario, in quanto l’attività d’impresa di Poste produce consistenti utili di bilancio, consolidati nel tempo, con conseguenti importanti travasi di risorse nelle casse pubbliche in termini di dividendi legati alle quote azionarie detenute dal MEF. Dunque, a fronte di una ulteriore cessione di azioni sul libero mercato, si registrerebbero saldi negativi per lo stesso bilancio dello Stato.
L’azienda Postale Italiana, con la sua capillare rete materiale ed immateriale, con più di 30 mln di rapporti con cittadini e piccole e medie imprese, rappresenta un fattore strategico per lo sviluppo dell’intero Paese, soprattutto in questa delicata fase di transizione ecologica e digitale. Essa potrebbe implementare le sue attività modellandole ai nuovi livelli di servizio ed esigenze, avanzate da utenti, clienti e mondo delle imprese.
“Riteniamo, altresì, commentano alla SLC CGL, a rischio la tenuta occupazionale: il Gruppo Poste oggi occupa poco più di 120.000 dipendenti (il cui rapporto di lavoro è di natura privatistica sin dal 1998) e la ulteriore fase di privatizzazione produrrebbe pesanti ricadute anche sul fronte occupazionale.
Abbiamo rappresentato al Prefetto di Ragusa, le preoccupazioni rivolte a noi sindacati dalle 120.000 famiglie di dipendenti postali, e che noi giriamo al Governo ed alla Politica, affinché se ne facciano carico per ruolo istituzionale, attraverso il Suo ruolo sul territorio”.

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1 commento su “Slc Cgil Ragusa. “Forte no alla privatizzazione delle poste””

  1. Ricordo la Giorgia quando “recitava” urlando agli elettori che mai avrebbe privatizzato le Poste. Uno peggio dell’ altro.

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