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La domenica di Pasqua nei pensieri di Benedetto XVI: l’opinione di Rita Faletti

Tempo di lettura: 2 minuti

Con la scomparsa di Benedetto XVI è caduta l’ultima appassionata e strenua difesa della vera fede e della vera Chiesa. In tempi apparentemente non sospetti, il papa teologo, con lucidità e intelligenza premonitrice ci aveva messo in guardia contro gli assalti alla tradizione culturale e spirituale dell’Occidente, ai suoi valori di libertà e rispetto dei diritti umani, aveva insistito sul fatto che non tutte le religioni sono uguali, che cedevolezza e compromesso avrebbero favorito l’accerchiamento dei barbari. Aspramente criticato dai suoi nemici e perfino deriso per le sue posizioni chiare e ferme sulla dottrina, fu contestato dai collettivi studenteschi e da docenti per la sua concezione sul rapporto tra scienza e religione quando fu invitato a parlare dal rettore della Sapienza, in occasione dell’apertura dell’anno accademico 2007-2008. Il muro di contestazioni e gli attacchi preannunciavano quanto sarebbe accaduto in questi giorni nelle università, non più luoghi di diffusione del libero pensiero e della libertà d’opinione, ma centri di indottrinamento dominati dal pensiero unico totalitario. E’ tutto esattamente come Ratzinger aveva previsto, compreso il processo di auto distruzione della civiltà occidentale. Rimane il ricordo vivo della sua autentica umiltà e liberalità, della profondità del suo pensiero, della sua fede incrollabile e rimangono i suoi scritti e i suoi pensieri, fonte preziosa di riflessione e guida, come quelli sulla Pasqua.

Dall’alba di Pasqua una nuova primavere di speranza investe li mondo; da quel giorno la nostra risurrezione è già cominciata, perché la Pasqua non segna semplicemente un momento della storia, ma l’avvio di una nuova concezione: Gesù è risorto non perché la sua memoria resti viva nel cuore dei suoi discepoli, bensì perché Egli stesso viva in noi e in Lui possiamo già gustare la gioia della vita eterna.

La risurrezione è – se possiamo una volta usare il linguaggio della teoria dell’evoluzione – la più grande “mutazione”, il salto assolutamente più decisivo verso una dimensione totalmente nuova, che nella lunga storia della vita e dei suoi sviluppi mai si sia avuta: un salto in un ordine completamente nuovo, che riguarda noi e concerne tutta la storia.

La Pasqua non opera alcuna magia. Come al di là del Mar Rosso gli ebrei trovarono il deserto, così la Chiesa, dopo la risurrezione, trova sempre la storia con le sue gioie e le sue speranze, i suoi dolori e le sue angosce.

La speranza, in questo mondo, non può non fare i conti con la durezza del male. Non è soltanto il muro della morte a ostacolarla, ma più ancora sono le punte acuminate dell’invidia e dell’orgoglio, della menzogna e della violenza. Gesù è passato attraverso questo intreccio mortale, per aprirci il passaggio verso il Regno della vita.

 

 

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9 commenti su “La domenica di Pasqua nei pensieri di Benedetto XVI: l’opinione di Rita Faletti”

  1. La tradizione culturale e spirituale dell’Occidente non dovrebbe temere assalti ed aver bisogno di essere difesa, perché in essa sono insite la volontà, il piacere e la capacità di confronto con altre tradizioni. La cultura e la spiritualità non innalzano barriere di difesa, ma pervadono le menti e i cuori di coloro che le amano e le possiedono, sono sempre pacifiche, uniscono i popoli, donando prosperità. Altrimenti non è vera cultura, né spiritualità, ma pericoloso fanatismo.

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  2. Belle parole smentite dai fatti. Chi volesse negoziare la pace con Putin si sentirebbe rispondere: ok, prima mi prendo questo e questo e anche questo, in cambio ti concedo la pace. Come capacità di confronto non c’è male, basta fingere di essersi confrontati alla pari e di aver messo in luce la propria volontà e il proprio piacere nell’incontrare un’altra tradizione e un’altra cultura ed essersi illusi di aver abbattuto le barriere che ostacolano l’unione tra i popoli e la soddisfazione reciproca. Ma neanche Matteo Zuppi.

