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Ragusa. Santa Maria dell’Annunziata da inserire in rete nel nuovo PRG

La richiesta del Consigliere comunale Iurato
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Risale al XIV secolo la chiesetta rupestre di Santa Maria dell’Annunziata che il consigliere comunale di Ragusa Prossima, Gianni Iurato, chiede di potere mettere in rete nel nuovo Piano regolatore generale, inserendola nell’itinerario delle chiesette rupestri. “Stiamo parlando – sottolinea Iurato – di un gioiello che, insieme a tante altre chiesette rupestri presenti sul nostro territorio comunale, andrebbero inserite in un apposito percorso turistico, dopo aver predisposto itinerari in sicurezza, magari inseriti nel nuovo Piano regolatore generale in modo da predisporre una rete specifica. Stessa attenzione sarà da me richiesta nel Prg per altri siti archeologici a cui la comunità iblea è legata per ovvie ragioni, alcuni già recuperati alla fruibilità turistica dal Comune nel passato quinquennio, in collaborazione con la Sovrintendenza come la Grotta Trabacche, il sito preistorico di Fontana Nuova, l’ipogeo in contrada Bruscè, l’ipogeo in contrada Cilone. Stesso pubblico interesse da garantire per altri itinerari storici legati alla Seconda Guerra Mondiale, alla realtà agricola, alle miniere di asfalto e alla pirrera. Questi ultimi insediamenti di cui sto parlando, nel 2002/2003 furono tutelati e inseriti con un apposito emendamento nelle norme regolamentari per l’attuazione del Piano regolatore generale. Insomma, stiamo facendo riferimento a uno stesso provvedimento da riproporre nel nuovo Prg in itinere”. La chiesa di Santa Marie Nuntiate risale al XIV secolo ed è orientata ad est con una navatina, abbastanza allungata, a doppio modulo, scrive l’archeologo Giovanni Di Stefano. L’ingresso sul lato lungo, precipite sul fondo valle, possiede un portale ogivale abbastanza snello, alquanto consueto nell’architettura medievale dell’area iblea. Nell’aula sono ancora presenti tracce delle filettature di colore giallo e rosso di alcuni pannelli pittorici. Nell’angolo sud ovest del primo ambiente rupestre è incisa una iscrizione in greco, “Zab/Loas” (diavoleria), forse in relazione a una purificazione dell’ambiente.

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