
Il Belpaese, quanto bello lo sa il mondo grazie all’immenso patrimonio artistico lasciatoci in eredità da chi, senza usufruire degli strumenti di cui la tecnologia ci ha dotato, ha concepito e realizzato geniali opere di architettura, scultura, pittura – contro cui si scatenano i sedicenti ambientalisti dell’ultim’ora, gli ecovandali, mentecatti senza arte né parte né ritegno, da prendere e ricoverare in qualche reparto psichiatrico – vanta anche un considerevole numero di tuttologi. Una specializzazione, quella della tuttologia, affollata di personaggi apprezzatissimi e riveritissimi non tanto per aver dato contributi significativi nei loro ambiti di pertinenza, a volte ignoti ai più, ma per aver pontificato su posizioni e scelte in settori non di loro competenza. L’invasione dell’Ucraina, ovvero la guerra che vede gli aggrediti difendersi dagli aggressori, è la fonte inesauribile di vuote disquisizioni sulla pace, retorica, proclami astratti e nessuna proposta che non sia la ventilata resa degli ucraini. In questo campo si esercitano preferibilmente i No-tutto, i tessitori di racconti senza capo né coda, gli arrabbiati, i banditori di teorie strampalate e divertenti, scienziati e intellettuali dall’inconfondibile retroterra politico. Ultimo esempio in ordine di tempo: il fisico Carlo Rovelli. L’esperto dei comportamenti dell’Universo è intervenuto al Concertone del Primo maggio per regalare al pubblico preziose chicche sulla pace. Ho perso il conto e i nomi di quanti si sono spesi su questo encomiabile tema diventato un luogo comune nel Paese dei luoghi comuni dove il buon senso è spesso oscurato dal senso comune. Ha detto Rovelli: “Stiamo andando verso una guerra che cresce (in realtà è in stallo) e invece di cercare soluzioni (le telefonate di Macron a Putin, gli incontri tra Erdogan e Putin e quelli tra Putin e Xi Jinping e perfino, pare, l’intervento del Vaticano) i paesi si sfidano, invadono (la Russia sta bombardando l’Ucraina dal 24 febbraio del 2022 e sorvoliamo su che altro sta facendo) e la tensione internazionale ( strumento apocalittico del movimento pacifista) non è mai stata così alta come adesso”. Se non fosse che chi gli stava davanti e sotto portava rispetto e soggezione (ahimè la soggezione!) nei confronti di cotanto personaggio, sarebbe stato da lanciargli avanzi di frigorifero, ma tant’è. E non soddisfatto della propria intelligente quanto inoppugnabile constatazione, ha rincarato la dose, attaccando il ministro della Difesa Guido Crosetto, che non era presente, e somministrando la sua lezioncina al popolo: “Voi lo sapete che in Italia il ministero della Difesa deve servire per difenderci dalla guerra, non per fare i piazzisti con strumenti di morte” e infine lo zuccherino “Il mondo non è dei signori della guerra, il mondo è vostro”. Boutade ad effetto. Nessuno gli ha chiesto, ovviamente, a quali signori della guerra si stesse riferendo e in quali parti del mondo. Crosetto era a Baghdad e ha replicato: “Io faccio il ministro, lui faccia il fisico. Basta che nel suo studio dell’Ucraina non sbagli la parte per cui lavorare, perché chi è pacifista normalmente è per i russi. Qui invece siamo tutti per la pace in Ucraina”.