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Garantismo vs giustizialismo populista…l’opinione di Rita Faletti

Tempo di lettura: 2 minuti

Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, è di fede garantista, il che è positivo quando si viene da una lunga stagione di giustizialismo manettaro e di onnipotenza di una magistratura che ha sentenziato e spadroneggiato allargando il perimetro delle proprie prerogative e commesso non pochi errori dei quali cittadini malcapitati sono stati vittime e lo Stato ente pagatore. Il programma di riforme che il Guardasigilli ha anticipato nelle sue linee generali in occasione del proprio insediamento e che sarà presentato entro i primi di giugno, se riuscirà a superare il boicottaggio di parlamentari dell’opposizione e le imboscate di qualche scontento della maggioranza, conservando l’impianto fondamentale, con le inevitabili modifiche, darà un nuovo assetto a una macchina lenta, costosa e poco efficiente, farà risparmiare denaro pubblico e renderà più attrattivi gli investimenti nel paese. Le materie di riforma sono l’abuso d’ufficio che Nordio vorrebbe cancellare ma che verrà depotenziato, il traffico di influenze i cui ambiti saranno con probabilità delimitati, le intercettazioni la cui diffusione sarà limitata quando non coinvolga i non indagati, la separazione delle carriere, un livello di efficienza più vicino al cittadino con l’informatizzazione. I seguenti, in sintesi, gli obiettivi del ministro: non lasciare impunito il delitto, non punire l’innocente e non sottoporlo a un processo inutile e costoso, rispettare il principio di ragionevole durata del processo senza incidere sulle garanzie processuali. Ancora più sinteticamente: la pena non deve mai essere lesiva della dignità della persona. E’ auspicabile che alle intenzioni e alle parole seguano i fatti benché immaginiamo che il disegno riformatore di Nordio sarà sottoposto alle critiche dei magistrati “resistenti” che vedono in ogni progetto di riforma la volontà di limitare la loro indipendenza, fosse anche, com’è accaduto in passato, rispetto al tema delle ferie estive. Comunque, al suo arrivo, Nordio un messaggio lo ha dato: ha fatto piazza pulita delle toghe di sinistra che occupavano le posizioni di potere, e le ha sostituite con altri magistrati di tendenza moderata. Nessuna obiezione, se non quella che avrebbe potuto affidare gli stessi incarichi a professionisti diversi dai magistrati, giuristi, avvocati, docenti universitari, tanto più poi che un emendamento governativo al decreto legge assunzioni, prevedeva che per i prossimi tre anni il numero dei magistrati fuori ruolo assegnati ad altre amministrazioni sarebbe stato ridotto. Il risultato è stato però deludente: da 200 a 180. Non proprio il radicale cambiamento atteso da un esecutivo di centro destra, sostenuto anche dal Terzo polo che in dicembre aveva presentato alla Camera un ordine del giorno che impegnava il governo a ridurre fortemente il numero dei magistrati fuori ruolo presso il ministero della Giustizia. Cosa è intervenuto allora? Soggezione nei confronti dell’ordine degli intoccabili? Volendo essere critici, si potrebbe imputare al ministro una certa timidezza nell’azione, confermata dopo la tragedia di Cutro, quando il ministro, contrario all’aumento di pena, ha avallato la proposta del governo di aumentarla a scafisti e trafficanti, di fatto l’ultimo anello della catena, la meno influente, nel business dell’immigrazione. Sono invece da segnalare, a onore del ministro, le recenti importanti dichiarazioni su carcerazione preventiva, presunzione di innocenza e pene. “E’arrivato il momento di limitare la carcerazione preventiva e limitare al massimo la possibilità che una persona venga incarcerata prima di essere processata e condannata. La presunzione di innocenza si affievolisce quando il reato diventa flagrante, ma quando non c’è flagranza la limitazione della presunzione di innocenza va limitata al massimo.” Riguardo alle pene, il Guardasigilli chiarisce che bisogna differenziare in base alla gravità della colpa e in merito alla richiesta di arresto formulata dal pm, questa dovrà essere formulata non più da un solo giudice, ma da un pool di sei giudici che dovranno essere in maggioranza per validare una carcerazione preventiva. Se le riforme che Nordio ha in mente, che Meloni ha avallato, che Italia viva e Azione sostengono, passeranno, se cioè il coraggio non verrà meno e se la premier riuscirà a neutralizzare Salvini e il suo “populismo penale” (Amodio), si chiuderà definitivamente il capitolo del delitto presunto e del cinico processo mediatico. La magistratura si preoccupi di verificare che sussistano le prove del reato, accerti cioè la verità giudiziaria piuttosto che affermare la verità mediatica su pressione della rabbia populista e a beneficio degli scoop di giornali che parteggiano per la presunzione di colpevolezza. Abbiamo assistito, complice una politica inerte, alla supplenza dei magistrati oltre che in questioni di stretta pertinenza politica, nella scienza, nella filosofia e un domani in che altro? Non è accettabile che la corrente di Magistratura democratica, la più attiva, faccia da contraltare del governo, acclamata dal popolo con la schiuma alla bocca. I magistrati si concentrino sulle loro funzioni, che riguardano l’accertamento dei fatti. E’ora di mettere la parola fine a slogan inneggianti al diritto penale come rimedio ad ogni ingiustizia. La barbarie giustizialista da caccia alle streghe ha già procurato sufficienti sofferenze in un paese che si definisce civile e dove l’obbligatorietà dell’azione penale si è tradotta in un intollerabile arbitrio.

