
L’emergenza migratoria – fenomeno che, giorno dopo giorno, si conferma sempre più strutturale – rischia di stravolgere l’immagine della città. Il Centro di Sorveglianza in zona ASI – che ospiterà, fino a diciotto mesi, migranti non meritevoli di Protezione Internazionale, destinati alla espulsione – e gli Hot Spots, ove non muniti di adeguati spazi e servizi, si tramuteranno in una polveriera che in breve tempo sottrarranno alla Comunità la residua sicurezza della quale in atto dispone. Fino a quando, infatti, le centinaia di migranti potranno essere trattenuti, stipati nelle attuali strutture (palazzetto dello sport e Hot Spot)? E pur se costoro potranno essere a breve trasferiti al nord, che succederà per le tante altre – con ogni probabilità migliaia – che con ogni probabilità sopraggiungeranno e che il Governo chiederà comunque di ospitare?
E’ bene allora che si prenda atto di una emergenza destinata a durare, forse per anni, e ad attrezzarsi sia in termini di strutture di accoglienza che di risorse finanziarie per garantire spazi e servizi tali da poter definire “di accoglienza”. Parliamo infatti di persone che fuggono dalla guerra e/o dalla miseria che – senza disturbare Giorgio La Pira – non possono essere trattate con i piedi.
I 90.000 euro finanziati dal Governo per l’Ammodernamento Energetico, sempre che arrivino, sono solo una goccia d’acqua nel deserto. Ben altro è necessario fare effettuando una ricognizione dei beni pubblici di proprietà comunale. Ma intanto:
Il Mercato Ortofrutticolo deve essere finalmente ristrutturato; l’Asilo Nido di via Sirio, il Centro Anziani, il Palazzetto dello Sport e altri locali in totale o parziale disuso possono essere adeguati e destinati, all’occorrenza, alle predette finalità di accoglienza; un Comando di Polizia di Frontiera, potrà stabilmente integrare l’attuale Corpo dei Carabinieri e delle Forze della Polizia Municipale. L’attività di ricognizione e di progetto potrebbe essere affidata ad una Commissione all’uopo nominata.
I costi di tali strutture e servizi, espressi da un unitario progetto tecnico e finanziario; i costi per gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, dovranno essere previsti a carico del Governo nazionale.
Si conserverebbe così l’immagine della Città, si rafforzerebbero i servizi di Sicurezza e di Ordine Pubblico e si concorrerebbe all’assolvimento degli oneri a carico dello Stato.
Avv. Enzo Galazzo