
Sulla problematica che si è aperta in questi giorni sui reperti archeologici dell’ipogeo di Calaforno (territorio di Monterosso), con una nota congiunta di queste ore intervengono i due ex candidati a sindaco delle scorse elezioni.
“ Santi Benincasa – afferma nella nota – come da qualche giorno la cittadinanza sia oltremodo irritata per quello che all’apparenza sembrerebbe uno scippo subito dei reperti archeologici rinvenuti presso il suddetto ipogeo, che invece di essere portati nel museo di Monterosso sono stati assegnati a quello di Giarratana salvo poi scoprire aggiunge Paolo Amato che a differenza di quello di Monterosso, il comune di Giarratana si è attrezzato e preparato ad ospitarli addirittura impegnando 26 mila euro, mentre quello di Monterosso è totalmente assente su tutti i fronti.
Ricordo ancora – ribadisce la nota congiunta- una conferenza nel 2017 a Giarratana dove il sindaco si impegnava a difendere quel parco e impegnarsi per rendere Monterosso Almo protagonista. I reperti , continua Benincasa , rinvenuti presso l’ipogeo si trovano nel territorio di Monterosso e il nostro bene comune va difeso. Se consideriamo il grado di povertà raggiunto a tutti i livelli dal nostro piccolo centro ibleo, si riesce a capire come anche piccole cose come i reperti archeologici ritrovati possano e debbano essere utilizzati per Monterosso , per rilanciare i flussi turistici locali. invece a causa di alcuni ignavi locali attraverso l’uso di cavilli burocratici ,si priva il nostro comune di beni fondamentali per il rilancio del turismo.
Amato e Benincasa concordano sul fatto che occorre invertire la rotta e attuare tutto quanto necessario al fine di attuare una politica inclusiva che renda Monterosso protagonista e non spettatore. Per questo motivo , conclude Paolo Amato nella nota, sarà chiesta nei prossimi giorni la convocazione di un consiglio comunale straordinario e urgente con all’ordine del giorno la “Questione Calaforno”. “