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Israele sul banco degli imputati…l’opinione di Rita Faletti

Tempo di lettura: 2 minuti

La guerra combattuta da Israele a Gaza per distruggere Hamas dopo il massacro del 7 ottobre, ha ridato energia all’odio viscerale antiebraico delle piazze arabe e islamiche, smascherato l’antisemitismo delle sinistre internazionali e offerto ai nemici delle democrazie e delle loro libertà l’opportunità di unirsi e canalizzare verso Israele l’accusa di colonialismo e genocidio per colpire l’Occidente e gli Stati Uniti indicati come istigatori responsabili di tutti i conflitti del mondo. Il fine è chiaro: costruire un nuovo ordine mondiale libero da regole e dalla supremazia americana. Un fronte compatto che l’esito scontato della guerra sgretolerà per riposizionare i vari tasselli che lo compongono. Intanto, la guerra di Israele ha annullato le rivalità interne all’islam tra sunniti e sciiti, ha consentito all’Iran, stato nazista che ammazza le ragazze per via dell’hijab e impicca gli omosessuali, oggi alla guida del Consiglio per i diritti umani, di indicare in Israele uno stato nazista; ha consolidato l’asse Russia-Cina che nel 1979 aveva coniato per Israele l’espressione “il piccolo satana”; ha suscitato la reazione scandalizzata di Putin sui civili di Gaza uccisi dalle bombe israeliane, mentre Mosca bombarda i civili ucraini da oltre un anno e mezzo e nella guerra in Siria contro i ribelli di Assad aveva intenzionalmente bombardato gli ospedali, ha sterminato i musulmani Ceceni perché accusati di terrorismo e oggi, all’insegna della coerenza, riceve con tutti gli onori i terroristi di Hamas e festeggia la fratellanza con il dittatore Kim che gli fornisce droni e munizioni per continuare la sua sporca guerra in Ucraina. E la Cina? La guerra a Gaza è l’occasione per Xi Jinping di definire Israele stato di apartheid quando lui ha internato gli Uiguri in campi di rieducazione costringendoli ai lavori forzati perché musulmani. Pechino nega e per dimostrare che nulla ha contro la loro religione, diffonde una foto della moschea di Id Kah, la più grande dello Xinjiang, senza però dire che da luogo di culto musulmano l’ha trasformata in destinazione turistica.  La verità è che sia Putin che Xi temono il terrorismo islamico come forza destabilizzante. Se abbiano ragione o meno, l’Europa avrà modo di verificarlo direttamente. E per finire, guai dimenticare il sultano turco che ha l’impudenza di affermare: “Non troverete nessun altro stato il cui esercito si muove con tanta disumanità come quello israeliano”. Sorvola, Erdogan, sui problemi genocidari del suo paese, la strage degli Armeni, e di democrazia interna. Ebrahim Raisi e la Guida suprema Khamenei, Putin, Xi Jinping e Erdogan dovrebbero essere sul banco degli imputati, condannati dalla comunità internazionale, o almeno, da tutti i paesi democratici, che non hanno la forza morale per stigmatizzare senza reticenza i crimini di Hamas e difendere Israele e il suo diritto a difendersi. Nelle città occidentali e persino a Harvard, dove studia e si forma la classe dirigente americana e da cui sono usciti ben otto presidenti degli Stati Uniti, si assiste con imbarazzo e vergogna alla solidarietà “anticoloniale” con i palestinesi, con ingredienti incendiari che si credevano definitivamente vinti: antisionismo e antisemitismo. In Italia circa 4000 professori universitari hanno firmato la richiesta di interruzione immediata delle collaborazioni con istituzioni universitarie e di ricerca israeliane con la seguente motivazione: l’illegale occupazione che Israele impone alla popolazione palestinese da oltre 75 anni. Una pagina indecorosa che rivela la miseria intellettuale di chi lavora in contesti in cui la libera circolazione delle idee è una priorità e mette in serio dubbio le conoscenze storiche dei firmatari, dato che nel 2006 Israele liberò Gaza dai coloni che vi abitavano e l’anno successivo i palestinesi votarono democraticamente a favore di Hamas. L’aritmetica non è un’opinione, esimi docenti, e segnalo che il danno è vostro perché il mondo della ricerca è una delle realtà più straordinarie dello Stato di Israele, insieme ad altre. I paesi arabi non oltranzisti, Egitto, Giordania, Marocco, Bahrein, Emirati e Arabia Saudita non solo lo sanno, ma sembrano molto più interessati al piccolo Stato ebraico che ai palestinesi. Una settimana fa, a Riyad, alla prima storica riunione tra Lega Araba e Organizzazione della Cooperativa Islamica organizzata per decidere interventi pesanti contro lo Stato ebraico, dopo il refrain caldeggiato da Raisi sulla scomparsa di Israele dalla faccia della terra e un’invettiva astratta contro “i crimini di guerra” di Israele, il tutto si è concluso con un mafioso “baciamo le mani a Hamas”.

