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Modica, all’Istituto Verga un seminario su filologia, politica, storia e società

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“All’incrocio tra filologia, politica, storia e società”, questo il tema del seminario di venerdì 17 marzo organizzato dall’ Istituto “Giovanni Verga” in collaborazione con il Centro Interuniversitario di Ricerca «Filologia, Politica, Storia, Società» e destinato agli studenti delle classi quinte classi. Relatori due esponenti di spicco del mondo accademico italiano che fanno parte del Centro Interuniversitario di Ricerca: il prof. Stefano Rapisarda dell’Università di Catania ed il prof. Giuseppe Noto dell’Università di Torino che hanno dialogato con gli studenti su temi di scottante attualità. Dalla riflessione su “vero, falso, fake: filologia della contemporaneità”, tema dell’intervento di Giuseppe Noto si è, infatti, passati a trattare, con Stefano Rapisarda un argomento altrettanto avvincente e attuale “filologi in guerra”.

Parole chiave come “fake”, “vero”, “falso” “guerra” hanno fatto eco a “filologia”, “libertà”, “nazione” “contemporaneità”, in quella che dovrebbe essere la culla della democrazia: la scuola. Il 17 marzo è un giorno simbolo per l’Italia in quanto ricorrono 162 anni dalla nascita dello Stato unitario italiano, e in un momento storico segnato da lacerazioni politiche, crisi economica post-pandemica e da una guerra raccontata non sempre in maniera trasparente ed esaustiva dai mass media, l’Istituto “Giovanni Verga” ha offerto ai suoi studenti un ulteriore momento di crescita e formazione. E la risposta non si è fatta attendere: le parole del dirigente scolastico Alberto Moltisanti hanno acceso la curiosità sui temi al centro dell’evento e i relatori si sono detti stupiti e ammirati dall’attenzione mostrata da questi diciottenni, invitati a ripensare alla storia in una nuova prospettiva e a riflettere su quanto la competenza filologica e linguistica in generale e l’esercizio alla lettura critica possa renderci cittadini liberi, in grado di discernere fra vero e falso e, soprattutto, capaci di scegliere, consapevoli della complessità del reale. Perché, come ha detto il prof. Giuseppe Noto, “filologia è libertà

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