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Pensioni di Inabilità per Dipendenti Pubblici: guida completa

Tempo di lettura: 2 minuti

Nel panorama delle tutele previdenziali, i dipendenti pubblici affrontano sfide uniche, particolarmente in situazioni di inabilità. Gli avvocati Antonino e Stefano Di Giacomo, esperti legali presso l’Unione Nazionale Consumatori di Modica, sottolineano l’importanza di comprendere a fondo le opzioni pensionistiche disponibili per questi lavoratori, facendo chiarezza sui diritti e le procedure necessarie per accedervi. La distinzione tra le diverse tipologie di pensione di inabilità assume un ruolo cruciale in questo contesto.

**Pensione di Inabilità Totale e Permanente**: Questa forma di pensione si rivolge ai dipendenti pubblici che incontrano una condizione di inabilità così grave da impedire l’esecuzione di qualsiasi attività lavorativa, indipendentemente dalla natura o dalla semplicità del compito. È imperativo che i richiedenti abbiano contribuito almeno per 5 anni, con un minimo di tre anni di contributi nel quinquennio precedente la domanda. L’intervento dello Stato nel versamento dei contributi fino al compimento del 60° anno di età del richiedente gioca un ruolo determinante nel calcolo della pensione, garantendo un sostegno finanziario durante un periodo di estrema vulnerabilità.

Pertanto si precisa che la pensione di inabilità viene calcolata aumentando l’anzianità contributiva maturata, aggiungendo i contributi sufficienti a coprire il periodo mancante al raggiungimento dell’età pensionabile, fino ad un massimo di 40 anni di contributi totali. In ogni caso, però, non può essere superato l’importo della pensione che sarebbe erogata nel caso di invalidità derivante da cause di servizio.

Infatti, il dipendente affetto della grave infermità deve chiedere di presentare al proprio Ente Datore di Lavoro di essere sottoposto alla visita medico-collegiale per il riconoscimento dell’invalidità  ai sensi della legge 335/95, Art. 2,comma 12  ai fini del  il riconoscimento della pensione di inabilità totale e permanente, e che decorrerà  dal giorno successivo alla risoluzione del rapporto di lavoro. La  prestazione pensionistica  è vitalizia,  cessa con la morte del pensionatoed è reversibile nei confronti dei superstiti aventi diritto.

**Pensione per Inabilità al Proficuo Lavoro**: Destinata ai lavoratori che, seppur inabilitati a svolgere la propria mansione o qualsiasi lavoro comparabile in termini di remunerazione e impegno, possono ancora impegnarsi in attività lavorative di natura meno onerosa. La valutazione dell’idoneità residua al lavoro è fondamentale per questa categoria, che richiede un’analisi dettagliata delle capacità del lavoratore e delle possibilità di reinserimento in differenti contesti lavorativi. Questa pensione rappresenta un equilibrio tra il riconoscimento dell’inabilità e la valorizzazione delle potenzialità lavorative residue del dipendente. Per presentare la richiesta di pensione per inabilità al proficuo lavoro, il dipendente pubblico deve possedere almeno 15 anni di servizio, di cui 12 effettivi se facente parte del personale del comparto Difesa, sicurezza e soccorso pubblico.

La pensione è calcolata come la generalità dei trattamenti ex INPDAP ma, a differenza della pensione di inabilità permanente ed assoluta a qualsiasi attività lavorativa, al trattamento previsto in caso di inabilità al proficuo lavoro non si applicano maggiorazioni.

**Pensione per Inabilità alle Mansioni**: Particolarmente rilevante per i casi in cui i dipendenti non sono più in grado di adempiere alle specifiche funzioni della loro posizione attuale, ma non sono considerati completamente inabili al lavoro. Se l’ente pubblico datore di lavoro non può offrire un ruolo adeguato alle capacità residue del dipendente, quest’ultimo ha diritto a questa forma di pensione. Questo scenario richiede una minima anzianità di servizio e riflette l’impegno della legislazione a tutelare i lavoratori senza penalizzare eccessivamente le amministrazioni.

