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Una chiesa sinodale nell’ “oggi” di Dio…di Domenico Pisana

Tempo di lettura: 2 minuti

Una chiesa sinodale è tale se nel suo cammino comunitario riesce ad annunciare il vangelo all’interno dei grandi processi di mutamento che investono la società del nostro tempo; se riesce a saper discernere l’ “oggi” di Dio.
Ma che significa discernere l’ “oggi” di Dio? Significa saper individuare “quali sono le potenzialità e i desideri, da una parte, e gli ostacoli, dall’altra, che si incontrano nell’evangelizzazione e testimonianza del vangelo.

Potenzialità e desideri

Le comunità ecclesiali desiderose di annunciare il vangelo dovrebbero far leva su alcune potenzialità che possono risultare determinanti nella comprensione del senso della vita, come, ad esempio, il desiderio di autenticità e di bellezza che c’è nel cuore delle persone; il desiderio di prossimità che si esprime nel bisogno di socialità, di incontro, di solidarietà e di ricerca della pace; l’anelito alla trascendenza che è presente non solo nei credenti ma anche nei non credenti; la sensibilità ai temi della salvaguardia del creato, oggi fortemente avvertita come necessità di stabilire un corretto rapporto tra uomo e natura; la grande incidenza culturale della comunicazione sociale, che deve spingere la chiesa a trovare nei mass-media un campo privilegiato per la sua missione evangelizzatrice.
Tutte queste potenzialità e questi desideri, che sono presenti nella vita e nella cultura dell’uomo di oggi, vanno fatti oggetto di discernimento, perché partendo da questi bisogni si possa comprendere come nel vangelo sia presente la risposta a questa ricerca di senso della vita dell’uomo.

Ostacoli e problemi

Ma accanto alle potenzialità, non si possono tacere gli ostacoli che oggi incontra l’annuncio del vangelo nella nostra società, tra i quali, ad esempio, l’aumento delle persone che si dicono senza religione e che si dicono disposte e riconoscere un certo riferimento a Cristo, ma non alla Chiesa; l’analfabetismo delle giovani generazioni, che da un lato sembrano disposte e generose, ma spesso non adeguatamente formate al vero significato di una fede cristiana vissuta nella sua dimensione contemplativa, sacramentale e nella sua capacità di farsi cultura e di avere un impatto nella storia.
Tra gli ostacoli c’è poi l’eclissi del senso morale: oggi l’annuncio del vangelo trova molti ostacoli nella opinione pubblica, dove spesso su diversi argomenti come la famiglia, l’economia, le migrazioni dei popoli, la visione della sessualità, dell’omosessualità, della procreazione, della vita, della morte, della maternità surrogata, dell’utero in affitto, dell’eutanasia e della facoltà di intervento dell’uomo sull’uomo, si diffondono prese di posizione molto lontane dal vangelo e in netto contrasto con la fede cristiana.
Eclissi del senso morale non significa che la gente di oggi è chiusa alle istanze del vangelo, ma che è in atto un forte smarrimento nell’uomo del nostro tempo rispetto alla fede cristiana cattolica, tale da divenire difficile perfino parlare dell’idea del bene, come di quella del male, senza suscitare non tanto reazioni, quanto molto più semplicemente una forte incomprensione.
Anche la scarsa trasmissione della memoria storica costituisce un problema, nel senso che non si riesce più a saper valorizzare il patrimonio cristiano dell’Italia, che è anche un patrimonio storico, culturale, artistico comune a credenti e non credenti, e nessuno può saggiamente guardare avanti senza confrontarsi seriamente con il proprio passato.
Ci sono poi le sfide della globalizzazione con tutte le conseguenze che esse determinano sul piano economico, sociale, culturale ed etico; ci sono anche le varie forme dell’ idolatria moderna, per cui evangelizzare nel nostro tempo significa scontrarsi con la logica idolatrica della società, ove spesso prevale l’idea del più forte, del potere e dell’arrivismo.
Alla luce di queste potenzialità e di fronte ai suddetti ostacoli, in quale direzione una Chiesa sinodale dovrebbe muoversi e quali compiti si prospettano per la sua missione?
Sicuramente l’evangelizzazione di una chiesa sinodale non è questione di programmi né di prontuari da seguire, quasi si trattasse di fare proseliti, ma quello di costruire comunità ecclesiali capaci di superare la pastorale della conservazione: non è più tempo di conservare quello che si ha, ma di “dare” quello che si ha ; la parrocchia, i gruppi, i movimenti, le associazioni non possono concepirsi come “luoghi del sacro”, ma luoghi di cristiani entusiasti della loro fede, innamorati di Cristo, capaci di andare incontro a tutti: ragazzi, giovani, anziani, famiglie, persone in difficoltà e che vivono ai margini, e dire con San Paolo: “Davvero, io non arrossisco del vangelo”(Rm 1,16); del resto è proprio vero, come affermava il grande San Tommaso nella sua Summa teologica che “la persuasio hominis indicentis ad fidem”; è altresì vero che la forza dell’ evangelizzazione sta tutta nella testimonianza della fede incarnata all’interno e all’esterno della Chiesa con una consapevolezza ben precisa:

“…Molti non si preoccuperanno mai di leggere gli insegnamenti di Gesù nel vangelo, ma non potranno evitare di vederli praticati nei suoi seguaci.
Molti non metteranno piede in chiesa per anni, ma non potranno non vedere il volto di Cristo dietro gli sportelli degli uffici, al mercato, in fabbrica, all’ospedale, a scuola, sulle strade, al ristorante, nei palazzi della politica, se vi saranno dei cristiani che lo testimonieranno con la pazienza, con la gentilezza, con la bontà e con il sorriso. E’ davvero una tremenda responsabilità dover testimoniare il Cristo ovunque e in ogni momento! …”
(S.Falvo, L’ora dello Spirito Santo, Edizioni paoline,1991, pag.208).

Dunque l’ “oggi” di Dio, per una Chiesa in cammino sinodale, è prendere coscienza della necessità di far “riscoprire Gesù” lungo le nostre strade: questo, fondamentalmente, è il compito dell’evangelizzatore di oggi, far “riscoprire” Gesù ai battezzati, perché lo accolgano come il Dio “via verità e vita”, il Dio che salva, guarisce, perdona, usa misericordia, libera dal peccato, opera frutti di pace, di carità, apre l’orizzonte dell’eternità. E il territorio, la città, il quartiere, la strada sono i luoghi dove l’uomo vive la concretezza della sua storia personale, familiare, sociale, culturale, politica, etica; ed è qui che si deve poter “riscoprire”, tramite i cristiani di oggi, che il Cristo è il Signore e dà la vita.

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