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Tra manganelli e professionisti della contestazione…l’opinione di Rita Faletti

Tempo di lettura: 2 minuti

Si danno appuntamento per protestare, sempre e comunque, purché si possa inveire contro il fascismo del governo, l’imperialismo americano e israeliano, il sionismo, il patriarcato occidentale, guai a toccare quello islamico, che non scherza. Sono giovani delle superiori, studenti universitari, a detta di alcuni docenti i soliti fuori corso, stesse facce, una percentuale di infiltrati, attivisti dei centri sociali, gruppi antagonisti, soggetti che non si fanno mancare occasione per creare disordini e tafferugli. Che sia la riunione del G7 Italia su clima, energia e ambiente, in una battaglia tra lancio di bottiglie oggetti vari e persino sedie e tavolini di un bar e sfollagente e lacrimogeni, che sia il Salone del libro di Torino, ieri, “pieno di sionisti”, versione degli attivisti alla manifestazione pro palestinesi organizzata dal coordinamento “Torino per Rafah”, con tentativi di entrare forzando i cancelli di sbarramento all’ingresso e respingimento dei poliziotti. Fiamma Nirenstein avrebbe dovuto presentare il suo libro “7 ottobre 2023. Israele brucia”, ha inviato da Gerusalemme un video messaggio. Eugenia Roccella, ministro della famiglia con deleghe alla natalità, non è mai ignorata dalle contestazioni. Al Salone del libro di Torino 2023, ancora prima di iniziare la presentazione di “Una famiglia radicale”, è stata accolta dalle urla “vergogna!” e “sul mio corpo decido io, ma quale stato ma quale Dio”, di ragazzi della Extinction Rebellion, Non una di meno e Fridays for Future. In quella circostanza, in nome della sua passata militanza nel partito di Pannella, la ministra ha chiesto che nessuno venisse allontanato, invitando una delle militanti a salire sul palco dove la giovane ha letto un messaggio in difesa dei diritti e dell’ambiente. Chi deve vergognarsi? Chi scrive e manifesta le proprie opinioni o chi impedisce a chi la pensa diversamente di esprimersi? Dove sta l’intolleranza? Roccella è un bersaglio privilegiato: all’Auditorium della Conciliazione, dove avrebbe dovuto e voluto parlare del crollo demografico – tema importante che esce dai confini nazionali e coinvolge in particolare il mondo sviluppato senza lasciare fuori i paesi considerati riserve inesauribili di nuovi nati – è stata investita dai soliti slogan di un gruppetto piuttosto irrequieto di urlatori. Invece di ascoltare e intervenire a proposito, l’hanno boicottata, rifiutando il confronto. Censura o contestazione? Negli orripilanti talk show, piattaforme per l’indottrinamento, unico meritevole di ascolto quello condotto dal bravo e brillante Porro il lunedì su Mediaset, si è dissertato sulla differenza tra censura e contestazione. La prima, proveniente dagli upper floor governativi, la seconda, dal piano terra dei governati. Oltre alle distinzioni lessicali, sul vero significato di democrazia e del suo deficit si è sorvolato. Le sinistre accusano i manganelli della Polizia e le destre i professionisti della contestazione. Mattarella è stato esplicito: “Voler mettere a tacere chi la pensa diversamente contrasta con le basi della civiltà”. I partecipanti agli Stati generali della natalità hanno invocato il diritto all’aborto come se la 194 fosse stata abolita o minacciata, e negato il diritto di parola a chi la vita vorrebbe difenderla a partire dall’embrione, proponendo alternative alla sua uccisione. Due opposte visioni della vita, o meglio, il trionfo di una sull’altra. La società occidentale, non amando se stessa, ama la morte. “Il numero delle nascite è il primo indicatore della speranza di un popolo. Senza bambini e giovani, un paese perde il suo desiderio di futuro” avrebbe detto in un passaggio del suo intervento Eugenia Roccella. Gridare “sul nostro corpo decidiamo noi”, nel XXI secolo è anacronismo e disinformazione. Sostenere che siamo in un regime di libertà limitata, oltre che falso è un controsenso se poi si partecipa a cortei per la libertà dei palestinesi e implicitamente a sostegno della dittatura di Hamas, scambiato per eroe della resistenza. Essere a favore della teoria gender che afferma che il sesso femminile non esiste ma è una costruzione del linguaggio, è negare la biologia e l’esistenza della donna in quanto tale. Usare il proprio corpo a fini procreativi e in cambio di denaro non è espressione di libertà, ma resa al bisogno e schiavitù al denaro. Chi dissente dalla politica mainstream che vuole imporre la standardizzazione dell’essere umano è un disturbatore che va silenziato. Il processo di omologazione deve continuare fino al suo completamento e avremo il fascismo vero. “I fascisti del futuro chiameranno se stessi antifascisti” (Churchill).

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4 commenti su “Tra manganelli e professionisti della contestazione…l’opinione di Rita Faletti”

  1. Tonino Spinello

    Dott.ssa Faletti, ma cosa Le è successo?
    Sia sincera, non le sta piacendo più questa democrazia vero?
    Quindi possiamo confermare che il nazifascismo emerso negli ultimi anni è la nostra democrazia. Quella che ci governa e per cui dovremmo morire!

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  2. Signor Spinello, non mi piacciono quelli che si autodefiniscono democratici essendo altro. Penso sarebbe buona cosa, tanto per cominciare, abolire l’aggettivo “democratico”, tanto abusato, e sostituirlo con i fatti.

  3. L’unica cosa positiva del nuovo corso “non democratico” sarà il fatto di avere finalmente carta bianca, poter essere liberi dagli impedimenti che ancora avremo fin quando la democrazia resta.
    Saremo liberi anche di dimostrare ai “non democratici” che credono di essere più furbi (degli attuali democratici) mangiando e godendosi la libertà data da questa democrazia, andando verso un comportamento “libero”, avremo modo di capire quanto sono furbi, poiché la dignità non l’avevano neppure prima.
    Sono sicuro che chi vorrà capire capirà, attendiamo in silenzio.

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  4. Quattro scappati di casa a cui purtroppo i giornalisti fanno da cassa di risonanza.
    Quattru persi che dovrebbero avere nessun risalto .
    Che portano avanti slogan seguiti da meno dell’uno % della popolazione
    Aborto libero !!!!che peccato che tua madre non abbia abortito .
    Non dimentichiamo che ogni popolo che perde u ghiuriziu , è un popolo che si annientera’ da solo .
    Vedere la storia .
    Dare meno importanza a questi scalmanati .

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