Qualora al lavoratore vengano offerte mansioni inferiori è diritto del dipendente accettare o rifiutare tale variazione, ottenendo in questo secondo caso la dispensa dal servizio e quindi la pensione.
Per fruire della pensione di inabilità alle mansioni, il dipendente deve possedere:almeno 15 anni di servizio, di cuiall’art.2 comma 12 della legge 335//95 effettivi se facente parte del personale del comparto Difesa, sicurezza e soccorso pubblico;un servizio pari o superiore a 20 anni se iscritto presso la Cassa dipendenti enti locali o della sanità pubblica.

La pensione è calcolata come la generalità dei trattamenti ex INPDAP, anche in questo caso senza l’applicazione di maggiorazioni.Il trattamento di inabilità , a fronte di tale condizione invalidante, è incompatibile con ogni tipo di attività lavorativa (dipendente, autonomo, parasubordinato, saltuario e così via)

**L’esempio dell’insegnante**: Un caso emblematico relativo alla pensione di inabilità assoluta e permanentedi cui all’art 2 comma 12 della legge 335//95 riguarda un’insegnante di ruolo con oltre 13 anni di servizio, colpita da una grave malattia. Nonostante le evidenti condizioni di grave patologie non veniva presentata la  domanda di pensione di inabilità assoluta  durante l’attività lavorativa, Ciò  precludendo  il riconoscimento dei diritti pensionistici in mancanza dei contributi previdenziali che dovevano essere almeno pari a 20 anni, con conseguenza di non poter beneficiare della pensione di inabilità assoluta  e di non poter trasmettere  agli  eredi di poter  fruire  della  pensione di reversibilità spettante. Infatti nel  caso in specie,  la dipendente insegnante di ruolo era genitore di due figli minori,   oltre che del coniuge,  e che per omessa presentazione della domanda per disinformazione e/o per pregiudizio alla prevacy  durante l’attività lavorativa veniva  preclusa la possibilità della fruizione della pensione di inabilità e la   successiva pensione di reversibilità agli eredi

Questo esempio sottolinea la vitale importanza della tempestività nella richiesta delle prestazioni di inabilità e del ruolo critico che l’informazione gioca nel garantire ai lavoratori la piena consapevolezza dei propri diritti.

L’approccio proattivo degli avvocati Di Giacomo mira a colmare il divario informativo e ad assistere i dipendenti pubblici nella navigazione del complesso sistema previdenziale italiano. Attraverso consulenza, assistenza legale e sensibilizzazione, si impegnano a garantire che ogni lavoratore sia informato e supportato nel percorso di accesso alle pensioni di inabilità, promuovendo una cultura di tutela e riconoscimento dei diritti dei dipendenti pubblici in ogni fase della loro carriera e oltre.

Avv. Antonino Di Giacomo (Studio Legale Di Giacomo)

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© Riproduzione riservata

1 commento su “Pensioni di Inabilità per Dipendenti Pubblici: guida completa”

  1. Sebbene gli avvocati Di Giacomo si impegnino a fornire assistenza legale e sensibilizzazione sui diritti pensionistici dei dipendenti pubblici, può essere argomentato che la loro attività potrebbe enfatizzare eccessivamente la complessità del sistema previdenziale italiano, rendendo difficile per i lavoratori ottenere informazioni chiare e accessibili. Inoltre, mentre si sottolinea l’importanza della tempestività nella richiesta delle prestazioni di inabilità, potrebbe essere trascurato il fatto che alcuni dipendenti potrebbero essere disinformati o non consapevoli dei loro diritti a causa della mancanza di comunicazione efficace da parte delle istituzioni previdenziali. Pertanto, mentre l’assistenza legale può essere preziosa, è anche essenziale semplificare le procedure e migliorare la comunicazione per garantire una piena tutela dei diritti dei lavoratori pubblici in situazioni di inabilità.

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