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2 commenti su “Garantismo vs giustizialismo populista…l’opinione di Rita Faletti”

  1. Curiosa coincidenza che si voglia cancellare o declassare il reato di abuso di ufficio, quando per gli ultimi tre anni vi sono in corso migliaia di denunce contro dirigenti ed impiegati statali, regionali e provinciali.

    Nordio ha inoltre pubblicamente dichiarato che sono i sindaci a chiedere la cancellazione del reato con vigore, potrebbe essere che temono denunce perché negli ultimi anni hanno operato ai margini se non fuori dalla legalità, chiudendo in casa i cittadini senza aver dichiarato stato di emergenza?

  2. A proposito di abuso d’ufficio, il sig. Zaia sul Corriere delle Sera un paio di settimane fa dichiara: “La storia non si scrive nei tribunali, sul Covid serve una pacificazione sociale”.
    Nordio in un modo o nell’altro deve proteggere e mettere sotto la propria ala questi politicanti corrotti che delinquono e prendono mazzette con una normalità disarmante. Stomachevole direi! Tanto poi abbiamo la presunzione di innocenza e “se” per caso si arriva al processo, poi tutti assolti perchè il fatto non sussiste e quindi poi devono essere risarciti per le accuse e le diffamazioni ricevute perchè infondate. In pratica il sig. Nordio con la sua signora Premier devono fare le cose in modo che quando si deve processare un politicante corrotto e che delinque, i tribunali non servono. State a vedere come finirà il processo (farsa) su Conte e Speranza, vedrete come verranno assolti per cavilli appositamente studiati per loro. Il sig. Conte poi è un avvocato e sa come funzionano certe cose che vengono pattuiti in silenzio e lontani da occhi indiscreti. I tribunali come sempre servono per i ladri di polli che non hanno i mezzi e i soldi per potersi difendere. Come sempre del resto! Negli anni si sono susseguiti molti governi e ogni governo ha fatto le sue rivoluzionarie riforme, da Berlusconi a Renzi fino alla Meloni che apporterà la sua grande riforma. Le stesse se non peggio dei suoi predecessori.
    Una delle tante domande che ci dovremmo porre un pò tutti è la seguente: Perchè tutte queste riforme, anzi aggiustamenti e procedure che hanno apportato negli anni sono incomprensibili persino a Niccolò Machiavelli?

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