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  3. Il Cardinale Matteo Zuppi, fino a prova contraria, è testimone autentico di quelle tradizioni culturali e spirituali dell’Occidente, di cui lei parla nell’articolo. Non credo si possa affermare il contrario, o pensare che la testimonianza di Zuppi sia meno coerente di quella di un Biden, Macron, von der Leyen, ecc. ecc., e, per par condicio, della mia stessa e della sua, dottoressa Faletti…

  4. Non metto in dubbio, come nessuno credo, la condivisione dei valori che appartengono alla civiltà occidentale, metto in dubbio la capacità dell’occidente di fermare Putin e le sue ambizioni imperialistiche se non con gli stessi strumenti che lui usa per intimidire e riportare l’Ucraina sotto il suo controllo. Capi di stato e di governo si sono spesi nel tentativo di convincere il capo del Cremlino ad abbassare le armi con i risultati che sono sotto i nostri occhi: nessuno. Al Cardinale Zuppi non è andata meglio. Non è neanche riuscito a far restituire alle famiglie legittime i 19540 bambini ucraini rapiti e portati nella Federazione russa per essere “rieducati”. Il consigliere di Putin è il patriarca Kirill, che ha definito l’invasione dell’Ucraina “una guerra santa”. Non crede che alla guerra ibrida di Putin, che ricorre a tutte le risorse possibili, bisognerebbe rispondere seguendo i consigli che Machiavelli diede al principe? Si deve essere volpi per riconoscere le trappole e leoni per sconfiggere i nemici. Astuzia e forza e poche chiacchiere pacifiste.

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  5. Machiavelli con la sua opera riuscì soprattutto a svelare e chiarire le atrocità e le malefatte dei governanti di quel tempo, a vantaggio del popolo, che di conseguenza avrebbe avuto le necessarie conoscenze per tutelarsi.
    Per quanto riguarda le attuali guerre, bisogna dire che astuzia e forza dovrebbero cedere il passo ad intelligenza e diplomazia, ponendo anzitutto termine al sacrificio di vite umane, nel rispetto di quei valori culturali e spirituali di cui stiamo parlando.

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  6. Veltro, cedere il passo ad “intelligenzia e diplomazia” è stato tentato tantissime volte in questi mesi di guerra spietata, ma per Putin questo vuol dire solo vincere senza avere nessuna resistenza, accorpare ed annientare l’Ucraina.
    Rispettare i valori culturali e spirituali vuol dire solo rispettare i valori culturali e spirituali della Russia e stracciare quelli dell’Ucraina.
    Questo se lo riterrà o se lo avesse ritenuto giusto lo avrebbe fatto il popolo Ucraino, se non l’ha fatto noi non possiamo sindacare la scelta di quel popolo, a noi non resta che rispettare i NOSTRI valori culturali e spirituali e decidere chi aiutare e sostenere,
    ed infine in ultima analisi, i nostri valori non possono accettare che uno stato “possa” andare ad occupare ed impadronirsi di un altro stato limitrofo se quella popolazione non vuole.

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  7. @Veltro. La visione politica di Machiavelli, che lo poneva un passo avanti rispetto ai suoi contemporanei, era maturata grazie soprattutto alle numerose missioni diplomatiche che lo avevano convinto che la differenza che esisteva tra i grandi stati territoriali e gli stati cittadini e i principati italiani era la forza militare accompagnata da un’organizzazione efficiente. Un’intuizione che conferma l’importanza di avere sì istituzioni che funzionino, ma anche un esercito all’altezza. Machiavelli anticipò l’idea di uno stato nazionale moderno. Non ignorava l’importanza della diplomazia, ma la considerava non sufficiente. Come dire: prima la diplomazia, poi la forza.

  8. Orazio ispettore privato

    Bah ! Mah! Corsi e ricorsi storici ? Prima i barbari hanno invaso l ‘impero romano d’Occidente , su pressione dei mongoli , provocandone la caduta in maniera determinante. Dopo “i discendenti”,
    fondendosi , hanno abbracciato l ‘arianesimo e poi con l’utero hanno dato vita in seno al cristianesimo al protestantesimo e altre dottrine scismatiche , quegli altri di loro fondendosi con slavi e mongoli e bizantini hanno abbracciato il comunismo di Marx e perseguitato i cristiani e poi , sempre in estrema sintesi , riabbracciato il cristianesimo nella forma ortodossa , ma i discendenti dei sassoni e angli ormai oltreoceano , poveri indiani d’America e afro , hanno spinto e spingono verso un confronto bellico con la Russia e con la Cina , ma la pasqua è amore è vita che trionfa sulla Morte , ” Vincete il male con il bene ! ” ci esortava san Paolo , il questo caso con i negoziati bisogna vincere la follia geopolitica imperialista e bellicistica, delle lobby genealogico -anglosassoni e sioniste che burattinano congressi …scusate non ho capito niente neanch’io

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  9. Rauca e con la tosse

    “Non ho capito niente anch’io ” , questa la forma corretta .Caro Orazio ispettore privato, ha dimostrato non solo la sua ignoranza , ma anche uno strano razzismo all ‘incontrario e un esagerato orgoglio latino , non per niente si chiama Orazio.

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