
Il gruppo consiliare di opposizione del comune di Chiaramonte Gulfi composto da Gaetano Iacono, Simona Riggio, Samuele Cultrera e Jessica Stracquadaini, interviene per denunciare pubblicamente la situazione critica del bilancio comunale chiedendo all’amministrazione di uscire dal torpore e di mettere in campo i correttivi necessari.
“Dopo un anno di amministrazione – spiegano i consiglieri – ci saremmo aspettati interventi importanti e una programmazione sullo stato finanziario dell’ente. Non si sono riconosciuti neanche i debiti fuori bilancio e le tante imprese che devono essere pagate dal Comune, i dipendenti comunali a cui spettano gli arretrati contrattuali e i buoni pasto ancora attendono che la giunta si svegli dal torpore”.
“Un sonno che dura troppo a lungo: con la fine della campagna elettorale si è finita l’iperattività del sindaco. Il Comune naviga a vista: i revisori avevano indicato, già nel 2022, la necessità di un piano di riequilibrio e non ve n’è neanche l’ombra. Invece l’amministrazione ha portato in approvazione il rendiconto 2021”.
“Ricordiamo che – continuano i consiglieri di opposizione – nel 2021 il rendiconto di gestione segnava un disavanzo di oltre 1 milioni e 200mila euro e doveva esserci un provvedimento di ripiano di questo disavanzo entro febbraio del 2023: ad oggi non è stato approvato. Si vuole lasciare l’ingrato compito a un commissario ad acta lavandosene le mani alla Ponzio Pilato?”.
“Ma non si amministra evitando i problemi, essi si affrontano. Si affrontano per rispetto di quelle imprese che devono essere pagate e che non vedono un euro dal Comune. Si affrontano perché, in questa situazione, sono stati bloccati i trasferimenti statali al Comune di Chiaramonte Gulfi: si tratta di euro 1.332.065,55 per l’anno 2021, di euro 1.275.983,75 per l’anno 2022, di euro 97.431,37 per l’anno 2023”.
“Facciamo appello alla responsabilità – concludono i consiglieri – affinché si conduca l’ente verso una gestione finanziaria oculata. I conti, già deficitari, non possono essere un alibi: la capacità di amministrare si rivela proprio sulle politiche di bilancio. Non possiamo permettere che a pagare siano i chiaramontani con servizi scadenti o addirittura il dissesto”.