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16 commenti su “Israele sul banco degli imputati…l’opinione di Rita Faletti”

  1. Praticamente se un terrorista, o uno che delinque, si barrica dentro una scuola, un ospedale, o un condominio, per prenderlo è “giustificato” bombardare e uccidere tutti!! Ma che bella democrazia, complimenti!! È UNA VERGOGNA!! SONO DEGLI (…………)!! Addirittura non permettono l’ingresso di personale Onu per inchieste. E mentono con testimonianze false per giustificare i crimini di guerra dicendo di decapitazioni, e violenze sessuali da parte di Hamas. Niente mandato di arresto internazionale per Nethanjau?? Non bisogna isolare Israele? Palestinesi chiusi in gabbia senza nulla, aspettare solo di essere colpiti!! Sarebbe Putin il peggior carnefice?? Ci manca solo che mettono i Palestinesi nelle camere a gas. Basta essere amici degli americani che tutto diventa lecito. Complici di questo genocidio!!

  2. Buonasera signor Gino,
    le racconto cosa ci è capitato a Tel Aviv alla fine del 2009, casualmente coinvolti, nell’operazione denominata Piombo Fuso (se la ricorda?). Noi turisti, sorpresi per strada in ora tarda, poco felici di trovarci in mezzo a cotanti fuochi d’artificio, (lancio di razzi da parte di Hamas) ci siamo premurati di cercare un taxi per rientrare in tutta fretta nel nostro Hotel. Toh, guarda caso in senso opposto e in mezzo a un traffico sostenuto un taxista o presunto tale, fa un’inversione a U scatenando il putiferio nell’arteria sempre trafficata a qualunque ora. Per lui l’importante era non perdersi la corsa. Scoprimmo strada facendo che si trattava di taxista abusivo palestinese, che la prima cosa che ci ha chiesto è stato di che nazionalità fossimo. Italiani abbiamo risposto. Felice, occhi sbarrati, mi assesta una pacca sulla spalla e mi dice: Oh good good, good mafia, good mafia….
    Buona serata

  3. Buona sera Dott Ruzza
    Mi creda sono disgustato, e non riesco a credere che nel 2023 devo assistere a guerre per un pezzo di terra dove tutti potrebbero vivere nel rispetto degli altri.
    Io sono un ignorante, ma lei crede che così facendo si possa annientare Hamas? Io non credo!
    Io credo che bisognerebbe colpire chi finanzia Hamas, tipo Qatar e Iran, ma naturalmente sono opinioni personali.
    Le auguro un buon fine settimana.

  4. Gaetano Gerratana

    Continuo a chiedermi quale futuro immagini la scrittrice per i palestinesi, che identifica i palestinesi con Hamas e ignora i coloni israeliani, gli ortodossi e la destra che sogna la grande Israele

  5. Articolo 21
    Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
    Alla C.A. del Redattore

  6. La Redazione decide, cosa sia adeguato pubblicare o meno, specie se codesto Alessio tende all’offesa. Chiaro? La moderazione serve a questo. C’è un limite alla libertà di opinione. Provi a scrivere da qualsiasi parte tipo giornali, riviste o altro…. non le pubblicano nulla se non prima passato dai moderatori. Se ne faccia una ragione e magari la prossima volta ci metta la faccia e provi ad argomentare.

