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“Istituto zootecnico vittima di confusione regionale”. Riceviamo

Tempo di lettura: 2 minuti
Chiunque si sforzasse di rinvenire una logica in certi atti amministrativi adottati dalla Regione siciliana o da qualche ente partecipato dalla Regione rischierebbe di perdere solo tempo. Certi atti sembrano non avere una logica che li attraversa o se ce l’hanno sono logiche spesso deteriori. È il caso del Bando pubblicato dall’Istituto zootecnico sperimentale per la Sicilia, con cui lo stesso intende reclutare il personale necessario per portare avanti gli obiettivi pubblici ed istituzionali discendente dal suo statuto. Si tratta di un bando teso a selezionare le risorse umane occorrenti, che però verranno assunte con contratto a tempo determinato, della durata di un anno. Viene da chiedersi come sia possibile organizzare in maniera stabile l’istituto che, tra le altre cose, eroga servizi pubblici essenziali a più di 2000 aziende zootecniche in Sicilia, di cui oltre 560 solo nel nostro territorio ragusano?  A Ragusa 6 operatori, il cui compito è quello del controllo funzionale, si dedicano a tempo pieno e con grande sacrificio a una platea di aziende che rappresenta più di un quarto di quello complessivo a livello siciliano.
Ad oggi questi lavoratori, in regime di proroga per due mesi, stanno garantendo il servizio, in attesa che venga espletata la selezione prevista dal Bando. Nel caso dovessero collocarsi utilmente nella graduatoria che verrà redatta, avranno accesso ad un contratto della durata di un anno, dopo già un triennio contrattuale a termine.
Dopo essere stati, prima, per oltre un ventennio gli artefici di un servizio oramai da tutti considerato imprescindibile e da  tre anni a questa parte con un contratto a tempo determinato, l’Istituto sperimentale zootecnico per la Sicilia, immaginiamo su mandato dell’Assessorato regionale all’Agricoltura, per non bloccare un servizio che ha tutti i caratteri del servizio pubblico, per questi lavoratori prevede una soluzione che tale non è. Nel senso che non può essere considerata soluzione una scelta che sposta in avanti l’ambito approdo lavorativo definitivo, dopo decenni di storia di precariato, di tanti lavoratori che hanno assolto sin qui un ruolo di sostegno e di stimolo allo sviluppo della filiera zootecnica e che, tra l’altro, con tale scelta l’istituto non potrà avviare una pianificazione efficace dei compiti che gli sono propri. In tal modo è arduo mettere su una attività, la cui importanza non può che essere testimoniata dai suoi destinatari, ossia le tante aziende produttrici di latte e di carne, che nel nostro territorio alimentano una filiera di rilevante importanza.
Ma ciò che va evidenziato è che l’istituto oggi vive la greve esperienza di essere diventato il paradosso dentro il paradosso: gli attuali dipendenti, adesso in regime di prorogatio per 2 mesi, hanno conseguito i requisiti previsti dalla Legge Madia, che disciplina le trasformazioni a tempo indeterminato dei rapporti a tempo termine nelle pubbliche amministrazioni e che tale requisito, sia l’Assessore regionale all’Agricoltura sia l’Istituto medesimo, si intestardiscono a non riconoscergli. In altre parole, queste unità, conformemente alle disposizioni impartite dalle legge precitata, è  possibile avviarle verso la stabilizzazione a tempo indeterminato, quali dipendenti dell’istituto e non della Regione. Altro paradosso ancora più inconcepibile è quello di definire non perseguibile questo percorso a causa dell’accordo Stato- Regione che vieta alla Regione siciliana di poter effettuare nuove assunzioni sia come Regione appunto sia per gli enti da essa controllati e vigilati.  
Non entriamo nel merito di un accordo, che paralizza in generale la nostra Regione, sottoscritto dal Presidente Schifani (forse il suo primo atto). Certo  è che sottoscrivere quell’accordo, da parte del Presidente Schifani, rappresenta una enorme pietra tombale rispetto alla possibilità per la Regione di pianificare interventi che sappiano aggredire le tante carenze e disfunzioni che attraversano la macchina organizzativa ed amministrativa della Regione.
Siamo dell’avviso che, pur in presenza dell’accordo stato-regione, sia possibile porre un segno di definitiva stabilità lavorativa a questi lavoratori.
A Ragusa vi è un coro unamine nel riconoscere l’essenzialita di questi 6 operatori dell’istituto zootecnico. Ne è prova il consenso loro tributato da chi si rende conto che tante realtà imprenditoriali possono uscire indenni da un mercato, sia interno sia esterno, anche grazie all’operato competente e professionale di queste risorse.
Rispetto a questo fatto e su quanto si sta consumando all’istituto zootecnico gradiremmo conoscere la posizione dei  parlamentari regionali del nostro territorio. Loro sanno meglio di noi che qui si sta parlando di un settore importante, ma facilmente esposto a rischi e che basta poco per disperdere un progresso e un avanzamento raggiunti sia per la qualità degli imprenditori nostrani, ma anche del non disconoscibile contributo di sei dipendenti.
Salvatore Terranova 
Segretario generale Flai Cgil Ragusa 
501641
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1 commento su ““Istituto zootecnico vittima di confusione regionale”. Riceviamo”

  1. Fellone di Gheuda

    Se sono necessari, si assumano a tempo definitivo e non determinato, si integrano con altri lavoratori se necessario, ma non rimpinguare organici amministrativi con incarichi non necessari-

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