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Il rapporto BenVivere e le classifiche positive. Ragusa in Movimento non ci sta

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“Come si vive dalle nostre parti? Bene, secondo il “Rapporto BenVivere delle province italiane 2023” i cui dati sono stati diffusi dal sindaco di Ragusa. Una serie di indicatori hanno fatto sì che la nostra provincia schizzasse nelle posizioni che contano in ben due classifiche, quella sulla qualità della vita tradizionale e quella più, diciamo così, innovativa che misura la generatività. Ora, al di là del fatto che queste classifiche riguardino l’intero territorio provinciale e non solo la città capoluogo, ci chiediamo, e chiediamo al sindaco, se questi risultati positivi ci debbano fare dormire sonni tranquilli”. E’ quanto afferma il presidente di Ragusa in Movimento, Mario Chiavola, che aggiunge: “E lo diciamo perché, dalle parole del primo cittadino, sembra che, siccome sono stati raggiunti determinati traguardi, tutto sommato ci possiamo accontentare. E qui casca l’asino perché, a differenza di quanto si percepisce, queste classifiche confermano soltanto quanto già sapevamo. E cioè che siamo i migliori tra i peggiori. Vogliamo essere un pizzico più contenti per i dati riguardanti la cosiddetta generatività? Bene, ma questo non sposta l’asse del problema visto che la sensazione percepita sembra essere quella del chi si accontenta gode. Eh no, non possiamo accontentarci. Saremo, magari, più avanti di altri territori siciliani. Ma basta oltrepassare un attimo lo Stretto, o magari recarsi nell’altra grande isola della nostra nazione, per capire che siamo indietro e lo siamo perché, prima di ogni cosa, non riusciamo ad avere quell’orgoglio dell’appartenenza che, piuttosto che a parole, dovrebbe essere caratterizzato da fatti concreti. Sui trasporti, mi si conceda una battuta, siamo a piedi. Sull’igiene ambientale, non solo nella nostra città, che è forse tra le più pulite, scontiamo decenni di malversazione da parte dei soliti incivili che dettano legge. Alzi la mano chi non ha visto neppure una discarica abusiva alla periferia della nostra città. E neppure può consolarci il fatto che dalle nostre parti ce ne sono di meno che in altri ambiti regionali. Vuol dire mal comune mezzo gaudio? Fate un giro da qualche altra parte in Italia. Andate in Sardegna, ad esempio. E vedrete come il decoro, anche in semplici strade che delimitano la fascia costiera, è ai massimi livelli. Sì, i riscontri di questi rapporti ci fanno senz’altro piacere. Ma non ci sollevano dalla necessità di prevedere qualcosa di più stringente e immediato per risolvere disagi che ci portiamo indietro da decenni. E più avanti andiamo, più c’è la sensazione che questi problemi si amplifichino. Ecco perché ritengo che ci sia poco da cantare vittoria e che, piuttosto, ci si debba sbracciare tutti verso un’unica direzione per fare diventare questa città sempre più appetibile da parte di tutti coloro che ci abitano”.

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