  7. Un destino per i palestinesi era già stato immaginato nel 1948 quando le Nazioni Unite proposero la soluzione dei due stati. All’atto della sua fondazione, lo Stato di Israele non solo riconobbe la nascita contemporanea dello stato di Palestina ma l’aveva addirittura auspicata. Esiste un documento firmato da David ben Gurion che lo attesta. Diversa fu la posizione della leadership palestinese che se avesse riconosciuto la legalità internazionale rappresentata dalle NU, oggi la Palestina avrebbe 75 anni di vita alle spalle. I tentativi successivi fallirono dimostrando che né i leader palestinesi né i paesi arabi volevano uno stato palestinese perché, come disse Nasser, i palestinesi erano una “massa d’urto” nella lotta contro Israele. Quando in Europa e Asia la Seconda guerra mondiale determinò i grandi movimenti delle popolazioni, costrette a migrare con la forza o per paura, nessun paese arabo pensò a progetti di inserimento dei profughi palestinesi che andavano bene solo nei discorsi demagogici sui loro “diritti inalienabili” davanti alle piazze (come avviene oggi), salvo poi discriminarli, sfruttarli e emarginarli a seconda delle convenienze. I palestinesi non li vuole nessuno. L’Egitto ha costruito un muro al confine con Gaza e prima di accettare di aprire il valico di Rafah per consentire il passaggio dei civili palestinesi ci ha pensato un po’. I paesi arabi moderati aspettano che Israele faccia “il lavoro sporco” per poi riprendere le relazioni con lo Stato ebraico che erano state avviate con gli accordi di Abramo. Neanche Hezbollah vuole esporsi oltre alle parole infuocate. Israele è nella difficile situazione di doversi difendere da bestie assassine cercando di evitare il più possibile di colpire i civili palestinesi. Non potrà e non dovrà fermarsi fino a quando non avrà eliminato Hamas. Qualunque paese lo farebbe. Il futuro dei palestinesi dipende dalla distruzione di Hamas, non dalla distruzione di Israele. E’ questo che bisognerebbe comprendere, fuori dalle ideologie, dagli slogan e dalla propaganda.

  8. “miseria intellettuale”, se pensa che me la prenda non mi conosce, motivo per cui eviterei, al suo posto, giudizi avventati che confermano, una volta di più, quanta miseria intellettuale e morale e presunzione ignorante ci sia in giro.

  9. Caro Gino, Putin Le sarebbe riconoscente e chissà che Lei non si ravveda. Le racconto l’ultima dello zar. La guerra in Ucraina reclama soldati e, si sa, la Russia ne ha persi tanti in questa insulsa “operazione speciale” che sta nuocendo all’economia del paese e molto alla reputazione di Vladimiro. Non Le ricordo le sofferenze e le morti degli ucraini che per Lei sono indegni di compassione. Ebbene, il nostro, o meglio, il suo, ha sbattuto dietro le sbarre una disegnatrice pietroburghese per aver sostituito in un supermercato 5 cartellini dei prezzi con altrettanti minuscoli manifesti contro la guerra, il numero dei soldati russi morti e dei civili ucraini uccisi dalle bombe dello zar. Sette anni di galera, uno sproposito. Ha invece graziato due fior fiore di criminali: uno è stato tra i complici dell’omicidio di Anna Politkovskaja, 20 anni di carcere, l’altro, un tizio che aveva torturato per 3 ore e poi strangolato la fidanzata, 17 anni. Putin li ha graziati entrambi per essere andati al fronte a continuare a fare il loro lavoro. E’ la nuova legge di Putin: mettere dentro chi denuncia le violenze, tirare fuori chi le commette. Che ne dice?

  10. Dottoressa Faletti
    So chi è Putin, e di ciò che lei ha scritto adesso, ma in questa guerra è stato provocato. Putin è esattamente come Biden, e non è peggiore di Nethanjau.
    La Russia, la nazione più sanzionata chiuderà il 2023 con 75 miliardi di dollari di attivo. E gli Usa sono con il debito più alto, con 2000 miliardi di dollari. Quindi io non vedo questa crisi in Russia. Sull’ andamento della guerra per lei la Russia era sconfitta già lo scorso anno. Ma ormai siamo sull’orlo di una catastrofe, ci manca solo una guerra per Taiwan……! Le persone al potere sono uno peggiore dell’ altro, pensi che per una stupida legge fatta da questi personaggi, è stato impedito a Indi la bambina inglese di avere una possibilita’ in Italia. L’hanno fatta morire staccandogli i macchinari. Sono disgustato. Buon fine settimana a lei.

  11. Putin non è stato provocato, questo lo afferma il partito del Papa. Putin aveva in mente di riprendersi quello che era appartenuto all’Unione sovietica, il cui disfacimento non ha mai digerito. Non paragonerei Biden a Putin. Il presidente americano ha commesso un errore imperdonabile ritirandosi in fretta e furia dall’Afghanistan. E’ stata la risposta alle pressioni del popolo americano e l’attuazione di quello che Trump aveva stabilito accordandosi con i Talebani. Gli Usa hanno un alto debito, ma lo standard di vita del popolo russo, oligarchi esclusi, è infimo rispetto a quello dell’americano medio. Per non parlare del fatto che negli Stati Uniti ognuno può liberamente esprimere la propria opinione, protestare e andare in piazza senza il rischio di essere sbattuto in carcere. Putin ha già perso la guerra. L’ha persa quando ha creduto di infilarsi in saccoccia l’Ucraina confidando nell’indifferenza dell’Occidente, l’ha persa perché ha fatto male i calcoli per presunzione e sottovalutazione delle conseguenze, l’ha persa perché ha distrutto la fiducia che era stata riposta in lui da Europa e Stati Uniti (era nel G8), l’ha persa perché ha mandato e sta mandando al macello centinaia di migliaia di giovani, l’ha persa perché molti russi non hanno capito questa guerra e non la condividono. La povera bimba inglese sarebbe morta lo stesso. Non mi sento di sindacare sulle leggi inglesi dal momento che noi non siamo messi proprio bene, anzi. Buona domenica!

