Cerca
Close this search box.

Modica. Una chiesa dalle radici salesiane

Tempo di lettura: 2 minuti

A poche ore dal rito di dedicazione e dall’apertura al culto della nuova Chiesa di San Massimiliano Kolbe a Modica Alta è doveroso spulciare un po’ le radici di questa parrocchia giovane. Il territorio della parrocchia di San Massimiliano Kolbe inizialmente era assegnato alla parrocchia di Maria Ausiliatrice e quindi affidato alle cure pastorali dei Salesiani. Questo si evince dalla cronotassi dei parroci presente sul sito della diocesi di Noto ma anche dai racconti dei parrocchiani.
I fedeli più avanti in età ricorderanno bene quanto si scrive: volti, persone, aneddoti e bei momenti vissuti per costruire la comunità. Pioniere nelle terre di c.da Mauto fu senza dubbio don Calogero Palacino, figura indimenticabile che ha lasciato un’impronta indelebile in quanti lo hanno conosciuto. Un sacerdote ricordato da tutti per il suo entusiasmo, i suoi tornei e sopratutto per i suoi modi di fare sempre innovativi.
In questi giorni, prima di scrivere qualche riga, è stato doveroso sentire l’attuale parroco don Armando. Al telefono scherzosamente ha raccontato che prima che nascesse la parrocchia, tramite l’azione di don Palacino, venne realizzato un campo di calcetto così da poter radunare i giovani e giocare, secondo appunto lo stile salesiano in cui il cortile è il luogo educativo e di evangelizzazione. Alcuni parrocchiani hanno raccontato come don Palacino, durante la sua permanenza ai Salesiani di Modica Alta, andava e veniva dal collegio con una carriola e altri attrezzi necessari per creare il campetto in un terreno.
Con il tempo si pensò bene di creare in questa zona una parrocchia. Inizialmente questa venne affidata alle cure pastorali dei Salesiani, che in quegli anni erano una comunità religiosa giovane e numerosa.
Nel 1987 venne eretta canonicamente la parrocchia di San Massimiliano Kolbe: nei primi tempi non vi era una vera e propria chiesa, ma grazie alla bontà dei parrocchiani venne individuato un garage da adibire per la celebrazione delle funzioni. La parrocchia venne eretta canonicamente da Mons. Salvatore Nicolosi che al tempo era vescovo della Diocesi. Il primo parroco fu don Santo Muratore, che inizialmente venne nominato amministratore parrocchiale, e da don Giuseppe Dolcimascolo il primo vicario parrocchiale. Dal 1989 al 1993 la parrocchia è stata affidata a don Giuseppe Certo, nel 1993 divenne parroco per un anno don Gaetano Selvaggio e dal 1994 al 1995 don Peditto Marino. In quegli anni anche altri salesiani si sono presi cura della parrocchia come vicari parrocchiali: don Domenico La Porta, don Franco Solarino e don Gino Tirrito.
Sono gli anni degli inizi, della posa in opere delle prime pietre spirituali. La chiesa è dedicata a San Massimiliano Kolbe, ma è forte anche la devozione mariana in particolare a Maria Ausiliatrice. Nell’attuale chiesa è presente un simulacro della Madonna di don Bosco, segno indelebile che i suoi figli sono passati da queste parti. Nel 1995 i salesiani lasciano il segno e spingono a crescere sempre più e la Parrocchia viene affidata ai sacerdoti diocesani. Per ben 12 anni viene seguita da Padre Francesco Viola dal 1995 al 2007. In questi anni si consolida sempre di più la comunità. Non vi è una vera e propria chiesa di mattoni, ma un semplice garage raduna attorno a se numerosi fedeli.
Nel 2007 Mons. Giuseppe Malandrino sceglie di inviare un sacerdote giovane alla guida della parrocchia. La scelta ricade su don Paolo Alescio che con tanta pazienza e dedizione si prende cura di questa chiesetta. Le attività crescono sempre di più e c’è la necessità di uno spazio più comodo e consono, il garage non basta più. Le attività parrocchiali crescono: catechesi, nasce il gruppo scout Modica 3, e dunque tra il 2010-2011 don Paolo pensa bene di comprare dei locali li in zona, un tempo un negozio di mobili. Questo è senza dubbio un salto in avanti: dopo alcuni lavori di modifica e di manutenzione la comunità si dota di una Chiesa più capiente, di alcune aule per il catechismo, di un saloncino e sopratutto di cortile e spazi all’aperto in cui poter svolgere le attività. Nonostante questo il sogno rimane sempre quello di avere una vera e propria chiesa in c.da Mauto, un sogno che don Alescio non molla e su cui insiste. Nel 2017 il sogno prende forma e si avviano i lavori per la realizzazione della nuova Chiesa Parrocchiale e della casa canonica.
Nel luglio 2021 il vescovo Mons. Antonino Staglianò invia un nuovo parroco don Armando Fidone, il quale seguendo la scia di don Paolo, cerca di dare il massimo per il completamento dei lavori della Chiesa e di aprire il prima possibile la struttura al culto. Il rito che si celebrerà oggi è il punto di inizio di un nuovo capitolo nella storia di questa parrocchia. La nuova Chiesa, costruita grazie ai fondi della Conferenza Episcopale Italiana, è stata realizzata in tempi brevi. Il nuovo tempio sacro è frutto anche dell’innovazione edilizia: sia nelle forme che nell’uso di materiali moderni. Il polo parrocchiale non è del tutto completo mancano ancora diverse opere accessorie e secondarie. La struttura, acquistata tra il 2010-2011, rimarrà come spazio polifunzionale per le catechesi, le attività degli scout, e in generale per attività estive ed oratoriali. In definitiva, come sottolinea il Vescovo Salvatore Rumeo: “questa casa di Dio tra le nostre case diventa la casa comune, la casa di tutti e di ciascuno, dove nessuno si sentirà estraneo o forestiero. Luogo di accoglienza, inclusivo, dove sarà annunciata la fede ma si vivrà in unità con chi è in continua ricerca della verità. I ragazzi e i giovani trovino, nel tempio e nei locali pastorali, lo spazio ideale per crescere come buoni cristiani e onesti cittadini. Sarà la Casa di Dio, la tenda dell’Altissimo tra le case degli uomini”.

516878
© Riproduzione riservata

2 commenti su “Modica. Una chiesa dalle radici salesiane”

  1. Mi permetto di dissentire da Concetto: la nuova chiesa non è affatto brutta, semmai la parte cilindrica vetrata in corrispondenza del campanile risulta forse un po’ dissonante con la articolazione volumetrica della chiesa, chiaramente ispirata a quella di Ronchamp di Le Corbusier. Forse un lucernario nella parte sommitale ellittica avrebbe consentito alla luce zenitale una percezione dello spazio interno più vicina alla sacralità delle sue funzioni. Naturalmente de gustibus…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Articoli correlati

RTM per il cittadino

Hai qualcosa da segnalare? Invia una segnalazione in maniera completamente anonima alla redazione di RTM

SEGUICI
IL METEO
UTENTI IN LINEA
Scroll to Top