  12. Dottoressa Faletti
    Quindi lei afferma che Putin vorrebbe conquistare tutte le repubbliche per riformare la vecchia Unione Sovietica?? Dai non scherziamo con le favole…..Mi spiace ma io non la vedo assolutamente così!! Gli Usa hanno speso miliardi di dollari da anni per portare l’Ucraina nella Nato, per indebolire la Russia, non sono io a dirlo, ma lo affermano i fatti, lo sanno tutti. Putin non si è mosso nel 2014, però lo diceva……..li avvertiva di smetterla. Che poi Putin sia un dittatore non lo scopriamo adesso, ma chi sta al potere possiede molti modi per imporre le proprie idee. I Cesari usavano gli anfiteatri per distogliere le tirannie che imponevano al popolo romano. La bambina inglese probabilmente sarebbe morta lo stesso come scrive lei, ma perché non dargli l’ultima possibilità?? Che gli costava a chi sta al potere?!! La verità e che sono uno peggio dell’altro. Le auguro una Buona Domenica.

  13. Sul banco degli imputati si trova sicuramente Hamas, l’atto terroristico ha innescato prevedibilmente una cruenta guerra. Israele è sicuramente duro e pesante nelle risposte e credo che andrà fino in fondo.
    Hamas ha avviato con un attentato ingiustificabile uccidendo anche ragazzi, donne e bambini e sequestrando persone, il tutto utile per determinare una reazione da parte di Israele, nella speranza che tutti gli stati arabi e simpatizzanti si infilassero nella guerra, in primis l’IRAN, ma credo che ciò ad ora non è fattibile, spero che Israele si moderi e si riesca a ristabilire un equilibrio.
    Scrivo questo non per buonismo, ma perché penso che una guerra totale sarebbe ingestibile e determinerebbe un disastro mondiale, così come è stato per il conflitto Russo – Ucraina, anche in quel caso Putin ha sperato dall’inizio in un coinvolgimento mondiale, sperando nell’entrata in guerra degli USA, ma anche in questo caso ad oggi questo non si è realizzato.
    Il comportamento della Russia prima e di Hamas dopo è quello di coloro che non hanno nulla da perdere e vogliono innescare una reazione pesante e giocarsi il tutto per tutto senza badare ai danni globali che si determinerebbero.
    Mi dispiace che in tanti fanno confusione fra Hamas e Palestinesi, i quali si professano i difensori dei palestinesi mentre ne sono solo i guerrafondai.
    Il conflitto tra Israele e la Palestina è un problema complesso e molto controverso con radici storiche, culturali, religiose e politiche profonde. La questione delle colpe è oggetto di dibattito e interpretazione diversa da parte di diverse persone e organizzazioni, da sempre.
    In termini generali, entrambe le parti nel conflitto hanno responsabilità e azioni che possono essere oggetto di critiche. Alcuni punti di vista attribuiscono la colpa principalmente a Israele, sostenendo che le politiche governative, la costruzione degli insediamenti, le azioni militari e altre politiche hanno contribuito a esacerbare le tensioni e a peggiorare la situazione. Al contrario, altri sostengono che la colpa ricade principalmente sui leader palestinesi, accusandoli di incoraggiare il terrorismo, respingere offerte di pace e fallire nel riconoscere il diritto di Israele all’esistenza.
    È importante notare che le opinioni su questo argomento variano notevolmente e che la situazione è estremamente complessa. Molti esperti sottolineano la necessità di una comprensione approfondita della storia, della politica e dei contesti culturali per affrontare adeguatamente la complessità del conflitto. Inoltre, diverse organizzazioni internazionali e paesi cercano attivamente di mediare e risolvere il conflitto, promuovendo il dialogo e cercando soluzioni sostenibili per entrambe le parti.

  14. Ci sarebbe tanto da dire e tanto da scrivere o commentare nel rispetto reciproco ma quando, come in questo caso, si è solamente pro o contro, non c’è nessuna possibilità di dialogo. Gli unici dati certi sono che la Sig.ra Faletti & C. sono pro Israele ed altri contro, che Israele non avrà mai pace, avrà tanti morti ed i palestinesi saranno ammazzati! Continuate così e il peggior nemico sarà dentro di voi!

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